giovedì 25 luglio 2013

Re Giorgio e l’Europa che non nacque

Siamo nel 1464, il continente europeo sta vivendo un momento cruciale (ma quale momento storico non lo è?): tra meno di trent’anni Cristoforo Colombo scoprirà le Americhe, dando inizio a quella che verrà poi definita Età Moderna; e da poco più di dieci è caduta Costantinopoli, decretando la fine (anche formalmente, che di fatto fine vi era già stata) di quello che fu l’Impero Romano.

Passato e futuro come sempre coesistono, inestricabili e sfumando l’uno nell’altro, ma nel 1464 la Via delle Indie non è ancora stata scoperta; il problema era il turco. La fine della Nuova Roma mise l’Occidente di fronte alla realtà: i “maomettani” erano una minaccia per la cristianità tutta. In verità la presa di Costantinopoli fu solo l’elemento più simbolico di una situazione che si protraeva da tempo, dove l’impero ottomano era un ostacolo sulla rotta commerciale verso l’India e l’Oriente, e dove gli scontri tra Turchi e Latini erano frequenti, con fortune alterne ma spesso favorevoli agli ottomani. 

Nel 1448 gli ungheresi erano stati sconfitti in Kosovo, già teatro della celebre battaglia del 1389; nel 1444 a Varna la flotta cristiana era stata distrutta, ma nello stesso anno il principe albanese Skanderbeg resisteva ai turchi sconfiggendoli; infine nel 1462 Vlad III di Valacchia, il celebre Dracula, era arrivato quasi ad uccidere lo stesso sultano Maometto II.

Tuttavia la fine della Città d’Oro, (caduta anche grazie alla “quinta colonna” del partito antiunionista, nato quando il papato aveva posto la fine dello scisma come condizione preliminare all’intervento in soccorso dei bizantini), fece sì che si tornasse a parlare di crociate contro l’infedele, e tra le varie voci vi era quella di Giorgio di Podebrady, re di Boemia. Già dalla sua ascesa al trono re Giorgio si trovò a dover fronteggiare il papato essendo la Boemia terra eretica (nonché reduce da decenni di guerre), essendovi diffusa la dottrina dell’utraquismo, professata da Jan Hus, uno tra i principali precursori della riforma protestante che verrà di lì a non molto; re Giorgio fu inoltre il primo monarca europeo a rinunciare alla fede cattolica per abbracciare l’”eresia”. E vi era il pericolo turco da affrontare…

Nel 1464 re Giorgio insieme al suo consigliere, il francese Antoine Marini, presenta una proposta rivoluzionaria: ossia l’unità politica di tutti gli Stati europei su un piano di eguaglianza e di diritto internazionale. L’obiettivo era trovare  un modo per rendere forte, ed unito, il continente europeo in modo da sconfiggere i turchi, ma anche per porre fine alle discordie interne; e non è un caso che il patto permanente proposto dal re boemo escludesse sia il Papa che l’Imperatore. Il progetto era molto articolato e prevedeva la creazione di una Confederazione retta da un’Assemblea e da un Collegio dove tutti gli Stati, per piccoli che fossero, prendessero decisioni con votazioni a maggioranza. Con tutta probabilità tale idea di “Unione Europea” fu una ripresa di tesi elaborate nel XIV sec. dall’avvocato francese Pierre Dubois, nel corso delle dispute tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII. Ma resta il fatto che nessuno era ancora andato così in là come re Giorgio.

Il pericolo quindi come fattore unificante, e che Podebrady ed il suo consigliere avessero una visione militare della Confederazione è chiaro dal fatto che il progetto prevedeva la realizzazione di “alberghi” per gli eserciti che permettessero agli stessi rapidi spostamenti. Ma l’idea andava anche oltre, fino al punto di arrivare a regolare i prezzi delle merci, in vista della creazione successiva di una moneta unica. Addirittura l’Art.22 del trattato prevedeva il diritto di intervento nei confronti degli aderenti non rispettosi delle regole stabilite. La proposta di re Giorgio ha ispirato, per questo o quell’aspetto, molte delle teorie politiche “europee” successive: da quelle del re francese Enrico IV e del suo cosigliere Sully, fino ad arrivare alla Santa Alleanza o addirittura alla Società delle Nazioni del 1919.

Ma che ne fu della crociata di Giorgio di Boemia? Le sue proposte rivoluzionarie caddero nel vuoto, ed una crociata la indisse il papato, ma contro di lui. Fu infatti scomunicato nel 1466 a causa del suo utraquismo, e perse la Moravia dopo essere stato sconfitto dal genero Mattia Corvino, riuscendo tuttavia a mantenere la Boemia. L’appuntamento con l’unità europea era di fatto rimandato, con buona pace degli ottomani il cui impero visse ancora qualche secolo.

Scritto per MOST, la rivista di East Journal

http://books.google.it/books/about/Il_cammino_dell_idea_d_Europa.html?id=yvIYvDgRomwC&redir_esc=y
http://www.radio.cz/fr/rubrique/histoire/un-projet-dunion-europeenne-au-xveme-siecle
http://farfalleetrincee.wordpress.com/2013/07/24/re-giorgio-e-leuropa-che-non-nacque-corsi-e-ricorsi-tra-disunioni-e-crociate/

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