lunedì 26 agosto 2013

QUANDO IL MONDO ERA DAVVERO IN COLLERA


C'è qualcuno che pensa che il pianeta si stia scaldando a causa delle emissioni di anidride carbonica delle attività umane, alcuni ricercatori hanno ipotizzato che un pianeta sempre più caldo porterebbe ad un aumento delle guerre e delle turbolenze sociali.

In realtà è vero l'esatto contrario, un aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera non favorirebbe un aumento delle temperature ma bensì ad un aumento delle superficie forestale e della vegetazione in generale, in tal caso l'agricoltura ne risentirebbe crescendo più prolifera e creando maggiore benessere e una vita umana assai più benestante.

Un esempio di tale fenomeno sono le sequoie della California.
Più di 2.000 anni è il conteggio, degli alberi di sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum) in California che attualmente stanno avendo un grande momento che stanno crescendo più rapidamente che mai. Un nuovo studio condotto da UC Berkeley e dalla Humboldt State University li trova in uno scatto di crescita che ha avuto inizio circa 100 anni fa e ha iniziato ad accelerare negli ultimi decenni.
Le sequoie della California sono tra i più antichi organismi viventi sulla terra. Alcuni hanno più di 3.000 anni e sono ancora forti. Questo aumento delle crescita è stato portato ad un aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera terrestre forse a causa delle attività umane.

Il vero problema di quando succedono conflitti sociali o individuali stà nel fatto che in realtà è la maggiore povertà, forse a causa dell'aumento delle tasse, a privare delle persone di alcuni benesseri, portati ad un eccesso di tasse che rendono le persone più aggressive e portate al conflitto.
La maggiore parte dei conflitti hanno avuto luogo, fatta eccezione dell'influenza delle macchie solari sulla psiche umana, durante i periodi di raffreddamento climatico i periodi di clima caldo sono tutt'altro che favorevoli per questo genere di cause. Alcuni studi indipendenti hanno dimostrato che i conflitti armati sono diminuiti a livello globale nel corso degli ultimi 50 anni o giù di lì, anche se il mondo è stato in fase di riscaldamento per tutto questo tempo.

Hsiang ha sottolineato che è importante ricordare che egli sta guardando che cosa sarebbe successo se non ci fosse stato alcun cambiamento climatico durante quei decenni - e la risposta, dice, è che i tassi di conflitto sarebbero scesi ancora più velocemente. I periodi di clima freddo invece sono più avvezzi ad essere a portare cambiamenti sociali, guerre e conflitti tra individui. Il clima cambia diventando più freddo, estati eccessivamente piovose, troppo fredde o brevi rovinano il raccolto e fanno salire i prezzi alle stelle, tutto ciò porta la gente a fare a meno di altre cose e quindi c'è meno ricchezza in giro.

Tutto ciò porta la gente ad essere più irritabile, e quando l'agricoltura diventa troppo improduttiva oppure le tasse sono eccessive, (l'Italia è sulla buona strada) la fame porta le persone a rubare al supermercato, aumentano i saccheggi e quando la mente umana raggiunge questi livelli il furto, l'omicidio, lo stupro ecc diventano realtà quotidiane. L'uomo raggiunge nuovi abissi e cominciano le vere guerre.

La Piccola Età del Ghiaccio (1250-1850) fu un periodo di esempio per tutti gli storici che dovessero occuparsi di questi temi, il mondo era davvero in collera al punto da farci sembrare le recenti guerre mondiali dei casi sparuti. Un esempio di cosa può portare la fame viene dal Friuli.


L’8 giugno 1783 in Islanda ebbe inizio un evento naturale destinato ad influenzare la vita dell’isola nord europea, ma anche quella dell’intero continente. Il vulcano Laki cominciò un eruzione che durò ben 8 mesi, estinguendosi solo il 7 febbraio 1784. Il flusso basaltico generato, secondo alcune stime, ammontò a 14 chilometri cubi di lava; le nubi di diossido di zolfo e di fluoro emesse nel corso dell’evento uccisero più del 50% del bestiame dell’isola, causando una carestia che a sua volta sterminò circa il 25% della popolazione islandese, più di 9.000 persone.

La Germania e il resto dell’Europa centrale furono teatro di abbondanti nevicate, che, durante il successivo disgelo, causarono disastrose inondazioni. Le anomalie climatiche potrebbero aver acuito la carestia dell’epoca Tenmei in Giappone. I cattivi raccolti innescarono grandi insurrezioni delle popolazioni, che cominciarono a morire di fame e di stenti. Era il 1789. Fu uno dei fattori che contribuì allo scoppio della Rivoluzione Francese.

La Piccola Età del Ghiaccio fu un periodo di clima freddo causato da un periodo durato secoli durante la quale la superficie del Sole irradiava poca energia e quindi l'attività delle macchie solari era assai più ridotta, tutto ciò fu responsabile di un raffreddamento del clima terrestre e di un aumento dell'attività vulcanica che a sua volta accentuò per diversi anni questo trend al raffreddamento.

La cosa peggiore è che questo periodo durato secoli di bassa attività solare andò a sbalzi durante la quale profondi Minimi, ad esempio quello di Maunder durato dal 1645 al 1715, portarono spesso il clima ancora più giù con le temperature, avendo come conseguenza un aggravarsi dei raccolti, maggiori siccità, impennata dei prezzi alimentari e di conseguenza rivoluzioni e conflitti.


Quando succedono queste cose la mente umana scende a livelli generali più bassi come la paranoia, l'irritabilità e di conseguenza un aumento dell'aggressività, portando così ad una sottocultura che approva cose tanto nefaste che una normale società come l'attuale troverebbe intollerabili.
La Caccia alle Streghe portata avanti dalla Chiesa Cattolica nel periodo fu un esempio di questo fenomeno, e avvenne in modo molto particolare proprio sotto la luce solare del Minimo di Maunder.

Dopo il 1600 mentre nell’Europa centrale la caccia alle streghe cominciava a declinare, si incrementò nell’Europa centrale con una punta tra il 1626 e il 1630 in corrispondenza di una nuova ondata di gelo e della carestia prodotta dalla guerra dei Trent’anni: in Germania da parte della Lega cattolica vennero bruciate sul rogo 3500 streghe e i principali promotori della persecuzione furono i tre principi elettori ecclesiastici dell’impero, assieme ai vescovi di Franconia, Augusta, Strasburgo, Breslau e dall’abate di Fulda.

Ma nel violento scontro confessionale anche luterani e calvinisti si resero protagonisti di un migliaio di condanne. Non è un caso che nelle regioni dell’impero dove la secolarizzazione era più avanzata ( Palatinato, Boemia, Sassonia, Baviera) le persecuzioni furono assai meno intense. Anche nelle grandi città ( Parigi, Londra, Napoli, Francoforte, Milano) la fanatica repressione contro le streghe fu contenuta.

Dopo aver raggiunto l’apice attorno alla metà del XVII, l’intensità della caccia alle streghe cominciò a declinare: una maggiore stabilità politica degli Stati e nella società, il venir meno delle epidemie di lebbra e di peste hanno probabilmente contribuito al mutamento dell’atteggiamento delle popolazioni verso la stregoneria.

Da notare che il fenomeno cominciò a scemare con la fine del Minimo di Maunder.
"Dio Onnipotente ha un litigio ultimamente con tutta l'umanità", si lamentava il gallese storico James Howell nel 1647, "per entro questi 12 anni ci sono state le rivoluzioni più strane e orribili cose sono accadute, non solo in Europa, ma in tutto il mondo." Il mondo, pensò, era "nel caos".
Egli non era il solo.

Quando la guerra civile infuriava nelle isole britanniche, la ribellione strappò fori negli imperi del Ming e degli Ottomani, e l'Europa centrale sanguinava durante la guerra dei Trent'anni, altri commentatori sprofondarono nella disperazione.

Ogni giorno, ha registrato lo studioso di Oxford Robert Burton nel 1638, ha portato notizie di "guerra, epidemie, incendi, inondazioni, furti, omicidi, massacri, meteore, comete, spettri, prodigi, apparizioni, delle città prese, città assediate in Francia, Germania , Turky [sic], la Persia, la Polonia, ecc ".

Quattro anni più tardi, un tratto spagnolo ha suggerito una spiegazione terrificante ma sempre più popolare: "Questa sembra essere una delle epoche in cui si è attivata ogni nazione a testa in giù, portando alcune grandi menti a sospettare che ci stiamo avvicinando alla fine del mondo. "

Per decenni, gli storici sono stati afferrati dalle sofferenze straordinarie del 17° secolo, dalle guerre civili in Gran Bretagna e Irlanda del Nord e la sofferenza terribile della guerra ha strappato la Germania; portato al crollo in Cina della dinastia Ming e lo smembramento della Polonia-Lituana.

Eric Hobsbawm, probabilmente è stato il primo storico a sostenere che vi era stata una mondiale "crisi generale", ha insistito che le cause erano economiche. Per contro, Hugh Trevor-Roper ha diagnosticato un guasto sociale più ampio, basato sul conflitto tra corte e paese e guidato dalla radicale energia intellettuale. Ora uno terzo storico brillante, l'americano studioso britannico Geoffrey Parker, ha gettato un nuovo elemento nel mix.

In questa vasto, superbamente ricercato e assolutamente avvincente libro, Parker mostra come il cambiamento climatico ha spinto il mondo verso il caos. Questo era, dopotutto, era la Piccola Era Glaciale, in cui le temperature si sono abbassate in tutto il mondo.

I dati, insiste, sono «chiari e coerenti", e pensa che la crisi ha avuto inizio negli ultimi anni del 1610, meno al momento dello scoppio della guerra in Europa dei trent'anni. La neve cadde nel subtropicale Giappone, e l'Africa sub-sahariana ha subito un periodo di cinque anni di siccità, i fiumi del moderno Messico e Virginia prosciugarono, e in tutta Europa, i raccolti fallirono e migliaia morirono di fame.
Ma questo era solo un assaggio di quello che stava per accadere.

I primi mesi del 1621 erano così freddi che la gente attraversò il Bosforo congelato da Costantinopoli verso l'Asia. Nei primi anni del 1640, venti violenti e pioggia hanno distrutto i raccolti in tutta l'Europa settentrionale, e in Germania i soldati hanno riferito di aver visto persone congelate a morte sulle strade. L'Inghilterra ha perso il suo re e la pace di Westfalia ha portato alla guerra dei trent'anni alla fine, ma ancora soffiavano i venti freddi.

Gli inverni tra il 1654 e il 1667 sono stati, in media, più di 1 C° più fredda di quanto non siano oggi.
Infatti, durante la seconda metà del secolo, il mondo era letteralmente un posto freddo, così come più vuoto. In Cina, Polonia, Russia e l'Impero ottomano, la popolazione è diminuita di circa un terzo, mentre in alcune parti della Germania la popolazione è stata dimezzata.

Nel 1651, Thomas Hobbes ha avvertito che senza uno Stato forte, la vita sarebbe "solitaria, povera, sgradevole, brutale e breve". Un esempio di come erano gli imperatori in quel periodo lo troviamo anche nel famoso mito di Vlad III, che tanto ha ispirato il romanzo di Bram Stoker.

Vlad III di Valacchia (Sighișoara, 2 novembre 1431 – Giurgiu, 16 dicembre 1476) fu voivoda (principe) di Valacchia: nel 1448, dal 1456 al 1462 e infine nel 1476.
Figlio di Vlad II Dracul, era noto come Vlad Țepeș (IPA: /'tsepeʃ/) (Vlad “l'Impalatore”).


Negli anni della caduta di Costantinopoli, combatté a più riprese contro l'avanzata dell'Impero ottomano nei Carpazi, provocando le ire del sultano Maometto II. Entrato in conflitto col Regno d'Ungheria, allora retto da Mattia Corvino, venne imprigionato nel 1462 dal sovrano ungherese e ritornò al potere dopo un decennio come suo vassallo. Venne ucciso in circostanze misteriose nel 1476.

Il voivoda Vlad III fu celebre fonte d'ispirazione per lo scrittore irlandese Bram Stoker per la creazione del suo personaggio più famoso, il conte Dracula, protagonista dell'omonimo romanzo. Questo principe visse nel periodo di entrata dell'attività solare del cosiddetto Minimo di Spoerer che durò dal 1450 al 1550 e fu responsabile di atroci sistemi di tortura.

Sfruttando il malcontento contadino nei confronti dei grandi proprietari terrieri, Vlad, dopo un breve periodo passato in Moldavia perché sconfitto dai boiardi, decise di liberarsi in maniera risoluta di tutta l'opposizione. In una serata del 1459, dopo avere invitato 500 boiardi a cena, in segno di riappacificazione, li fece impalare tutti attorno al suo palazzo di Tirgoviste.


 a lato Boiardi condannati all'impalamento da Vlad Tepes nel 1459 (incisione di Strasburgo)

L'impalamento, appreso in Turchia, consisteva nell'infilare un palo unto di miele su per l'intestino, finché usciva, senza ledere organi vitali, da una scapola: il palo veniva poi infisso nel terreno e l'agonia poteva durare giorni.

Oltre all'impalamento Vlad usava altre torture ed esecuzioni capitali: scuoiamento, rogo, decapitazione, olio bollente, fino agli incendi dei villaggi. Si è calcolato che nel corso della sua vita mandò a morte almeno 100.000 persone, escludendo ovviamente i nemici caduti in battaglia.

Particolarmente selvagge furono le persecuzioni nei confronti dei mercanti tedeschi, che dalla Transilvania scendevano in Valacchia: forse per questo le cronache sulle crudeltà di Vlad vengono quasi esclusivamente dalla Germania.

Successivamente risolse, a suo modo, il problema dei questuanti del regno, riunendoli in un palazzo e dando loro fuoco. Sistemata la Valacchia, si trasferì in Transilvania, dove maggiore era il malcontento per le sue efferatezze, e qui, in una sola notte, fece impalare ben 20.000 persone.

 La prima moglie fu proprio una sedicenne transilvana, comprata per cento sacchetti d'oro, dalla quale ebbe due figli, prima che la donna si suicidasse gettandosi dalle mura del castello di Curtea de Arges, per la cui costruzione Vlad III aveva organizzato una vera e propria deportazione di massa.

La seconda moglie, sposata per ragioni di stato, fu invece una parente del re ungherese Mattia Corvino, che era disposto ad aiutarlo a condizione che lui s'impegnasse militarmente contro i turchi.

Ma Vlad III in realtà ebbe molte amanti, che spesso trattava con estrema durezza, come quando, p.es., a una di origine zingara che gli confessò per gioco d'essere incinta, sbudellò il ventre per sincerarsene.

Negli anni 1461-62 gli eserciti di Vlad fermarono a più riprese l'avanzata ottomana nei Balcani (suo fratello Radu combatteva invece a fianco dei turchi). Famose le battaglie di Giurgiu e di Turnu.
Il 5 febbraio 1462 egli invia al re di Ungheria, Mattia Corvino, un racconto dettagliato di una spedizione anti-turca con annesse 23.000 teste, tra cui molte di donne e bambini.

Vlad III era molto coraggioso sul campo di battaglia, amava dirigere i propri soldati combattendo in prima fila. In quegli anni, con un esercito di soli 30.000 uomini, si oppose praticamente da solo al dilagare dei turchi, il cui esercito nei Balcani superava le 250.000 unità.

Un'altro esempio di come la società andò al collasso lo troviamo nel periodo di Dalton. Il Minimo di Dalton fu un periodo di bassa attività solare che andò dal 1790 al 1830 circa. Fu così chiamato dal nome del meteorologo inglese John Dalton che lo osservò. Come il Minimo di Maunder e il Minimo di Spörer, il minimo di Dalton coincise con un periodo di temperature globali sotto media.  Per esempio, la stazione meteorologica di Oberlach, Germania, registrò una diminuzione di 2 °C in venti anni.

Inoltre, il cosiddetto "anno senza estate", il 1816, si verificò in pieno minimo. Con l'entrata di questa nuova profonda attività solare si assistette in Islanda all'eruzione di cui abbiamo prima fatto riferimento ma qualcosa di peggiore accadde nel 1816, l'Anno Senza Estate, causato dalla colossale eruzione del vulcano Tambora.

Una testimonianza, tratta dalle cronache di uno storico di Cervignano del Friuli:
"Si uccisero buoi, asini, cavalli, cani e gatti per sfamarsi, specie in aprile e maggio. In. autunno erano poche le famiglie che avevano bestie per il lavoro della terra. Alcune famiglie cedettero case e campi interi per poche staia di grano e fecero affaroni quelli che ne avevano in serbo".

Infine, una notizia tratta dalle note storiche del comune di Rovigo:
"anno infausto che sarà ricordato a Rovigno come l'anno della fame e della carestia. Il rovignese Filippo Ferrara viene impiccato per aver rapinato una donna di un pò di frumento che, per l'estrema fame, aveva avidamente mangiato a manate ".

I fatti e le testimonianze storiche ci spiegano chiaramente che questo genere di cose non accadono durante i periodi di forte caldo, ma durante quelli di freddo. Ironicamente se fu proprio l'eruzione del vulcano Laki e il cambiamento climatico che ne seguì a portare alla Rivoluzione Francese e successivamente all'ascesa dell'impero di Napoleone, è anche vero però che fu il gelo portato dai vulcani a comportarne la caduta.


Le ultime campagne militari di Napoleone Bonaparte, dalla disastrosa campagna di Russia del 1812 alla sconfitta di Waterloo nel 1815, vennero fortemente condizionate dalle pessime condizioni meteorologiche. Queste tuttavia vennero precedute da eruzioni vulcaniche di notevole entità che liberarono nell'atmosfera grandi quantità di gas e pulviscolo.

Il 29 giugno, poco dopo che la Grande Armata francese entrò Russia, c'è stato un tremendo temporale.
Jean-Roch Coignet a seguito ricordò: "La grandinata è stata così violenta che abbiamo avuto grande difficoltà nel controllare i nostri cavalli ... erano mezzi morti di freddo, e non in grado di resistere più a lungo, mi sono aperto uno dei miei carri e mi sono rifugiati dentro."

Nel frattempo, il 4 luglio dello stesso anno, nel paese dei nemici inveterati di Napoleone l'inglese John Constable dipinse un tramonto dietro West Lodge.

Entrambe le immagini mostrano tramonti notevoli.

Qual'è la connessione tra il soldato tremanti di freddo e l'artista di talento?

La risposta può essere una sorpresa - eruzioni vulcaniche - o più in particolare gli effetti prodotti dalla cenere, polvere e gas che si riversarono in atmosfera. Negli anni precedenti al 1812, una pletora di eruzioni vulcaniche in tutto l'emisfero settentrionale aveva completamente sconvolto i normali modelli climatici. Le conseguenze per l'esercito invasore di Napoleone dovevano essere assolutamente terribili.

Verso la fine del Settecento e, negli anni dell'impero vi erano molte di queste eruzioni che influenzarono il clima lontano come nella Siberia e l'Alaska e, quando i soldati francesi avevano attraversato l'Europa in risposta alle numerose coalizioni schierate contro di loro, il cielo era già pieno di polvere, gas e ceneri che hanno comportato fantastici tramonti e belle albe rosee.
La rivoluzione francese del 1789, che distrusse l'ancien regime, era in parte un prodotto di condizioni create da un'ondata di attività vulcanica sull'Europa.

Così i vulcani hanno indirettamente aiutato Napoleone a giungere al potere e la fatidica eruzione del Tambora in aprile 1815 ha giocato ironicamente un ruolo significativo nella sua caduta.
Nella generazione precedente eventi simili avevano avuto effetti epocali. Una serie di grandi eruzioni nel 1783-1785 quasi sembrava annunciare l'avvento della Rivoluzione Francese.

Il cataclisma che si è verificato ad Asama, Giappone nel 1783 è stato concomitante con quello del Laki in Islanda di cui prima abbiamo fatto menzione. Sembrerebbe che le eruzioni vulcaniche abbiano la loro maggiore influenza nelle alte latitudini - come la Grande Armata avrebbe scoperto quasi trenta anni dopo. I dati degli anelli degli alberi dall'Alaska, Yukon e la valle Mackenzie mostrano che "nel 1810 è stata l'estate più fredda su tutta la regione ...".

Di aggiunta importanza, per quanto riguarda l'invasione del 1812, un'eruzione 'sconosciuta' aveva avuto luogo nel 1809, secondo ai dati degli anelli degli alberi: "La gravità e l'estensione nello spazio delle gravi condizioni in tutto il Nord America occidentale nell'estate del 1810 supporta ipotesi precedenti di una grande eruzione vulcanica nel 1809 per la quale non vi è alcuna prova storica."
Vedremo tutte le ramificazioni di questa eruzione 'extra' in cima a tutto il resto dopo. Nel 1783 e negli anni successivi, le temperature insolitamente fredde hanno portato alla perdita dei raccolti e carestie diffuse in tutta Europa.

 Così: "La grande rivoluzione francese, uno dei più grandi eventi della storia moderna, è stato portato a testa dalla carestia.  Questo è stato il 'triennale congelamento' del 1784-1786." coloro che hanno solo sentito parlare delle condizioni sociali e politiche che hanno portato alla Rivoluzione necessitano di considerare come un ventre affamato colpisca la "politica".

È interessante notare che nella Grande Ritirata del 1812 non è stato il freddo che ha chiuso la via degli uomini, ma la mancanza di cibo secondo Dominique Jean Larrey, rispettato capo chirurgo di Napoleone.

Egli ha anche notato come il caffè abbia contribuito a mantenere i morsi della fame a bada.
Napoleone era particolarmente sensibile al freddo e si lamentava continuamente di quando lui e Caulaincourt ritornarono a Parigi con la slitta dopo la notizia della congiura di Malet da loro raggiunta vicino Vilna nel 1812.

I resti della Grande Armata ancora alle prese fuori della Russia sono stati lasciati nelle mani incapaci di Murat e l'ordine è stato ripristinato solo quando Eugenio Beauharnais ha assunto il comando.
Napoleone ha vissuto durante gli ultimi decenni della cosiddetta Piccola Età del Ghiaccio che durò dal 1250 circa al 1850.

Quindi, si deve tener presente che il raffreddamento atmosferico che ha seguito le eruzioni vulcaniche, che riempivano il cielo di particelle e gas che bloccavano il sole, si è verificato in un contesto di già temperature basse per gli standard storici. Ironia della sorte, l'ultima Fiera del Ghiaccio sul Tamigi si è tenuta nel 1814, anno della prima abdicazione di Napoleone.

L'eruzione del Laki del 1783 è stata solo l'inizio, l'accordo apre in una sinfonia di distruzione.
Seguita da una raffica di eruzioni vulcaniche, ciascuna aggiungendo ancora più polvere nell' atmosfera.
L'Etna era attivo nel 1780, 1792-93, 1802 e 1809 e ci fu una grande eruzione dal 27 Ottobre 1811 al maggio 1812 - un mese prima che la Grande Armata entrasse in Russia.

Il vulcano Urzelina nelle Azzorre entrò in eruzione nel 1808. Quell'anno in Inghilterra, Luke Howard aveva notato un anomalo brillante crepuscolo. L'anno seguente Constable dipinse un altro meraviglioso dipinto di polvere di ispirazione con il fiume Stour al tramonto quando l'Etna aveva eruttato.

E gli effetti del vulcano 'sconosciuto' devono anche essere presi dentro nel 1811, così come la grande eruzione in corso sull'Etna, vi era una maggiore attività vulcanica delle Azzorre e il Vesuvio eruttò anche quell'anno. Nelle Indie Occidentali sull'isola di Saint Vincent, il Soufriere eruttò nel 1811 e aprile 1812 - di nuovo poco prima dell'invasione della Russia.

Così non dovrebbe essere una sorpresa che nella stessa Russia, la primavera sia arrivata tardi, nel 1812, e quindi i raccolti erano acerbi, quando arrivarono i francesi, l'estate era incredibilmente calda e polverosa, rotta da torrenziale acquazzoni artici come descritto da Coignet, l'autunno era insolitamente mite e l'inverno è stato uno dei peggiori mai registrati. Era quasi come se la natura avesse cospirato per testare la distruzione di un'esercito di 500.000 soggetti - a vedere solo ciò che gli esseri umani erano in grado di sopportare.


In The Boy with the U.S. Weather Men of 1917, si afferma: "C'erano stati alcuni tramonti meravigliosi nel corso degli anni 1810 e 1811 e la primavera del 1812, ma nessuno degli scienziati di quel tempo aveva pensato di osservarli o di trovare un significato su di loro, né nessuno di loro immaginava che tale potrebbe avere alcun effetto sul tempo."

Prima dell'invasione e con la sua solita accurata attenzione ai dettagli, Napoleone aveva fatto indagini sulla natura del clima russo e gli era stato detto che fino a quando si è ritirato prima della metà del mese di novembre, il peggio del clima invernale non avrebbe inciso i suoi piani.

Tuttavia, con le eruzioni di San Giorgio nelle Indie Occidentali nel 1810, l'Etna in Sicilia nel 1811 e Soufrière nel 1812, ci fu un "continuo rifornimento dei magazzini di polvere vulcanica," nell'atmosfera - e fu il glorioso impero di Napoleone che stava per scomparire in questi combinati tramonti alimentati dalla polvere vulcanica.

  L'eruzione del Soufriere da Turner 1815

Ora possiamo tornare a un Coignet tremante mentre osserva la devastazione operata da tale grandinata epica il 29 Giugno 1812: "La mattina dopo uno spettacolo straziante incontrò i nostri occhi ... il terreno era coperto di cavalli che erano morti di freddo. Più di diecimila erano morti durante la notte di orrore ".

Tale cifra è bene ripeterlo - diecimila ! Non c'è da stupirsi che nei prossimi mesi non ci sarebbe stata abbastanza rimonta per l'esausta cavalleria francese per tenere i predoni cosacchi a bada.
Quindi, a meno di una settimana dopo che la Grande Armata entrasse in Russia, molti della cavalleria francese furono costretti a camminare a piedi e in stivali e questo non è stato facile.
I soldati appiedati fortunati trovano un giro sui piccoli cavalli indigeni della Lituania e la Russia.

Ma in questo disastro non era cosa da ridere. C'era ben poco per nutrire i cavalli che erano sopravvissuti alla tempesta. Segale verde trovata nei campi abbandonati uccise gli animali che si alimentavano di essa. Senza avena nutrienti, i cavalli che tirano l'artiglieria, in particolare, sarebbero stati presto soccombi alla malattia e alla stanchezza.

E questo non sarebbe stato senza la stupidità di Murat, per lui continuava a spingere i suoi uomini sul come vivere e non permetteva loro di far riposare se stessi o i loro animali. I cavalli sellati svilupparono piaghe sulla schiena e furono esauriti da spedizioni futili inseguendo i cosacchi che costantemente spaventavano l'esercito. Tutto sembrava andare per il verso sbagliato e tutto mentre i cieli stavano preparando un inverno di proporzioni bibliche.



Un terrore istintivo sembrò superare l'esercito. Karl von Suckow tardi scrisse: "Non un anima viva, non un abitante dei villaggi che abbiamo attraversato ... Queste marce eccezionali, aggiunte alle grandi carenze che abbiamo dovuto sopportare, hanno diluito le nostre file a un livello inaspettato, e migliaia degli uomini sono scomparsi nel giro di pochissimo tempo. Centinaia si sono uccisi ... "

Il capitano Fritz, che serviva con i russi aggiunse: "L'aria lungo le ampie piste di sabbia che attraversano pinete infinite era davvero come un forno, con un caldo opprimente non alleviato dal minimo soffio di vento."

Già lui aveva servito con Wellington in Portogallo e in Spagna, ma non aveva mai vissuto un tempo così intollerabile prima. I russi in ritirata avevano viaggiato di notte per sfuggire alle condizioni diurne come quelle di un forno. Il Conte Wedel che stava servendo nei lancieri polacchi ha descritto la vita in servizio all'avamposto: "i cavalli sono stati raramente disarcionati, e mai di notte, perché abbiamo sempre dovuto essere appositamente preparati per gli attacchi di notte, dal momento che un centinaio di cosacchi, conoscendo il quartiere e ogni pista di esso, potrebbero senza pericolo per sé mettere creare turbolenza in un intero corpo d'armata . "

In Lituania, una intera provincia era caduta senza colpo e ora centinaia se non migliaia di soldati della Grande Armata diminuiti in volta, dalla fame, il freddo, il caldo o la disperazione semplicemente mitigata. Quelli che arrancavano erano spesso tutt'altro che sani.

Heinrich von Roos un medico anziano con corpo di cavalleria di Mountbrun in direzione di Smolensk descrive come: "Il 23 luglio siamo arrivati sotto la pioggia battente al fiume Dvina, che abbiamo avuto l'ordine di attraversare. Non c'era ponte. Per diversi giorni non eravamo stati a secco, e ora un bagno freddo non era piacevole per nessuno, tanto più perché eravamo in una condizione di malato." Molti di loro avevano la diarrea e Roos ha cercato di alleviare il loro disagio con camomilla e tè di menta piperita finché si è scoperto che il brodo denso ha aiutato i malati.

E' stato facile dire se un accampamento appartenesse ai francese o ai russi in ritirata - gli escrementi del nemico erano normali, quello della Grande Armata poteva essere intuito. Trattare con i sintomi di diarrea, mentre a cavallo era disordinato fu difficile per non dire altro. Entrambe le piogge torrenziali e le condizioni di asciutto e polveroso altrimenti oppressive sono il diretto risultato di tutte quelle eruzioni vulcaniche. Il vero nemico della Grande Armata era il tempo.


Con il tempo in cui Napoleone raggiunse la città di Smolensk in pieno agosto la sua posizione sia politicamente che militarmente era estremamente imbarazzante. Non era riuscito a portare i russi in battaglia e lo stato del suo esercito, in particolare la cavalleria, lasciava molto a desiderare.
Era come se il destino stesse preparando gli uomini demoralizzati e sfiniti, e i cavalli malati al totale oblio. Affamati, se non morti di fame, deboli e disorientati, sarebbero stati disegnati su fino alle porte di Mosca e dopo la battaglia di Borodino, che avrebbe tagliato una fascia insanguinata attraverso coloro che avevano sopportato finora, i sopravvissuti decimati si troverebbero di fronte a un ritirarsi di centinaia di chilometri nei denti del tempo peggiore inverno in un centinaio di anni.
Il palco era stato fissato - ora avrebbero affrontato il sipario.



Ma prima che la temperatura crollasse c'era un insolito intermezzo autunnale. Napoleone ha dichiarato che Mosca, che aveva ormai occupato, era mite come Parigi, allo stesso tempo dell'anno. Fatalmente, egli indugiava in città, in attesa di proposte di pace dallo zar Alessandro che non arrivavano mai. E ogni giorno le mascelle d'acciaio dell'inverno avevano cominciato a chiudersi sul suo ignaro dell'esercito.

Brett-James osserva: "avvertimenti circa l'inverno imminente sono stati ignorati o trattati con disprezzo. E' vero che ottobre è stato eccezionalmente mite per la Russia ... Quando il generale Rapp gli ha detto:' I nativi dicono che avremo un inverno rigido. "Napoleone rispose sprezzante: "Bah! Tu e i tuoi nativi! Guarda quanto mite è."

Ma nessuno poteva sapere quanto male che stava per arrivare e dopo tutte le storie dell'orrore che aveva sentito sul tempo, Napoleone era stato cullato in un falso senso di sicurezza da parte di un autunno mite.

Dopo Murat fu sorpreso a Vinkovo ​​il 18 ottobre, la Grande Ritirata era iniziata. Ormai a solo 107.000 uomini rimasero sotto le armi. Avevano lasciato Mosca gravata da saccheggio, quasi sonnambulismo mel disastro. Quando le cose non possono andare peggio - spesso lo fanno. Così è stato nel 1812 per la fuga dei contingenti francesi e alleati che costituivano i resti della Grande Armata, una volta orgogliosa.

Poi oltre alle temperature più basse causate dalle numerose eruzioni vulcaniche prima del 1812, c'era anche l'attività molto meno solare - il cosiddetto minimo di Dalton. La mancanza di macchie solari che indicano temperature più basse sulla Terra potrebbero aver aggravato la già terribile concatenazione di eventi riguardanti il clima sulla Russia nel 1812. E c'è ancora di più. L'effetto di El Niño potrebbe aver avuto un ruolo nella distruzione del più grande esercito del mondo visto nel periodo.

Nel suo libro El Niño nella Storia: Storming Through The Ages, Cesar Caviedes descrive come una transizione da un El Niño a La Niña può influenzare il tempo: "Un altra rapida transizione di El Niño-La Niña fu nel 1812 - quando l'autunno si rivolse a una brutale inverno in un paio di settimane - immergendo le temperature a -30 gradi Fahrenheit, rendendo la ritirata di Napoleone da Mosca un disastro.  Aveva perso il 90 per cento dei resti del suo esercito durante la prova di sette settimane. "

E se tutto questo non bastasse, gli uomini di Napoleone erano ancora a combattere l'esercito russo e sciami di cosacchi, come hanno fatto lungo la strada fuori dal paese ottenebrato.

Ora le alte latitudini avevano un altro effetto debilitante: "I giorni rapidamente si stavano accorciando significando lunghe notti fredde ... Mai i giorni erano diventando più brevi e le albe ed i tramonti rossi rossi".  Per aggiungere all'incubo crescente, le truppe erano vestite in uniformi estive e molte, da climi più caldi del sud, erano totalmente inutilizzabili per il tempo artico.



Ormai era ognuno per sé. Inciampando, nei cadaveri congelati - non potevano essere chiamati soldati.
Sono morti al largo a strati come una cipolla, quelli sul retro sono morti prima. Intorno ai corpi ululavano i lupi che banchettavano come mai prima. Gli spietati cosacchi perseguitavano coloro che barcollavano, spogliandoli nudi dopo aver fatto loro prigionieri e costringendoli a camminare a piedi nudi in un inferno artico. Oppure i contadini furiosi avevano comprato anche i prigionieri per alcuni copechi in modo che potessero colpire il cervello su tronchi disposti per lo scopo.
Non era più la guerra, era pura macelleria, omicidio a titolo definitivo.




Quando i fuggiaschi disperati hanno raggiunto il fiume Beresina ci fu un altra terribile scoperta: "L'esercito francese aveva ormai raggiunto le paludi, ma il tempo era in lotta per la Russia. Proprio in questo momento, un disgelo improvviso e inaspettato giunse, rendendo la palude una palude ... L'inverno era prima, l'inverno era alle spalle, i russi sulla barriera. "

E tutto questo è stato il risultato di quei vulcani turbolenti, meno calore da un sole quasi senza macchie e il passaggio di El Nino alla Nina. Che possibilità avevano Napoleone la Grande Armata?

La campagna è stata condannata fin dall'inizio. Centinaia di migliaia di scheletri sono stati lasciati sparsi attraverso le pianure per registrare questa vittoria della natura sull'uomo. Nei venti ululanti e il freddo della morte, i resti di una macchina da guerra, una volta orgogliosa sono stati coperti dalla neve che cade da un cielo plumbeo. Per ogni granello di polvere vulcanica che era stato lanciato nell'atmosfera ora c'era una tomba, coperta da scaglie di ghiaccio. Sembrava che ogni indicazione di passaggio dell'esercito dovesse essere cancellata, ogni cadavere messo a riposo sotto una coltre di neve che non perdona.

Tutto questo potrebbe ripetersi anche nel prossimo futuro, quando l'attuale crisi solare scenderà a livelli ancora più bassi.

Nota:
La conclusione a cui uno scienziato di competenza arriva sul clima è chiaramente che i periodi freddi sono la causa di guerre e regressi sociali; le condizioni di clima caldo invece sono l'esatto opposto, nonostante oggi si pensi ancora che il clima si stia scaldando.
Ero scettico anch'io circa il fatto di paragonare i sostenitori del riscaldamento globale antropico a una visione dogmatica e chiusa che non ammetteva i pro ma alcuni recenti fatti mi hanno fatto cambiare idea.

Alcuni hanno evocato gli eco-gulag per gli scettici del Riscaldamento Globale; il ghiaccio marino dell'Antartide si stà espandendo a livelli record eppure si dice che sia il clima sempre più caldo la causa di tutto ciò; gli inverni sono diventati sempre più rigidi e nevosi e ancora diamo la colpa di un clima sempre più caldo; gli oceani dal 2007 hanno una tendenza al raffreddamento con fenomeni di El Nino sempre più deboli e Nina persistente, eppure dicono che il 2012 è stato uno degli anni più caldi di sempre anche se i continenti hanno visto quantità di neve e freddo che non si vedevano da decenni.
I fatti ci dicono altro, e questa tendenza conservatrice della "scienza differente" è proprio simile al comportamento che c'era nel Medioevo.

Meglio che a fare la scienza siano i fatti non gli incompetenti statistici dell'Ipcc, mi turberebbe molto per il futuro dei miei figli o delle future generazioni se fossimo ancora in mano e sotto l'educazione scolastica di questi soggetti incompetenti.


Fonti:
http://scienza.panorama.it/intorno-a-noi/Clima-il-riscaldamento-globale-fa-aumentare-le-guerre
http://expianetadidio.blogspot.it/2013/08/california-la-crescita-delle-squoie.html
http://www.theatlantic.com/international/archive/2013/08/hotter-weather-actually-makes-us-want-to-kill-each-other/278282/
http://9colonne.it/adon.pl?act=doc&doc=44471#.UhkPEBs9JYQ
http://www.meteoweb.eu/2013/06/la-devastante-eruzione-del-laki-nel-1783-prodomo-alla-rivoluzione-francese/209228/
http://appuntistoriauni.altervista.org/la-caccia-alle-streghe-diffusione-in-europa/
http://expianetadidio.blogspot.it/2013/03/grande-minimo-solare-e-influenze.html
http://planet.racine.ra.it/testi/macchie.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Vlad_III_di_Valacchia
http://www.homolaicus.com/storia/moderna/dracula/3.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Minimo_di_Dalton
http://www.meteogiornale.it/notizia/1184-1-cambiamenti-climatici-ed-eruzioni-vulcaniche
http://www.cataniacultura.com/blog110.htm
http://www.napoleonicsociety.com/english/tarttelin19.htm
http://expianetadidio.blogspot.it/2013/08/quando-il-mondo-era-davvero-in-collera.html

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