Lo zucchero raffinato è tra i maggiori
imputati dell’insorgere di quelle che vengono definite come malattie del
benessere: diabete, obesità, problemi legati al metabolismo,
ipertensione, danni a livello del fegato. Secondo studi recenti lo
zucchero raffinato sarebbe da considerare tra le cause che ogni anno
provocano la morte di 35 milioni di persone, con particolare riferimento
al diabete ed alle malattie cardiocircolatorie.
Uso e abuso di un alimento nocivo e di largo consumo presente nella nostra alimentazione
La presenza dello zucchero è del 14%
nella canna, del 17,20% nella barbabietola, insieme a clorofilla,
microelementi e minerali. In questa concentrazione e composizione, lo
zucchero, è un alimento di alto valore nutrizionale poiché contiene in
forma organica molte sostanze nutritive necessarie alla vita.
Alimento che assumiamo in modo alterato
attraverso dolci, caramelle, bevande commerciali, conserve, liquori,
prodotti salati, ecc, è il prodotto finale di una lunga trasformazione
industriale (circa 9 lavaggi chimici!) che uccide e sottrae tante
sostanze vitali, come le vitamine presenti appunto nella barbabietola o
nella canna da zucchero.
Le sostanze zuccherine sono alimenti
importantissimi della nostra dieta poiché rappresentano la fonte
primaria per la produzione di energia necessaria all’organismo e per
questo motivo devono essere completi di tutto ciò che la natura ha loro
fornito per cedere al nostro corpo, la loro ricchezza.
Perché lo zucchero bianco, è una sostanza nociva?
Lo scienziato Dr. M.O. Bruchner,
specialista delle malattie interne, primario dell’ospedale Eben Ezer,
LemgoLippe, (Germania), dopo diverse ricerche scientifiche sostiene che
l’uomo necessita di carboidrati “zuccheri” per la sua attività vitale,
quali fattori di energia. Di conseguenza viene da pensare: lo zucchero è
uno degli alimenti più favorevoli per produrre energia, insieme ad
altri zuccheri derivati da farina bianca come pane, pasta, riso, patate.
Gli zuccheri industriali, quindi le farine bianche come pure lo
zucchero d’uva, il fruttosio, l’aspartame, il saccarosio per esempio
fabbricati sinteticamente, nel corpo agiscono ben diversamente.
Per la loro decomposizione e
disposizione necessitano delle stesse vitamine, sostanze minerali ed
enzimi come tutti gli zuccheri di frutta e amidi naturali, ma questi
ultimi contemporaneamente li forniscono, mentre gli altri ne privano il
corpo (andando a pescare nelle ossa, nelle cartilagini, nelle strutture
tendinee ecc.) impoverendolo da un lato e disorientando le sue funzioni
dall’altro. Purtroppo la scienza ha sempre voluto trascurare questo
problema che è alla base di molte malattie a carattere infiammatorio
autoimmunitario.
Dove passa lo zucchero che distrugge,
arriva la medicina che tenta di riparare curando gli effetti del
diabete, del colesterolo, della pancreatite, della iperglicemia ecc. Il
consumo abituale dello zucchero bianco distrugge in gran parte le
vitamine del gruppo B. La vitamina B1 d’altro canto è necessaria per
l’assimilazione dei carboidrati.
La vitamina B
Quanto più zucchero viene introdotto, tanto maggiore è il fabbisogno di Vitamina B1, poiché esso l’asporta, causando:
- Lesioni ai tessuti nervosi; dato l’alto fabbisogno di vitamina B1, essi perdono assai presto la loro capacità di funzionamento.
- La vitamina B1 permette, in presenza di magnesio, la così importante decomposizione dell’acido lattico (prodotto di degradazione del glicogeno [glucosio immagazzinato]). Per mancanza di vitamina B1 aumenta il contenuto di questi acidi nel sangue e nei tessuti e ne sono soprattutto coinvolte l’ attività cerebrale e cardiaca.
- La B1 regola il giusto scambio dell’insulina nel corpo. La sua carenza è causa di diabete.
- La carenza di B1, causa inoltre una modifica nell’economia fosforica (ricordo che il fosforo è un minerale molto importante ai fini di molti processi metabolici) e un’elaborazione insufficiente del glucosio, che si manifestano con malattie cardiache croniche.
- La B1, regola lo scambio dell’albumina (proteina del plasma prodotta dal fegato che regola in un certo senso i liquidi cellulari e le varie pressioni all’interno della cellula) e dei nuclei cellulari. La sua presenza abbatte gli stadi preliminari dell’acido urico prevenendo malattie degenerative come gotta, artrite ecc.
- La carenza di B1 causa anormalità nella pressione del sangue, e nella sudorazione.
- La B1 è necessaria per la sintesi degli acidi grassi essenziali (i famosi Omega 3 – Omega 6), che hanno il potere di arrestare l’arteriosclerosi.
- La carenza di B1 causa disturbi nella formazione dell’acido cloridrico (prodotto per la digestione) nello stomaco, l’affievolimento e la degenerazione della muscolatura intestinale ed anche la degenerazione dei vasi sanguigni capillari, con conseguenti dilatazioni, ed emorragie.
- La carenza di B1 fa sentire il bisogno di stimolanti come alcool, carne, caffè, tè, cioccolato, tabacco, poiché determina l’indebolimento degli effetti stimolanti dell’adrenalina.
Questi sono soltanto degli effetti più gravi causati dalla carenza di vitamina B1.
Spesso a stati carenziali metabolici
come i problemi relativi al calo delle difese immunitarie, il medico
dietologo, integra l’alimentazione con le vitamine del gruppo “B”, ma
non consiglia al paziente di “abolire” lo zucchero bianco e limitare
l’uso delle farine bianche; è come dire all’obeso di continuare a
mangiare come fa di solito ma con la sola eccezione di mettere la
saccarina nel caffè oppure consigliare l’aspirinetta o altro “come per
esempio il doppler alla carotide” al cardiopatico che divora ogni giorno
quantità ingenti di cibo e magari sta morendo!
Ma non è finita… La carenza di vitamina
“B” causa disturbi nell’assimilazione degli zuccheri, crampi e ostacola
pure la formazione dei globuli rossi, poiché i composti del ferro sono
male utilizzati. Gli occhi non distinguono i colori e perdono la potenza
visiva all’imbrunire; spesso è ostacolato il normale sviluppo del feto,
con conseguenti malformazioni, accorciamento delle ossa delle braccia e
delle gambe, della mandibola, fusione delle dita e delle costole,
fenditure del palato e persino aborti, parti prematuri e nati morti.
Consideriamo inoltre ciò che può ancora
causare lo zucchero quale distruttore dell’Acido Nicotinico, altro
membro del gruppo delle vitamine B. Esso aiuta a promuovere le
ossidazioni, vale a dire la combustione e la scomposizione dei prodotti
intermedi del ricambio, degli zuccheri. Inoltre esso è di aiuto
nell’utilizzazione dei grassi e delle proteine, nella trasformazione di
sostanze minerali e degli ormoni, e partecipa in modo determinante alla
respirazione cellulare, vale a dire allo scambio di assunzione
dell’ossigeno e di eliminazione dell’acido carbonico nelle cellule (un
prodotto del metabolismo cellulare).
Vanno ancora aggiunti come effetti
nocivi all’uso abituale di zucchero bianco i più svariati quadri
morbosi, fra cui: stanchezza, insonnia, debolezza nervosa, stati
depressivi, mal di testa, disturbi nel ritmo del sonno, facile
sudorazione, crampi e intorpidimento delle estremità, debolezza
muscolare, inappetenza o bulimia (appetito insaziabile), stitichezza,
atonia gastrica e intestinale, assenza di succhi gastrici, bruciori di
stomaco, dismenorree (mestruazione dolorosa), metrorragie (perdita di
sangue di origine uterina), aborti e parti prematuri, disturbi cardiaci e
circolatori, anemia, disfunzioni ghiandolari, pruriti, infiammazioni
della lingua, delle gengive e della laringe. ecc.
Lo zucchero raffinato ci sottrae anche l’acido pantotenico facente parte del gruppo “B”
La sua mancanza blocca addirittura
l’effetto delle altre vitamine e ostacola la giusta rigenerazione del
sangue e delle mucose. L’acido pantotenico agisce inoltre quale
epatoprotettore (protettore del fegato) e aiuta la funzione della
tiroide. I bruciori ai piedi e alla pianta dei piedi, con dolori
passeggeri, fulminei agli arti inferiori, combinati ad arrossamento o
colore bluastro della pelle, come pure la formazione della forfora sono,
altri sintomi di carenza di questa vitamina. Lo zucchero raffinato per
poter essere utilizzato sottrae inoltre anche altre vitamine e sostanze
minerali importanti tra le quali vitamina E, H, con possibili altri
danni causati da queste carenze.
Come viene prodotto lo zucchero bianco?
Meno di due secoli fa lo zucchero bianco
non esisteva e l’unica fonte dolce, oltre al miele e alla frutta, era
rappresentata dallo zucchero di canna integrale importato dai tropici.
Come conseguenza delle guerre napoleoniche, l’Europa smise di importare
lo zucchero dalle Americhe. Napoleone ebbe allora la brillante idea di
estrarre lo zucchero dalla barbabietola. Essendo il prodotto
dell’estrazione poco gradevole al gusto, si completò l’opera con un
processo di raffinazione il quale, come avviene anche per la farina
bianca, provoca la perdita di vitamine e minerali producendo una
sostanza chimica pura e morta, ma bianca.
Il succo zuccherino proveniente dalla
prima fase della lavorazione della barbabietola o della canna da
zucchero, viene sottoposto a complesse trasformazioni industriali: prima
viene sottoposto a depurazione con latte di calce che provoca la
perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali
di calcio; poi, per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, il
succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica.
Il prodotto quindi subisce ancora un
trattamento con il velenosissimo acido solforoso per eliminare il colore
scuro e successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento,
cristallizzazione e centrifugazione. Si arriva così allo zucchero
grezzo.
Da qui si passa alla seconda fase di
lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale
e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato
con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal
catrame e quindi cancerogeno). Il prodotto finale è una bianca sostanza
cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo
zuccherino di partenza e viene venduta al pubblico per zuccherare
(avvelenare) gran parte di ciò che mangiamo.
Che cosa è rimasto del primo succo scuro
ricco di vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi che avrebbero
dato tutto il loro benefico apporto, di energia e di salute? Nulla!
Anzi, per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al
nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il calcio e il
cromo) per ricostituire almeno in parte quell’armonia di elementi
distrutta dalla raffinazione. Le conseguenze di tale processo digestivo
sono la perdita di calcio, nei denti e nelle ossa, con l’indebolimento
dello scheletro e della dentatura. Ciò favorisce la comparsa di malattie
ossee (artrite, artrosi, osteoporosi, ecc.) e delle carie dentarie che
affliggono gran parte della civiltà occidentale.
Cosa provoca il tossico zucchero bianco a livello intestinale?
A livello dello stomaco del pancreas e
del duodeno provoca quello che tutti i giorni o quasi riscontro a
studio: processi fermentativi con produzione di gas e tensione
addominale e l’alterazione della flora batterica con tutte le
conseguenze che ciò comporta (coliti, stipsi, diarree, formazione e
assorbimento di sostanze tossiche, ecc.).
Come faccio ad asserire questo?
Semplice, chiedo alle persone che si sottopongono ai miei trattamenti il
loro stile alimentare e puntualmente mi confermano che adottano
un’alimentazione “zuccherina”! Quindi questo prodotto così trasformato è
necessario alla buona salute?
È stato ampiamente verificato che le
popolazioni non raggiunte dalla cosiddetta “civiltà bianca” non sono
soggette a carie o altre malattie dei denti. Con l’arrivo dei bianchi e
dei loro prodotti alimentari raffinati (zucchero, dolciumi, alcool,
pane, pasta…), gli aborigeni dell’Australia, i Maori della Nuova
Zelanda, gli Indios del Perù e dell’Amazzonia, i Pellerossa del
Nordamerica ecc. hanno anch’essi cominciato ad essere soggetti alle
stesse malattie dei bianchi; l’incidenza della carie, che prima era una
malattia a loro del tutto sconosciuta, è arrivata a colpire fino al 100%
cosi come le altre malattie dell’organismo dall’artrite reumatoide
all’osteoporosi, alle malattie autoimmuni ecc ecc.
Il pericoloso zucchero bianco ha una
grossa influenza sia sul sistema nervoso sia sul metabolismo, creando
prima stimolazione poi depressione. In realtà si crea una vera forma di
dipendenza, come avviene con la droga, a tutti gli effetti! Ciò è
causato dal rapido e violento assorbimento dello zucchero nel sangue che
fa salire la cosiddetta glicemia. Di fronte a tale subitanea salita, il
pancreas (l’organo per eccellenza che gestisce gli zuccheri) risponde
immettendo insulina nel sangue e ciò provoca una brusca discesa del
tasso glicemico detta “crisi ipoglicemica” caratterizzata da uno stato
di malessere, sudorazione, irritabilità, aggressività, debolezza,
bisogno di mangiare per sentirsi di nuovo su di tono (il classico stato
down che avverte il tossicodipendente). La conseguenza di questa caduta
degli zuccheri è l’immissione in circolo, da parte dell’organismo, di
altri ormoni atti a far risalire la glicemia.
Questi continui “stress” ormonali con i
loro risvolti psicofisici determinano un esaurimento delle energie con
l’indebolimento di tutto l’organismo e impoverimento del sistema
immunitario.
Quando mangiamo 50 gr. di zucchero
bianco, la capacità fagocitaria dei globuli bianchi si riduce del 76%
(ossia la capacità di questi organi a combattere le infezioni) e questa
diminuzione del sistema di difesa dura circa 7 ore. Le gravi malattie
che oggi affliggono l’umanità (cancro, AIDS, sclerosi, malattie
autoimmuni, ecc.) nascono proprio da un indebolimento immunitario del
quale lo zucchero bianco e l’alimentazione raffinata sono senz’altro tra
i maggiori responsabili. I danni dello “squisito veleno” bianco sono
tanti altri ancora e a tutti i livelli, per esempio, circolatorio (con
l’aumento di colesterolo e danni alle arterie), epatico, intestinale,
ponderale (con l’aumento di peso e l’obesità), cutaneo ecc., ecc.
Ipotizziamo, ad esempio, di bere quattro tazzine di caffè zuccherato
nell’arco della giornata: 40 g di zucchero corrispondono a 160 kcal che
noi assumiamo come calorie vuote, prive di vitamine e minerali. Sarebbe
molto diverso se le stesse 160 kcal le assumessimo sotto forma di riso
integrale avena, orzo, miglio, o frutta dove risulterebbero accompagnate
da fibre, enzimi, vitamine e sali.
Se a questi primi 40 g di saccarosio
aggiungiamo biscotti o marmellata o brioche o corn-flakes per
colazione, un bel bicchiere di una qualche bibita gassata a pranzo, un
gelato o uno snack al cioccolato o una brioche al pomeriggio, il gioco è
fatto. Non dimentichiamoci però le salse (ketchup, maionese,
cocktail…), i cibi inscatolati (piselli, mais), gli aperitivi: anche
loro contengono saccarosio nascosto. Se sommiamo tutto questo zucchero,
senza esagerare, arriviamo addirittura a 500 kcal. Ciò significa che
delle 2000 kcal circa che dovremmo quotidianamente introdurre, solo 1500
sono rappresentate da cibi veri e propri, il resto sono calorie vuote,
con una carenza del 25% circa del fabbisogno giornaliero di vitamine e
minerali.
L’uomo moderno, di fronte agli zuccheri
ma anche ai grassi, assume un atteggiamento pressoché identico a quello
dell’uomo preistorico. Anticamente l’umanità viveva alla ricerca
continua di cibo con cui sfamarsi e il reperimento di frutta matura o di
un favo di miele veniva vissuto come un’occasione da non lasciarsi
sfuggire: di fronte a tali leccornie l’atteggiamento era quello di
sfruttarle al massimo, rimpinzandosi per bene così da accumulare più
energia possibile, in previsione di tempi di magra. La mente e il corpo
dell’uomo del ventunesimo secolo non sono cambiati molto e di fronte a
torte farcite, brioche alla crema e dolci al cioccolato ragioniamo e ci
comportiamo esattamente nello stesso modo: nasce dentro di noi un
desiderio incontrollabile che ci spinge a grandi abbuffate nel tentativo
di farci delle scorte, come se un’altra occasione non dovesse capitarci
mai più e dimenticando che la nostra dispensa è colma di altrettante
schifezze. Per chi ha occhi per vedere, orecchie per sentire, nonché un
cervello che funzioni, tutto questo dovrebbe essere sufficiente per
portarlo a riesaminare le sue abitudini “dolcificanti” e a correggerle
per una vita migliore.
Alternative allo zucchero raffinato: La
Melassa, il succo d’Agave, lo sciroppo d’Acero, il Malto d’Orzo,
l’Amasake, la Stenia, il Miele, Lo Zucchero di Canna Integrale e non
Raffinato.
Autore: Dott. Giuseppe Pensieri
D.O. Osteopata M.R.O.
Laureato in Scienze Motorie e Sportive
Specialista in Prevenzione e Rieducazione Università di Roma
(IUSM) Italian University Sports and Moviment
Fonte: avisnovara.it e altre
Fonte: http://curiosity2013.altervista.org/35-milioni-morti-lanno-cocaina-sigarette-droga-zucchero-bianco/
Nostra fonte: ☛ signoraggio.it
http://guardforangels.altervista.org/blog/35-milioni-morti-lanno-cocaina-sigarette-droga-zucchero-bianco/
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