mercoledì 23 ottobre 2013

Chi vuole vivere eternamente… nel corpo di un robot?

Дмитрий Ицков Аватар

© Collage: «La Voce della Russia»

 

Chi non vorrebbe vivere infinitamente? Ma, putroppo, il corpo umano è mortale. Nella migliore delle ipotesi può funzionare un centinaio di anni. Non più di tanto. Poi arriva inevitabilmente la fine. È una legge della natura. Ma c’è chi non è d’accordo con questa legge. Ciò vale innanzitutto per chi ha veramente cose da perdere…

È il caso del milionario russo Dmitrij Ićkov. Giudicate voi stessi… Ad una persona giovane, di bella presenza e con un immenso patrimonio finanziario è difficile rassegnarsi al fatto che un giorno tutto questo finirà. Pertanto Dmitrij ha deciso di lanciare una sfida al tempo nel modo più fantastico, e cioè creando avatar, ossia corpi artificiali destinati ad ospitare la coscienza umana.


Quest’estate Dmitrij ha raccolto a New York i più influenti studiosi ed imprenditori, nonché rappresentanti del clero provenienti da tutte le parti del mondo per discutere, al congresso “Futuro globale 2045”, la possibilità di realizzare robot umanoidi identici agli uomini per i parametri non solo esteriori ma anche quelli fisici.

L’imprenditore ha invitato tutti i presenti, invece di concentrare le loro forze per la soluzione dei problemi correnti del mondo, a investire il denaro con intelligenza in “futuro”. Secondo l’opinione di Ićkov, solo settori come le biotecnologie e le nanotecnologie, la cibernetica e lo studio delle possibilità del cervello umano possono portare redditi reali in un fututo prevedibile ed inaugurare una nuova epoca nello sviluppo dell’umanità.

Il progetto “Avatar” viene attuato sotto gli auspici del movimento “Russia 2045” fondato nel febbraio 2011 da Dmitrij Ićkov insieme con un gruppo di studiosi russi. L’obiettivo del progetto è quello di creare una rete globale di esperti da tutto il mondo per la messa a punto delle tecnologie atte a garantire l’immortalità cibernetica. Il progetto si articola in alcune fasi.

La prima fase del progetto, denominata “Avatar А”, prevede la creazione entro il 2020 di robot umanoidi dotati del sistema di comando remoto con l’aiuto di impulsi provenienti dal cervello del loro padrone.
Nella seconda fase, “Avatar B”, deve essere realizzato il sistema di mantenimento dell’attività vitale del cervello fuori del corpo umano. Durante questa fase sarà prodotto l’artificiale veicolo portatore della personalità e della coscienza. Nella fase conclusiva, “Avatar D”, sarà realizzato il corpo-ologramma immortale.

Anche se ai non addetti ai lavori il progetto può sembrare fantascientifico, lo stesso Dmitrij Ićkov è ottimista al riguardo:

Malgrado che il progetto annunciato nell’ambito del movimento “Russia 2045” sembri futuristico, molte tecnologie necessarie già esistono. Per studiare gli avatar A e B basta semplicemente integrare le invenzioni esistenti ed avviare una serie di esperimenti. Allora vedremo come gli avatar cominceranno a passeggiare per le strade.

La vecchia cultura viene sempre soppiantata da quella nuova. Le leggi del progresso operano indipendentemente dai desideri di chicchessia. La vita stessa si evolve scorrendo come un fiume dal passato verso il futuro. Anche noi dobbiamo cambiare seguendo il corso della vita. Secondo le leggi della storia quelle civiltà, paesi e popoli che non si sviluppano scompaiono dalla mappa del mondo, ne rimane solo una riga nelle enciclopedie.

Tuttavia, oltre alle difficoltà tecniche della realizzazione del progetto, possono sorgere anche questioni di carattere spirituale. Se sarà possibile trasferire il cervello umano in un corpo artificiale con la conservazione di tutte le sue funzioni, si potrà fare la stessa cosa con l’anima?

Come fare con le emozioni, con le sensazioni tattili e gustative proprie del corpo naturale? Risulta che ottenendo una “vita eterna” l’uomo perderà molto di ciò che rende così preziosa la sua vera vita. Non potrà, quindi, sentire gli abbracci dei vicini, respirare la fresca aria mattutina, sentire sulla pelle il tocco accarezzante del sole serale o dell’acqua salata dell’oceano. Non sarà in grado di assaggiare frutta succulenta e gustare vini bruschi. Non potrà avere figli, in quanto nel mondo in cui la vita è eterna non c’è posto per nuovi uomini. Ciò significa che l’immortalità non è affatto un’evoluzione bensì un vicolo cieco.


Di Alyona Rakitina

Fonte:http://italian.ruvr.ru/2013_10_21/Chi-vuole-vivere-eternamente-nel-corpo-di-un-robot/
http://pianetablunews.wordpress.com/2013/10/22/chi-vuole-vivere-eternamente-nel-corpo-di-un-robot/

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