giovedì 30 gennaio 2014

Un vuoto che pesa


La necessità è un "motore" delle attuali 3d; ciò che deriva, a cascata, dalla programmazione imperante (paradigma e polarizzazione). 
Necessità che dipende dalla scarsezza ambientale sociale, a differenza della ricchezza Naturale… ricchezza che, tuttavia, anche in Natura è ribaltata in scarsezza dal punto prospettico umano, sfruttatore dell’abbondanza... tanto da trasformarla in fisica scarsezza.
L’oro, il petrolio, i diamanti, il gas, il carbone, etc. in Natura sono “scarsi”? Dipende.
Da cosa? Dalla quantità che ne hai bisogno. L’unità di misura “quantità”, abbinata all’espressione “necessità”, sotto all’egida dell’attaccamento/possesso/accumulo… “risolve” l’equazione dell’abbondanza, manifestandola (densificandola) nel reame 3d… per il suo esatto opposto che, dunque, costituisce il tramite subatomico che testimonia indirettamente una presenza non manifesta, in luogo di una presenza manifesta (abbondanza, scarsezza). 


La differenza è solo percettiva e legata al tipo di abitudini sociali (necessità polarizzate) in vigore. Le “facce” esistono sempre allo stesso Tempo, ma le singolarità sono in grado di agganciare (sintonia), quella che “meglio le rappresenta in quel momento”, semplificando questa coesistenza attraverso un ordinamento "coerente" (con la propria frequenza e col segnale di aggancio) multi stratificato (gerarchia) delle “facce/possibilità” insite nella configurazione atomica/energetica.
Gli stati sovrapposti sono tre, mentre nelle 3d… risultano evidenziati/osservati, solo due, corrispondenti alla polarità, con esclusione dello “stato neutro” o ricombinante gli estremi.
Le attuali 3d sono polarizzate sulla "mancanza", da cui dipende la “necessità”:
  • necessità che viene osservata dalla società
  • necessità che, dunque, non corrisponde al tutto/usuale, bensì solo a questo modello di esistenza fisica.
Ossia: si può vivere/essere anche in altri modi!
Gli “altri modi” a cosa corrispondono? Ad un’altra frequenza di adattamento…
È una cosa/atteggiamento difficile da attuarsi? Dipende.
Cosa  è facile/semplice e cosa è difficile/complesso?
 
Facciamo un esempio:
  • quando schiacci un bottone ed accade qualcosa… è semplice, vero?
  • quando, invece del bottone, trovi uno schema elettrico che lo (ri)comprende… è difficile, vero?
Allora… dove sta la differenza?
 
Nella comodità? Nel grado di servizio? Nella tua conoscenza? Nella tua competenza? Beh… quanti di noi saprebbero costruire un televisore o un motore?

La differenza è sempre nella multi stratificazione degli stati:
dal tipo di interfaccia emersa/sviluppata ed utilizzata in… semplicità.
Oggi si schiaccia un pulsante o si battono le mani o si agita qualcosa o si parla, etc. e “magicamente” (in una misura di Magia accettata ormai da tutti) accade qualcosa (si accende la luce). Ma cosa esiste, al di sotto del livello del visibile e della propria conoscenza (interfaccia)… affinché quel qualcosa possa accadere? 
Esiste una forma di tecnologia (sempre più complessa ed artificiale) che “tace”, atta ad interpretare un “segno/comportamento” (sempre più semplificato e Naturale):
una “bilancia”.
Tanto più desideri l’agio, la comodità, il servizio, la semplicità… tanto più necessiti di “complessità tecnologica”, sino ad arrivare alla comprensione che:
la Magia altri non è che quella forma di tecnologia che, allo stesso Tempo, incarna il massimo livello di usufruizione (semplicità) al massimo livello di “sfuggevolezza” (complessità), ossia:
il terzo stato quantico della possibilità.
Qualcosa che appare vs qualcosa che non appare, ma che “è”
Qualcosa che “non sai” vs qualcosa che “sa”.
Ora:
  1. tu “non sai”
  2. il Nucleo Primo “sa”.
La tecnologia che permette il tuo “agio semplificato e drenante il tuo potere” (pompa di ricircolo), è non apparente, allo stesso modo di quando azioni qualcosa con un telecomando, non sapendo minimamente “che diavolo stai facendo, come lo stai attuando/perché accade quel fenomeno desiderato”.

Al Mondo ci sono persone che “sanno parzialmente”: gli esperti. Ce ne sono in ogni settore, però… sono sempre meno. Vanno scomparendo (risalendo i livelli della scala gerarchica, sempre più rarefatti), guarda caso, come una certa “conoscenza”, che sembrava essere molto diffusa in un Tempo definito “antico”.
Oggi, per ogni cento persone, quanti esperti ci sono, calcolando che "una volta, tutti erano esperti"?
È sufficiente sapere la percentuale di laureati rispetto al resto della Massa? Dipende… dall’accuratezza della domanda.

Gli esperti esistono in ogni settore sociale, non necessariamente vincolato alla dipendenza da un titolo di studio (esiste anche il “talento e l'innato sapere")… tuttavia, a livello frattale, anche il solo dato dei laureati italiani, indica un buon livello di risposta. Il dato italico è attorno al 20% (1 su 5).
Il “target che viene posto dall'UE, per l’Italia, è del 27% di laureati”
Link
Ora, essere laureati significa “sapere esattamente e necessariamente”.. cosa accada al di sotto del livello del “bottone”? Dipende.

Ci sono hacker giovanissimi, che hanno violato importanti “siti”, così… per puro divertimento e passione (innati)...
Diciamo che il “sapere” viaggia anch’esso attraverso vie non apparenti. Inoltre, un certo sapere viene come “addomesticato”, essendo parte di un (Anti)Sistema, che sfrutta tutto lo sfruttabile, considerandosi autorizzato a farlo in quanto ogni singolarità “nasce spaesata ed incapace di badare a se stessa”, come dei fili d’erba... che “crescono” nel giardino di “qualcuno”, che diventa automaticamente il loro“padrone”.
Gli “esperti” sono anch’essi apparenti o non apparenti:
  • un “tecnico” che lavora all’interno dell’Area 51, non va in televisione a rilasciare interviste
  • un politico, sì.
La comodità è la derivazione di una necessità, molto spesso, vicina alla “pigrizia”, ossia, vorticante attorno ad un asse deviato rispetto alla propria ed autentica centralità. Che cos’è la pigrizia?

Non avere voglia di:
  • (ri)stagnare nelle abitudini sociali (prendendone un'altra)
  • fare altro…
Non fare “cosa”? Giocare ai videogiochi? Raramente (solo dopo una indigestione) e... non solo… infatti, dopo una intera giornata di lavoro, al ritorno a casa, si è come “svuotati dentro”. Pigri? Naa… stanchi; laddove per stanchezza si intenda “demotivazione”
Non mancano le forze ma manca qualcosa che “solletichi” interiormente. 
Non si è mai del tutto stanchi (eccezioni a parte). Se “il dopo lavoro” è caratterizzato da situazioni piacevoli, l’energia non manca mai!

È questo modo di vivere, dunque, che “svuota”, drenando energia dal totale che viene sempre dedicata ad “altro”, ad "una mancanza che manca sempre anche se la riempi ogni giorno"
Un vaso bucato. Un vortice con al vertice “te”, ma in maniera pilotata dall’esterno…
La “mancanza” è relativa a qualcosa che si è “perduto”, che (ri)torna a te attraverso altre infinite vie, sensibilizzandoti in maniere che non comprendi a pieno, perché sei troppo impegnato a fare altro.
La “pigrizia”, dunque… che cosa diventa? Qualcosa che ti “calma”, che ti convince a “rimanere lì… tra te e te… aprendo la possibilità di un maggiore ascolto”: fermati, ti sussurra.
Ma... come impieghi il Tempo derivante dalla pigrizia?
Il Nucleo Primo sa esattamente cosa ti succede, per questo motivo trasforma persino la tua pigrizia in “Tempo ulteriormente da impiegare”:
  • le consolle di videogiochi impazzano nelle 3d, vero?
  • la (di)sattenzione (ri)orienta.
È semplice, allora, agitare le mani e giocare… ma è difficile che tu sappia realizzare la tecnologia che permette il tuo “intrattenimento”, anche perchè ignori di essere intrattenuto al livello di totalità che ti compete...
Tu usi le "cose" ed, allo stesso Tempo, le "cose" usano indirettamente… te.
È sempre un “dare ed avere”, no? Così ci dicono gli esperti. Per cui:
  • cosa dai
  • e
  • cosa ricevi?
Uno stipendio per “cosa”? Paghi per avere un servizio? 
Bene… con cosa stai pagando? Con il denaro guadagnato “facendo”? 
See… il denaro è la semplificazione di un concetto molto più profondo, che ti ingabbia senza saperlo né volerlo (se non indirettamente, inconsciamente):
  • il frattale che ti inquadra come un “dipendente”, è la tua casa:
  • allacciata alla rete di servizi cittadina e nazionale.
Una casa che "paga e costa" per tramite tuo (sfruttamento), in cambio di un “tetto sulla testa” e di un appagamento dell’attaccamento.
Una casa vessata dalle mire del fisco.

Una casa “tassata”, come sparando con fare certo nel mucchio (bersaglio grosso).
Con “te dentro e al suo centro”:
  • il suo centro
  • e
  • non il tuo.
Una casa che ti costruiscono altri e che tu non sai nemmeno in che modo, oltre a ciò che "non capisci" dal disegno dell’architetto.
Una cellula nuova che si accende nella città e che “cresce come il filo d’erba nella proprietà di qualcuno, che non appare (Stato) ma che, di fatto, ne è indirettamente padrone”…
Le singolarità “crescono”:
  • da nascituri
  • ad infanti
  • ad adolescenti
  • a maturi
  • a morituri… come un frutto coltivato in un giardino tanto grande da perderne il senso ed i sensi
Tutto ha un senso? Sì, ma che... dipende.

In quale livello di libero arbitrio “abiti”?
Lo capisci che è tutto ordinato gerarchicamente? Perché tu dovresti essere diverso? Ti senti di discostarti dalla realtà Massiva? Ti senti una sorta di “eletto”? Lo sei, forse, se sei autenticamente "felice"...
Ok: sei il primo nella lista, allora. Sai che accade sempre tutto al contrario in queste 3d? Quando pensi/credi di avere capito… non hai capito proprio nulla, anzi, hai subito un ulteriore “giro di corda”. Di che Natura è la tua "felicità"?
Ciò che “è” oggi, deriva da qualcosa di “antico” (il cui frattale è il trauma che si avvera nel periodo dell’infanzia e che poi si dimentica, non senza subirne le conseguenze per il resto di una Vita inconsapevole). Qualcosa che è accaduto a livello subatomico, qualcosa di relativo ad un intervento “esterno”... a livello genetico/magico, che ha concretizzato alla propria maniera, un “intento superiore”.
Leggi…
Non si può dire veramente che l'atomo sia un oggetto, benché sia l'elemento costituente di tutti gli oggetti fisici
Esso è formato dal flusso della forza di vita e si dissolve col suo riflusso.
Quando questa forza sorge nello “spazio” - il vuoto apparente che pure deve esser pieno di qualche sostanza inconcepibilmente tenue - gli atomi appaiono; se essa è artificialmente arrestata per un singolo atomo, questo atomo scompare e nulla ne rimane...
Per esaminare la costituzione dell'atomo si produce artificialmente un vuoto, allora se si fa un'apertura nel muro così costruito, la forza circostante comincia a sgorgare immediatamente; compaiono tre vortici che circondano il vuoto con la loro triplice spirale lunga due giri e mezzo, e che ritornano alla loro origine con una seconda spirale entro l'atomo; questi vortici sono a loro volta seguiti da sette vortici più tenui, che seguendo la spirale dei primi tre alla superficie esterna ritornando alla loro origine con una spirale interna, scorrono in direzione opposta e formano una figura di caduceo con i primi tre. 
 
La proiezione sul piano di ciascuno dei tre vortici maggiori è un circolo chiuso; e parimente un circolo chiuso è quello dei sette vortici più tenui. Le forze che vi scorrono vengono anch'esse dal “di fuori”, da uno spazio a quattro dimensioni. Ciascuno dei vortici più tenui è formato da sette altri ancora più tenui, posti successivamente ad angolo retto l'uno all'altro e ciascuno dei quali è più tenue di quello che lo procede.

Questi chiamiamo spirille
Da ciò che precede s'intenderà come non si possa dire che l'atomo non abbia una superficie propria a meno che non si vogliano designare così questi vortici di forza; il suo “muro” è lo “spazio”  respinto e compresso dai vortici.
Come dicemmo nel 1895 dell'atomo chimico, la forza “si sgombra un posto respingendo la materia indifferenziata del piano e facendosi una superficie vorticosa di questa materia”. 
La superficie appartiene allo spazio, non all'atomo
Chimica occulta – A. Besant – C. W. Leadbeater
Caduceo: la parola italiana deriva dal latino caduceus, che riprende il greco antico karykaion, aggettivo di κῆρυξ (karix o kerix), traducibile come araldo
Link 
Tra gli antichi greci l'araldo aveva il compito di rendere pubblici gli atti e disposizioni delle autorità civili e religiose e talvolta di mantenere le relazioni con popoli stranieri o nemici…
Link
Che cosa “annuncia” il simbolo del caduceo?

Qualcosa che è avvenuto in un Tempo remoto, tanto remoto da essere stato osservato e registrato dalle prime presenze umane di questa “era”.


L’intervento a livello subatomico/genetico, del Nucleo Primo, sui generi (pre)umani attuali, non è diretto... ma usufruisce di ciò che il Filtro di Semplificazione riassume frattalmente nel Nucleo Primo stesso. 
Ciò che, ancora oggi, sopravvive simbolicamente... nel simbolo, preso non casualmente, dalla “Medicina”… ossia, da coloro che incarnano più o meno indirettamente l’ambito della “cura della configurazione umana”.
Sitchin ha (ri)tradotto le tavole sumere e ricavato significati frattali, relativi ad una antica presenza, in grado di intervenire sul cammino delle forme di Vita auto esistenti nelle 3d, sin da allora. Gli ominidi accelerarono così il proprio passo, ereditando inconsciamente una “zavorra esterna ad essi”.
Il caduceo, simbolicamente, ricorda (dentro e fuori) l’organo genitale femminile, il fallo e gli spermatozoi: un insieme relativo all’atto sessuale ed alla (ri)produzione della Vita.
E... a livello di controllo gerarchico (Albero della Vita), il potere della conoscenza su quello della non conoscenza, ossia:
  • la semplicità/godimento immediato (apparente) vs la complessità/controllo sottinteso (non apparente).
Ogni presunto vantaggio ha il proprio prezzo da pagare, in questo paradigma.
L’atomo è, dunque, la configurazione interiore, che il caduceo rappresenta esternamente: il potere di (ri)configurarlo dona la capacità della (ri)generazione vitale ma non quella di alleviare il proprio “peso” in eterno.
Coloro che hanno infuso parti di sé, in un corpo “nuovo”… hanno confuso le proprie responsabilità, preferendo il nascondersi indisturbati, in luogo di apparire pienamente (ri)compresi dal tutto.
Questa forma d’onda radiante, ha creato firme frattali 3d a sa immagine e somiglianza. La mano del disegnatore, infatti... caratterizza ogni disegno
Se guardi “The Wolf of Wall Street”, ad un certo punto… Di Caprio ti “rivolgerà la parola direttamente”…
Beh, C…o! Ma ti stanno dicendo proprio tutto! Guardando il film con presenza… spero che ti sentirai un perfetto idiota. Anzi… di più. Non che certe cose non si sappiano, però… per la miseria… adesso ti stanno anche prendendo per il culo!
Come a dire: “a mali estremi, estremi rimedi”…

È tutto… “personalizzato” (polarizzato): come non vederlo ad un livello Presente della consapevolezza?

Il maestrale ("maestro ale" o mistral dall'antico provenzale maestral) è il vento che spira da Nord-Ovest. Tale direzione è indicata simbolicamente nella cosiddetta rosa dei venti
Vi sono due possibili etimologie di questo nome, a seconda che consideri la prassi romana collocare la rosa dei venti al centro del Mediterraneo o quella medievale che la posiziona sull'isola di Zakynthos (Zante o Zacinto), in Grecia.
In entrambi i casi la direzione nord-occidentale punta alla città più importante per chi ha dato il nome al vento:
  • nel primo caso Roma, Magistra Mundi, oppure Venezia, la via maestra dal porto di origine…
Link 
 
In entrambi i casi la direzione nord-occidentale punta alla città più importante per chi ha dato il nome al vento…
La città più importante per chi ha dato il nome al vento…
Per chi ha dato il nome al vento
Può, un vento, avere più nomi, visto che questo “fenomeno” è superiore alla definizione umana?
Gli umani... diversamente lo ritraggono, non potendo più sapere la sua “origine”.
Questo “vuoto” (il “vuoto) dà luogo ad altro… utilizzando “tutto ciò che esiste/vive” e che è “disponibile”.
Non importa se "si crede o meno": importa che il “vuoto” possa disporre di te!
Il vuoto annuncia il pieno e “cresce” da un pieno, che ora sfugge perché “dipinto di vuoto”.
Più un cuore è vuoto e più pesa.
Augusta Amiel-Lapeyre
 
Sono ripartito da me stesso, perché “Tutto… Dipende da me". 
 
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014
http://sacroprofanosacro.blogspot.it/2014/01/un-vuoto-che-pesa.html#more 

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