venerdì 28 marzo 2014

Profitto economico e danno ecologico in Grecia vanno a braccetto. Il caso delle armi chimiche siriane inabissate nel mare di Creta

In Siria, è stato sequestrato una grande quantità di materiale chimico destinato alla fabbricazione di armi. Inutile dire che questi prodotti chimici sono altamente tossici e pericolosi per l'uomo e per l'ambiente. L'operazione che ha portato al ritrovamento e al sequestro di questo materiale chimico è stata pubblicizzata come grande successo, mentre la sua distruzione verrà fatta senza grossa informazione e come ogni cosa militare sarà coperta dal segreto e dalla complicità degli stati.

In un primo tempo, la distruzione di questo materiale era stata proposta all'Albania e si sarebbe dovuta fare in delle grosse fornaci. Ovviamente questo "lavoretto", è stato accompagnato da un'offerta di denaro. L'Albania, in seguito alla proteste dei propri cittadini ha rifiutato di occuparsi della distruzione del materiale chimico. E come l'Albania hanno rifiutato anche tanti altri paesi.
Ovviamente, di questi tempi, se si è in cerca di un poveraccio disposto a tutto in cambio di soldi dove si va a bussare? Alla porta della Grecia. 



I governanti greci, sono tutti dei gran patrioti, ma questo patriottismo e amore per il proprio paese si manifesta solo in maniera demagogica. Amano il proprio paese, ma appena possono fanno passare una legge che ne determina un po' di distruzione. Giorno dopo giorno, legge dopo legge, vendono, regalano, concedono pezzi del territorio greco alle multinazionali che ovviamente cercano di guadagnare il più possibile succhiando le risorse della terra e lasciando inquinamento e distruzione per anni.

E' il caso delle miniere d'oro al nord della Grecia, dove i diritti estrattivi sono stati "regalati" ad una multinazionale canadese che distruggerà con la propria attività una regione bellissima (tutto questo senza versare un solo euro di tasse allo stato greco, grazie ad una legge dello stato greco), per non parlare dell'energia solare e del programma Ilios, dove intere aree vengono rase al suolo per impiantare pannelli fotovoltaici la cui energia verrà interamente spedita all'estero, lasciando invariato il problema energetico greco, e ancora, un'altro esempio è nelle Zone Industriali Autonome, dove i lavoratori andranno a lavorare privi di ogni tutela sindacale e con stipendi da fame. Molte isole, spiagge e porzioni di territorio sono già state vendute a prezzi stracciati, tanto per fare un piacere a qualche loro amico, un esempio simbolico di queste svendite è l'arcipelago delle Ekinadi, comprato per quattro spiccioli dall'emiro Hamad bin Khalifa Al Thani che lo trasformerà in un complesso turistico, ovviamente, per fare tutto ciò il governo ha cambiato prontamente i vincoli naturalistici che tutelavano questo arcipelago dalla cementificazione e dalla speculazione edilizia. 


Un'altra grande area, sulla costa di Atene, dove sorgeva il vecchio aeroporto, è stata venduta a un privato. L'area in questione era già stata destinata a parco, sarebbe stata una delle poche aree verdi in una distesa di cemento a disposizione della popolazione, ma come sempre, per fare un piacere a qualche amico, il governo l'ha svenduta. Su questa area passa un viale a sei corsie, una strada di collegamento che il nuovo acquirente ha proposto che venisse interrata per non interferire con i piani di sfruttamento turistico e speculativo dell'ex aeroporto. Il governo ha subito acconsentito e quindi a spese esclusive dello stato la grossa strada verrà interrata per chilometri, c'è solo un piccolo particolare che rende tragico e ridicolo quest'affare: il tunnel che sarà costruito per far passare la strada sotto terra costerà più soldi di quanto lo stato greco ha guadagnato con la vendita dell'intera area.



La lista dei misfatti che il governo greco ha già fatto, è lunghissima, e ogni giorno si allunga sempre di più.

Spesso, per non dire sempre, gli investimenti e le decisioni che il governo prende, con l'intento di fare cassa si traducono in una tragedia ecologica che il popolo dovrà subire per generazioni, mentre i profitti finiscono nelle solite tasche. 


Ci troviamo adesso davanti all'ennesimo caso di monetizzazione di una tragedia ecologica. Il governo greco a venduto ancora una volta un disastro ecologico per soldi. Questi fusti contenenti sostanze chimiche molto tossiche verranno inabissati in un tratto di mare a ovest dell'isola di Creta, in una zona compresa tra la Libia e l'isola di Malta. Una nave da carico, scortata da navi militari russe e cinesi ha caricato i prodotti chimici dalla Siria e gli ha portati in un porto italiano dove saranno caricati a loro volta su una nave USA che si occuperà di smaltirli in mare, tramite un processo di idrosi. 


L'allarme è stato lanciato dagli scienziati di Dimocrito e del Politecnico di Creta che affermano che questa dispersione di materiale chimico ad altissima tossicità apre uno scenario da incubo. Chilometri quadrati di fondale verranno atrofizzati per anni, il pesce sarà inquinato e quindi nocivo, in vaste aree di mare non si potrà più fare il bagno e ovviamente il turismo ne risentirà in maniera pesante. 


Come al solito, l'interesse per la salute del nostro pianeta è sempre considerato di scarso interesse, mentre il profitto economico è sempre di primaria importanza. Gli stati in generale, e in questo caso lo stato Greco, dimostrano di comportarsi in maniera uguale alla mafia, che per lucro ha già inabissato tonnellate di materiali tossici di varia provenienza, tra i quali ve ne sono di cancerogeni e radioattivi. 


Il governo greco ovvero quelle poche decine di stronzi che siedono in parlamento hanno valutato fattibile un disastro ecologico che segnerà il futuro delle prossime generazioni e poi, come sempre, il vantaggio economico sarà nelle tasche dei soliti pochi e si tradurrà nella catastrofe economica dei tanti che con il turismo e la bellezza naturalistica della Grecia ci lavorano.

Se volete potete firmare una petizione che denuncia questa catastrofe ecologica seguendo il link.

 

Francesco Moretti

Fonte: http://sopravvivereingrecia.blogspot.it/

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