lunedì 7 aprile 2014

Il piano Kalergi: il genocidio dei popoli europei

L’immigrazione di massa è un fenomeno le cui cause sono tutt’oggi abilmente celate dal Sistema e che la propaganda  multietnica si sforza falsamente di rappresentare come inevitabile. Con questo articolo intendiamo dimostrare una volta per tutte che non si tratta di un fenomeno spontaneo. Ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

LA PANEUROPA
Pochi sanno che uno dei principali ideatori del processo d’integrazione europea fu anche colui che pianificò il genocidio programmato dei popoli europei. Si tratta di un oscuro personaggio di cui la massa ignora l’esistenza, ma che i potenti considerano come il padre fondatore dell’Unione Europea. Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi. Egli muovendosi dietro le quinte, lontano dai riflettori, riuscì ad attrarre nelle sue trame i più importanti capi di stato, che si fecero sostenitori e promotori del suo progetto di unificazione europea.[1]

Nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. L’unificazione europea avrebbe costituito il primo passo verso un unico Governo Mondiale.


Con l’ascesa dei fascismi in Europa, il Piano subisce una battuta d’arresto, e l’unione Paneuropea è costretta a sciogliersi, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale Kalergi, grazie ad una frenetica e instancabile attività, nonché all’appoggio di Winston Churchill, della loggia massonica B’nai B’rith e di importanti quotidiani come il New York Times, riesce a far accettare il suo progetto al Governo degli Stati Uniti.

L’ESSENZA DEL PIANO KALERGI
Nel suo libro «Praktischer Idealismus», Kalergi dichiara che gli abitanti dei futuri “Stati Uniti d’Europa” non saranno i popoli originali del Vecchio continente, bensì una sorta di subumanità resa bestiale dalla mescolanza razziale. Egli afferma senza mezzi termini che è necessario incrociare i popoli europei con razze asiatiche e di colore, per creare un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall’elite al potere.
«L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura  eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità. [2]
Ecco come Gerd Honsik descrive l’essenza del Piano Kalergi
Kalergi proclama l’abolizione del diritto di autodeterminazione dei popoli e, successivamente, l’eliminazione delle nazioni per mezzo dei movimenti etnici separatisti o l’immigrazione allogena di massa. Affinchè l’Europa sia dominabile dall‘elite, pretende di trasformare i popoli omogenei in una razza mescolata di bianchi, negri e asiatici. A questi meticci egli attribuisce crudeltà, infedeltà e altre caratteristiche che, secondo lui, devono essere create coscientemente perché sono indispensabili per conseguire la superiorità dell‘elite.
Eliminando per prima la democrazia, ossia il governo del popolo, e poi il popolo medesimo attraverso la mescolanza razziale, la razza bianca deve essere sostituita da una razza meticcia facilmente dominabile. Abolendo il principio dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge e evitando qualunque critica alle minoranze con leggi straordinarie che le proteggano, si riuscirà a reprimere la massa.
I politici del suo tempo diedero ascolto a Kalergi, le potenze occidentali si basarono sul suo piano e le banche, la stampa e i servizi segreti americani finanziarono i suoi progetti. I capi della politica europea sanno bene che è lui l’autore di questa Europa che si dirige a Bruxelles e a Maastricht. Kalergi, sconosciuto all’opinione pubblica, nelle classi di storia e tra i deputati è considerato come il padre di Maastricht e del multiculturalismo.
La novità del suo piano non è che accetta il genocidio come mezzo per raggiungere il potere, ma che pretende creare dei subumani, i quali grazie alle loro caratteristiche negative come l’incapacità e l’instabilità, garantiscano la tolleranza e l’accettazione di quella “razza nobile”. [3]

DA KALERGI AI NOSTRI GIORNI
Benché nessun libro di scuola parli di Kalergi, le sue idee sono rimaste i principi ispiratori dell’odierna Unione Europea. La convinzione che i popoli d’Europa debbano essere mescolati con negri e asiatici per distruggerne l’identità e creare un’unica razza meticcia, sta alla base di tutte le politiche comunitarie volte all’integrazione e alla tutela delle minoranze. Non si tratta di principi umanitari, ma di direttive emanate con spietata determinazione per realizzare il più grande genocidio della storia.

In suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano criminale. Tra di loro troviamo nomi del calibro di Angela Merkel o Herman Van Rompuy.

La Società Europea Coudenhove-Kalergi ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010



Il 16 novembre 2012 è stato conferito al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. Alla sue spalle compare il simbolo dell’unione paneuropea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce.


L’incitamento al genocidio è anche alla base dei costanti inviti dell’ONU ad accogliere milioni di immigrati per compensare la bassa natalità europea. Secondo un rapporto diffuso all’inizio del nuovo millennio, gennaio 2000, nel rapporto della “Population division” (Divisione per la popolazione) delle Nazioni Unite a New York, intitolato: “Migrazioni di ricambio: una soluzione per le popolazioni in declino e invecchiamento, l’Europa avrebbe bisogno entro il 2025 di 159 milioni di immigrati. Ci si chiede come sarebbe possibile fare stime così precise se l’immigrazione non fosse un piano studiato a tavolino. È certo infatti che la bassa natalità di per sé potrebbe essere facilmente invertita con idonei provvedimenti di sostegno alle famiglie.

È altrettanto evidente che non è attraverso l’apporto di un patrimonio genetico diverso che si protegge il patrimonio genetico europeo, ma che così facendo se ne accelera la scomparsa. L’unico scopo di queste misure è dunque quello di snaturare completamente un popolo, trasformarlo in un insieme di individui senza più alcuna coesione  etnica, storica e culturale. In breve, le tesi del Piano Kalergi hanno costituito e costituiscono tutt’oggi il fondamento delle politiche ufficiali dei governi volte al genocidio dei popoli europei attraverso l‘immigrazione di massa. G. Brock Chisholm, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS), dimosta di avere imparato bene la lezione di Kalergi quando afferma:
 «Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle  nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale» [4]

CONCLUSIONE
Se ci guardiamo attorno il piano Kalergi sembra essersi pienamente realizzato. Siamo di fronte ad una vera terzomondializzazione dell’Europa. L’assioma portante della “Nuova civiltà” sostenuta dagli evangelizzatori del Verbo multiculturale, è l’adesione all’incrocio etnico forzato. Gli europei sono naufragati nel meticciato, sommersi da orde di immigrati afro-asiatici. La piaga dei matrimoni misti produce ogni anno migliaia di nuovi individui di razza mista: i “figli di Kalergi”. Sotto la duplice spinta della disinformazione e del rimbecillimento umanitario operato dai mezzi di comunicazione di massa si è insegnato agli europei a rinnegare le proprie origini, a disconoscere la propria identità etnica.
I sostenitori della Globalizzazione si sforzano di convincerci che rinunciare alla nostra identità è un atto progressista e umanitario, che il “razzismo” è sbagliato, ma solo perché vorrebbero farci diventare tutti come ciechi consumatori. È più che mai necessario in questi tempi reagire alle menzogne del Sistema, ridestare lo spirito di ribellione negli europei. Occorre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che l’integrazione equivale a un genocidio. Non abbiamo altra scelta, l’alternativa è il suicidio etnico.
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NOTE:
[1] Tra i suoi seguaci della prima ora si incontrano i politici cechi Masarik e Benes, così come il banchiere Max Warburg che ha messo a sua disposizione i primi 60.000 marchi. Il cancelliere austriaco Monsignor Ignaz Seipel e il successivo presidente austriaco Karl Renner si incaricarono successivamente di guidare il movimento Paneuropa. Kalergi stesso indicava che alti politici francesi approvavano il suo movimento per reprimere la ripresa della Germania. Così il primo ministro francese Edouard Herriot e il suo governo, come i leaders britannici di tutti gli ambiti politici e, tra loro, il redattore capo del Times, Noel Baker, caddero nelle macchinazioni di questo cospiratore. Infine riuscì ad attrarre Winston Churchill. Nello stesso anno, quello che più tardi si trasformerà nel genocida ceco di 300.000 tedeschi dei Sudeti, Edvard Benes, fu nominato presidente onorario. Egli ha finora quasi disconosciuto Kalergi, ma negoziava anche con Mussolini per restringere il diritto di autodeterminazione degli austriaci e favorire ancora di più le nazioni vittoriose, ma fallì.

Nell’interminabile lista degli alti politici del XX secolo, c’è da menzionare particolarmente Konrad Adenauer, l’ex ministro della giustizia spagnolo, Rios, e John Foster Dulles (EEUU). Senza rispettare i fondamenti della democrazia e con l’aiuto del New York Times e del New York Herald Tribune, Kalergi presentò al Congresso Americano il suo piano. Il suo disprezzo per il governo popolare lo manifestò in una frase del 1966, nella quale ricorda la sua attività del dopoguerra: << I successivi cinque anni del movimento Paneuropeo furono dedicati principalmente a questa meta: con la mobilitazione dei parlamenti si trattava di forzare i governi a costruire la Paneuropa >>. Aiutato da Robert Schuman, ministro degli esteri francese, Kalergi riesce a togliere al popolo tedesco la gestione della sua produzione dell’acciaio, ferro e carbone e la trasferisce a sovranità sovranazionale, ossia antidemocratica.

Appaiono altri nomi: De Gasperi, il traditore dell’autodeterminazione dei tirolesi del sud, e Spaak, il leader socialista belga. Finge di voler stabilire la pace tra il popolo tedesco e quello francese, attraverso gli eredi di Clemenceau, quelli che idearono il piano genocida di Versailles. E negli anni venti sceglie il colore azzurro per la bandiera dell’Unione Europea. Il ruolo guida di Kalergi nella creazione dell’Europa multiculturale e nella restrizione del potere esecutivo dei parlamenti e dei governi, è evidente ai giorni nostri, e si palesa col conferimento del premio “Coudenhove Kalergi” dal cancelliere Helmut Kohl come ringraziamento per seguire questo piano, così come l’elogio e l’adulazione del potente personaggio da parte del massone e polito europeo il primo ministro del Lussemburgo, Junker.

Nel 1928 si aggiunsero celebri politici e massoni francesi: Leon Blum (più tardi primo ministro), Aristide Briand, E. M. Herriot, Loucheur. Tra i suoi associati si incontrava gente molto diversa come lo scrittore Thomas Mann e il figlio del Kaiser, Otto d’Asburgo.  Tra i suoi promotori, a parte i già menzionati Benes, Masarik e la banca Warburg, si incontrava anche il massone Churchill, la CIA, la loggia massonica B’nai B’rith, il “New York Times” e tutta la stampa americana. Kalergi fu il primo a cui fu assegnato il premio Carlomagno nella località di Aachen; e quando lo ricevette Adenauer, Kalergi era presente. Nel 1966 mantiene i contatti con i suoi collaboratori più importanti. Tutti coloro che sono stati insigniti di questo premio fanno parte del circolo di Kalergi e della massoneria, o si sforzarono di rappresentare gli interessi degli USA in Germania. Nell’anno 1948 Kalergi riesce a convertire il “Congresso degli europarlamentari” di Interlaken in uno strumento per obbligare i governi a tornare a occuparsi della “questione europea”, vale a dire, a realizzare il suo piano. Proprio allora si fonda il Consiglio europeo e in cima alla delegazione tedesca troviamo Konrad Adenauer appoggiato dalla CIA.

(Gerd Honsik, “Il Piano Kalergi”)

[2] Kalergi, Praktischer Idealismus
[3] Honsik, op.cit.
[4] «USA Magazine», 12/08/1955

fonte: http://identità.com/blog/2012/12/11/il-piano-kalergi-il-genocidio-dei-popoli-europei/

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Immigrazione in Italia: numeri e conseguenze

Invasione di Lampedusa.

Prima di esaminare le conseguenze del fenomeno migratorio in Italia, è doveroso esporre un po’ di numeri: ogni giorno, secondo fonti Istat (http://www.italiaora.org/), sono circa 1000 gli immigrati che entrano in Italia. Detto questo, i conti sono facili a farsi: ogni anno ne entrano circa 365.000, e se la portata dei flussi migratori rimarrà costante, tra 10 anni saranno circa 3,65 milioni in più.

Attualmente in Italia gli immigrati sono 5.729.000, cioè circa il 10% della popolazione residente. Facciamo un confronto: in Giappone, per esempio, su 127 milioni di abitanti, gli stranieri sono appena l’1,7%.

Dopo la breve quanto importante disamina della portata, passiamo agli effetti dell’immigrazione.

1)      L’effetto più evidente dell’invasione di massa di stranieri in una nazione è la disgregazione e la ghettizzazione della società; ogni individuo tende a vivere tra i suoi simili, formando nelle città dei veri e propri quartieri etnici: il quartiere cinese, il quartiere africano e così via. E chi è che mirerebbe a disgregare un popolo trasformandolo in un miscuglio multietnico? Chi lo governa, rendendolo così più controllabile. Un popolo unito e compatto fa paura ai governanti.

2)      Un altro effetto dell’immigrazione, anch’esso piuttosto evidente, è il sovrappopolamento del territorio. L’Italia, escludendo gli immigrati, sarebbe già un Paese sovrappopolato, con una densità di 200 ab./km². La popolazione italiana ha un tasso di crescita pressoché pari a zero, cioè ogni giorno i nuovi nati sono pari di numero ai morti. L’aumento dei residenti è rappresentato esclusivamente da stranieri: in poche parole, bloccando l’immigrazione la popolazione totale si stabilizzerebbe. Dal punto di vista ambientale, una grave conseguenza dell’aumento degli abitanti è la cementificazione del territorio, che toglie, in maniera inesorabile, terreno alle attività agricole.

3)      L’ennesimo effetto dell’immigrazione è l’aumento considerevole della criminalità. Non è una novità, ormai è sotto gli occhi di tutti. Premettiamo che non tutti gli immigrati sono criminali: ovviamente ci sono anche quelli con la fedina penale pulita, che lavorano e che pagano le tasse, ma anche in quel caso ci sarebbe da ridire, in quanto sottraggono lavoro agli autoctoni accontentandosi di paghe minori, ma quello è un altro discorso. La propensione degli immigrati al crimine è piuttosto evidente se esaminiamo la popolazione carceraria: circa il 40% dei detenuti nelle carceri italiane sono stranieri, a fronte di una popolazione residente del 10%. Se tutti avessero la stessa propensione al crimine, gli stranieri sarebbero il 10% dei detenuti, e gli italiani il 90%. Fonti: http://www.istat.it/it/archivio/77789

4)      Nei mesi scorsi, si è tanto discusso del sovraffollamento delle carceri, ma non della causa: la presenza di 23.000 immigrati. E’ facilissimo risolverlo: espulsione dal territorio nazionale di tutti i detenuti stranieri. Inoltre, si risparmierebbero anche milioni di euro che vengono spesi ogni giorno per mantenerli. Costo medio giornaliero per detenuto:  http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14_1.wp?previsiousPage=mg_16_1&contentId=SST171342

5)      La presenza degli immigrati, la cui quasi totalità si dichiarano privi di reddito, li rende avente diritto(?) di sussidi, assistenza sociale e case popolari. Per controllare la veridicità di ciò, è sufficiente visionare la lista d’attesa per le case popolari (costruite con le tasse degli italiani) di qualsiasi comune italiano: le prime posizioni saranno sicuramente una sfilza di Abdul, Mohamed e similari. Alla faccia degli italiani senza casa. http://www.ilgiornale.it/news/milano/record-delle-case-popolari-su-due-va-agli-stranieri-955180.html

6)      Gli immigrati ‘compromettono’ anche il mondo del lavoro: la loro presenza non fa altro che aumentare il lavoro nero e quello sottopagato. Vengono sfruttati come schiavi per paghe irrisorie, che un italiano non accetterebbe mai. Il solito xenofilo direbbe: ” ma gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare”. Falso. Non ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma paghe che non possono accettare.

7)      La presenza degli immigrati, la cui stragrande maggioranza non si sognerebbe mai di pagare le tasse, pesa in maniera ragguardevole sul welfare statale: usufruiscono di sanità e scuola gratis. Quello che lo Stato spende per loro è enormemente di più di quello che gli ritorna sotto forma di tasse. http://www.ilgiornale.it/news/interni/basta-ipocrisie-immigrati-ormai-sono-lusso-956273.html

8)      Associato al fenomeno migratorio ci sono anche notevoli rischi sanitari: i migranti provengono da regioni del mondo in cui malattie infettive, come tubercolosi, scabbia e meningite, sono endemiche. A conferma di ciò, negli ultimi anni sono sempre più frequenti focolai di tubercolosi e meningite nelle scuole italiane e nei “luoghi di sbarco”. http://www.blitzquotidiano.it/salute/siracusa-torna-tubercolosi-rischio-epidemia-fatto-quotidiano-40-mila-positivi-test-1620598/

9)      Infine, una delle conseguenze più nefaste della presenza degli immigrati sono le rimesse, cioè i soldi spediti all’estero mediante i famosi money transfer, esentasse ovviamente. Si aggirano intorno ai 7 miliardi gli euro che ogni anno lasciano per sempre il circuito economico italiano, rendendolo sempre più povero. http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1113388/immigrati-6-8-miliardi-di-rimesse-all-estero.shtml

Chi governa il nostro Paese è ben a conoscenza di questi effetti, rendendoli complici, se non i responsabili di questa catastrofe socio-economica. Le contromisure da intraprendere dovrebbero essere: blocco dell’immigrazione e rimpatrio degli immigrati che commettono reati e/o non utili alla società.

Nel suo piccolo, ogni persona che vuole opporsi a questa follia masochista può farlo votando partiti che hanno nel programma lo stop all’immigrazione. Tra le armi a nostra disposizione c’è il voto: utilizziamolo bene. 


fonte: http://identità.com/blog/2014/04/05/immigrazione-in-italia-numeri-e-conseguenze/

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COMMENTO sull'immigrazione


Ho 67 anni di cui 34 trascorsi all’estero per lavoro, fra Medio-Oriente, Africa, Cina e Sud-America come ingegnere civile. La mia prima figlia adottiva è africana ed ora ha 26 anni e vive felicemente con me bene integrata in Italia.

Anch’io ho conosciuto l’Africa (10 anni in Somalia, Burchina, Nigeria, Guinea Konakry, Algeria) e dell’Africa conservo ricordi bellissimi e confermo che il “mal d’Africa” non è solo un modo di dire. Ho conosciuto gli autoctoni africani (NEL LORO HABITAT NATURALE) così come i Cinesi, i Sauditi, i Peruviani.

La cosa che balza subito evidente a chi ha potuto vedere queste persone sia nel loro ambiente naturale che in quello di immigrazione è il mascheramento delle caratteristiche caratteriali (per dirne una: i Cinesi in casa loro sono allegri e chiassosi quanto gli Italiani e fanno subito amicizia: in Italia sembrano tutti musoni, riservatissimi e inavvicinabili). Praticamente non ho avuto mai (tranne i casi non importanti) problemi di convivenza, di mancanza di comunicazione, di contrasti.

Ma quelle persone, molte delle quali sono rimaste amiche, si muovevano sulle loro terre; erano vicine ai loro affetti e, nonostante condizioni di povertà, se lontani dal degrado imposto da costumi per essi alieni (imposto dall’occidente e visibile soprattutto nelle città) comunicavano sensazioni di dignitosa accettazione della loro vita, ancorata a ritmi naturali, nel rispetto per gli anziani, nella sicurezza dei nuclei familiari tribali garantenti una vecchiaia più serena di quanto possa essere ormai possibile da noi dove il nichilismo, l’edonismo, l’ultra-mercantilismo, le ideologie più demenziali stanno distruggendo secoli di storia, di civiltà e di rapporti sociali per creare l’ “Uomo Nuovo” massonico, androgino, nichilista, l’imbecille schiavo della società del consumismo senza limiti. Ma lontano dai villaggi di tukul immersi nel verde o dai piccoli agglomerati del deserto, ecco l’incontro di quegli autoctoni con i valori alieni di una civiltà (ma si può ancora continuare a chiamarla così?) che suona con le sue trombe di plastica e comincia ad attirare soprattutto i più giovani, abbagliati dai miraggi proposti e promettendo il Paese di Bengodi, MAGARI CONVINCENDOLI AD EMIGRARE DOPO AVERGLI DISTRUTTO IL VILLAGGIO CON LA SCUSA DELLE “PRIMAVERE”.

Tutto ciò non è un caso ma è stato studiato scientemente a tavolino proprio per favorire un selvaggio processo di globalizzazione mercantilista attraverso l’invasione dell’Europa da parte di poveri diseredati usati come carne da cannone. Ormai ci sono ben pochi dubbi su ciò. Un grande maestro del grande oriente di Francia confessò tempo fa che la massoneria spinge all’ingresso della Turchia in Europa? Crede che sia per rendere felici i Turchi? Io credo che siamo sempre lì a parlare di veri e propri esperimenti geopolitici tesi a favorire la globalizzazione selvaggia.

Se qualcuno nutre ancora dubbi, nonostante tanta “bella gente illuminata in grembiulino” che ormai ha l’arroganza di confessare le cose tanto si sente sicura, proporrei proprio di cominciare a studiare personaggi come Kalergi (riproposto in questo blog) ma anche come i soliti Rockefeller, Soros, Monti, e compagnia “bella”. Ciò che dovrebbe essere capita, è la differenza fra società “multietnica” e “multiculturale”. la prima può funzionare: accesso agli immigrati con lavoro garantito, integrazione attraverso lo studio della lingua, rispetto degli usi, costumi, tradizioni del Paese, compresa la religione (rimanendo ognuno libero di seguire la sua). MA CIO’ CHE SI VUOLE IMPORRE NON E’ UNA SOCIETA’ MULTI-ETNICA MA MULTI-CULTURALE, propedeutica alla distruzione delle caratteristiche peculiari, storiche, religiose e della sovranità nazionale, necessaria alla globalizzazione selvaggia mercantilista. E allora qui non andiamo più bene!


http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/04/05/che-senso-ha-limmigrazione-in-un-paese-in-ginocchio-come-litalia/
http://altrarealta.blogspot.it/

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