lunedì 21 luglio 2014

Perchè la Russia non interviene nella crisi ucraina?

Perchè la Russia non interviene nella crisi ucraina?

Oggi molti esperti si pongono la domanda perché la Russia non interviene nell'andamento della crisi ucraina, considerando che continuano i combattimenti nell'Est del paese nonostante l'annunciato cessate-il-fuoco e tutti gli sforzi della comunità internazionale per la ricerca della soluzione pacifica.
 
La nostra collega Françoise Compoint si è rivolta con questa domanda a Olivier Berruyer, autore del blog economico lescrises.fr e presidente dell'associazione DIACRISIS.

- Che cosa ne pensa Lei del non-intervento del Cremlino e della Russia nel suo insieme nella situazione in Ucraina? La Russia si limiterà all'applicazione delle sanzioni economiche e del gas contro l'Ucraina o bisogna aspettare le misure poco più radicali?
- Penso che attualmente in Russia, a differenza dell'Occidente, ci sono abbastanza persone ragionevoli e già questo è un aspetto importante e positivo. Anche se all'Est la questione si dibatte in un determinato modo, per ora non vedo perchè la Russia debba condurre un intervento attivo in Ucraina. Tuttavia se la situazione si inasprirà ancora di più non c'è da escludere un aiuto diretto o indiretto alla popolazione dell'Est dell'Ucraina.
- Recentemente nei cieli di Lugansk sono stati avvistati elicotteri americani tipo Apache. In tal caso la Russia ha il diritto di seguire il principio del taglione, ossia inviare le armi agli insorti del Sud-Est?
- Io direi che il principio del taglione non si adatta tanto a un conflitto di questo genere, ciò che mostrano con evidenza gli avvenimenti ora in corso in Medio Oriente. E' una questione estremamente complessa. La resistenza locale comprende gli ucraini orientali che già da alcune settimane oppongono un'accanita resistenza. E' davvero sorprendente: soltanto un manipolo di uomini ha preso il potere nell'Est e opporre resistenza all'esercito regolare.
- Tra le file degli insorti si contano soltanto 2 000 uomini?
- Direi che dovrebbero essere di più, ma è lo stesso sorprendente che l'esercito non riesca a riprendersi il territorio. Innanzitutto ciò significa che l'esercito non arde dal desiderio di combattere i fratelli dell'Est del paese. Poi risulta che questa gente è ben organizzata e gode del sostegno della popolazione dell'Est. Risulta che un determinato territorio vuole separarsi seguendo il modello della Yugoslavia e ciò desta non poche preoccupazioni. Che cosa si può fare in questa situazione? La cosa più interessante e che vi c'è stato il cessate-il-fuoco e sono state condotte le trattative considerando che la maggioranza della popolazione non intende entrare a far parte della Russia come l'ha fatto la Crimea all'inizio del conflitto. Perciò mi sembra che in questo caso si avviino le trattative assai lunghe con le pressioni da parte della Russia e dell'Occidente. Se invece si farà il ricorso alle armi tutto ciò potrà portare alle situazioni complesse e rischiose per la geopolitica locale.
- Ora spesso si traggono i paralleli tra gli avvenimenti in Ucraina e gli avvenimenti in Georgia nel 2008. Secondo Lei, un simile paragone è giustificato o tirato ad arte?
- Mi sembra che qui tutto sia abbastanza tirato ad arte perché si tratta delle decisioni più estreme. Tanto più che nello stesso tempo l'Ucraina sta precipitando in un vero e proprio abisso economico. Se si prendono in esame le cifre della produzione industriale, gli indici economici nel loro insieme, sorge la domanda quanto ancora potrà durare il regime ucraino occidentale. Già tra sei mesi dovrà confrontarsi con il deficit totale. Resisteranno perfino a quel momento gli insorti dell'Est? E' una questione molto complessa e non penso che la Russia sia propensa a permettere che i combattimenti si avvicinino alle sue frontiere. Una prospettiva del genere già oggi sembra estremamente spaventosa. In fin dei conti al potere a Kiev ci sono i partiti come "Settore destro", vi stanno accadendo le cose del tutto pazzesche, di cui quasi non si parla nel mass media occidentali. La Russia ha le proprie frontiere e non è interessata a un intervento troppo attivo, ma non può permettere di far schiacciare completamente la popolazione locale che storicamente mantiene con essa stretti legami. Cioè ora tutti si trovano in una situazione molto complessa e il comportamento del Cremlino mi sembra del tutto ragionevole. Bisogna tentare di placare gli animi ottenere la conduzione delle trattative e il cessate-il-fuoco. Purtroppo ora gli USA non sostengono una posizione del genere e, spero, che almeno l'Europa Occidentale la sostenga. Ora ho proprio una sensazione del genere. E' proprio dell'Occidente criticare gli altri, ma l'attuale stato di cose attesta il totale fiasco della sua politica.
- Signor Berruyer, mille grazie per le risposte esaurienti.
 
 
Arkadij Barskij   

 

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