giovedì 28 agosto 2014

Gli Esseni ed i Sette Specchi Essenziali

Fin dalla più remota antichità esiste una dottrina straordinaria, universale nella sua applicazione e dalla saggezza senza tempo. Alcuni frammenti di tale dottrina sono stati rinvenuti nei geroglifici sumeri e su tegole e pietre risalenti a circa otto o diecimila anni fa. Alcuni dei suoi simboli, come il sole, la luna, l'aria, l'acqua e le altre forze naturali, provengono da un'era persino precedente al cataclisma che pose fine al Pleistocene. Nessuno sa con certezza a quante migliaia d'anni prima essa risalga.

L'obiettivo di tale dottrina è risvegliare nel cuore di ogni uomo una conoscenza intuitiva che sia capace di risolvere tanto i problemi individuali quanto quelli dell'intero mondo.

Tracce dell'insegnamento sono riscontrabili in quasi ogni regione e culto religioso. I suoi principi fondamentali furono insegnati nell'antica Persia, in Egitto, India, Tibet, Cina, Palestina, Grecia e molti altri paesi. Tuttavia nella sua forma più pura la dottrina fu trasmessa da una misteriosa confraternita che visse tra gli ultimi tre secoli aC ed il primo secolo dC sulle rive del Mar Morto in Palestina e quelle del Lago Mareotis in Egitto. In Palestina e Siria i membri della confraternita erano noti come gli esseni, mentre in Egitto erano chiamati Terapeuti, o guaritori.

La parte esoterica della loro dottrina è presente ne L'Albero della Vita, le Comunioni e la Sevenfold Pace. L'insegnamento essoterico è riscontrabile nel Vangelo Esseno della Pace, nel testo Genesi, Un'Interpretazione Essena, in Mosè, Profeta della Legge, e nel Discorso della Montagna.

L'origine della confraternita è ignota, e la derivazione del nome incerta. Alcuni credono che derivi dal nome di Esnoch, o Enoch (v. correlati), il quale sarebbe stato il fondatore della fratellanza in quanto primo essere umano a cui sarebbe stata concessa la comunione con il mondo angelico. Altri che il nome derivi da Esrael, il popolo eletto a cui Mosè portò le Comunioni dopo che gli furono rivelate sul monte Sinai direttamente dal mondo angelico.

Ad ogni modo, qualunque sia stata la loro origine, sembra certo che la confraternita degli Esseni esistesse già da molto tempo, forse sotto altri nomi ed in altre terre.

I loro insegnamenti appaiono nella Zend Avesta di Zoroastro, che si concretizzò in uno stile di vita praticato per migliaia di anni. Sono riscontrabili tra i concetti fondamentali dei Veda del Brahmanesimo, ed anche il sistema dello Yoga indiano scaturì dalla stessa fonte. Successivamente Buddha predicò essenzialmente le stesse idee di base, ed il suo sacro albero della Bodhi è connesso all'Albero della Vita esseno, proprio come quest'ultimo trova espressione nella Ruota della Vita tibetana.

Pitagorici (v. correlati) e stoici dell'antica Grecia ispirarono gran parte del loro stile di vita ai principi esseni. La stessa dottrina fu elemento della cultura Adonica dei Fenici, della scuola filosofica di Alessandria d'Egitto, e ha contribuito a molti rami della cultura occidentale: dalla Massoneria allo gnosticismo, alla Cabala, al Cristianesimo. Gesù la interpretò nella sua forma più bella e sublime nelle Sette Beatitudini del Discorso della Montagna.

GESÙ E GLI ESSENI

Rotoli del Mar Morto
Gli indizi della connessione tra la dottrina di Gesù e quella essena sono riscontrabili nei Rotoli del Mar Morto, un consistente insieme di manoscritti esseni scoperto 1947-1956 all'interno di alcune grotte presso  la località di Qumran, sulle rive Mar Morto, nei pressi di Gerusalemme. Le pergamene attribuite al Vecchio Testamento e le descrizioni della filosofia e delle pratiche essene riflettono molti degli insegnamenti cristiani di cui fu portatore Gesù Cristo. I Rotoli del Mar Morto (dando per vera la loro originalità - n.d.t.) rivelano che quegli stessi concetti fossero noti e praticati ben prima della nascita di Gesù, e prospettano la possibilità che Gesù possa aver studiato - o addirittura vissuto - con gli esseni nel corso di un periodo che va dagli anni della sua adolescenza fino a circa i 30 anni, lasso temporale di cui non è pervenuta alcuna nozione della sua vita ed attività (A tal proposito si consiglia la visione del bel film I Giardini dell'Eden, di Alessandro D'Alatri - n.d.t.)

Analogie e Differenze
Gli esseni erano convinti di essere gli eletti che avrebbero introdotto un radicale cambiamento nel giudaismo con l'aiuto di un messia e un profeta. Non ritenevano la povertà una virtù o uno status essenziale per onorare Dio al di là delle ricchezze mondane; insegnavano che il matrimonio fosse un legame indissolubile fatto davanti a Dio e che il divorzio fosse proibito. L'immortalità era accettata sotto forma di verità dagli esseni, ma - sebbene osservassero religiosamente il Sabbath, non partecipavano al culto nel tempio in quanto consideravano il tempio e i suoi sacerdoti espressione di lassismo nella disciplina spirituale. Queste idee si riflettono nel Nuovo Testamento. Tuttavia Gesù insegnava la dottrina della risurrezione del corpo nel giorno del giudizio finale ed era abitualmente impegnato a predicare per diffondere le proprie idee tra le persone comuni ed i sacerdoti del tempio, approcci - questi - respinti dagli esseni.

Probabilità Storiche
Il prof. James Tabor, cattedra di Studi Religiosi presso l'Università del North Carolina, fa notare che alcuni esseni vissero, praticarono ed insegnarono la loro dottrina presso Gerusalemme ed altre città confinanti, benché la comunità monastica essena abbia lasciato le proprie pergamene all'interno di grotte sul Mar Morto. Non esiste alcuna documentazione contemporanea alle parole di Gesù. I Vangeli del Nuovo Testamento derivano tutti da copie in lingua greca di antiche pergamene perdute. La più antica di tali copie è stata fatta risalire a circa un secolo dopo la morte di Cristo. Tuttavia durante tutta la sua vita Gesù ebbe facile accesso - così come la società in cui visse -  alle opinioni e pratiche degli Esseni. Quindi, la conclusione che la filosofia essena possa avere ispirato Gesù o contribuito alla formazione di alcuni dei suoi insegnamenti è storicamente difendibile, se non dimostrabile.

VITA QUOTIDIANA TRA GLI ESSENI
Gli esseni vivevano sulle rive di laghi e fiumi, lontani da città e paesi, e praticavano uno stile di vita rivolto alla condivisione. Erano principalmente agricoltori e arboricoltori, avendo una vasta conoscenza di colture, geologia e climatologia che consentiva loro di coltivare una grande varietà di frutta e verdura persino in zone desertiche e con il minimo lavoro indispensabile.

Non avevano servi o schiavi e si dice che siano stati i primi a condannare la schiavitù sia nella teoria che nella pratica. Tra di essi non vi erano ricchi né poveri, in quanto entrambe condizioni giudicate deviazioni della Legge. Il loro sistema economico si basava interamente sulla Legge, con cui dimostravano che il cibo e qualsiasi altra esigenza materiale dell'uomo fossero ottenibili senza competizione, solo attraverso la conoscenza della Legge.

Trascorrevano molto tempo a studiare scritti antichi e rami speciali di apprendimento quali l'istruzione, la guarigione e l'astronomia. Erano considerati gli eredi di Caldea, dell'astronomia persiana e delle arti egizie della guarigione. Erano abili nelle profezie, alle quali si preparavano attraverso un digiuno prolungato. Erano inoltre estremamente abili nell'uso di piante ed erbe per la guarigione di uomini e animali.

Vivevano una vita semplice e regolare. Si alzavano ogni giorno prima dell'alba per studiare e comunicare con le forze della natura, fare un bagno rituale in acqua fredda e poi indossare indumenti bianchi. Dopo il loro lavoro quotidiano nei campi e nelle vigne consumavano i loro pasti in silenzio, precedendoli e terminandoli con la preghiera. Erano del tutto vegetariani e non toccavano alimenti di carne né liquidi fermentati. Le loro serate erano dedicate allo studio e alla comunione con le forze celesti.

Il primo giorno della loro settimana era il Venerdì. Il venerdì sera - che precedeva il Sabbath - era dedicato allo studio, la discussione, ed il divertimento in compagnia dei visitatori, suonando alcuni strumenti musicali.

Il loro stile di vita gli consentiva di vivere fino a 120 anni o più, e si dice che infondesse in loro grande forza e resistenza. In tutte le loro attività esprimevano amore creativo.

Inviavano in giro per il mondo i guaritori e gli insegnanti della confraternita; tra questi vi furono Elia, Giovanni Battista, Giovanni Amato e - probabilmente - il grande maestro Gesù.

L'appartenenza alla confraternita era ottenibile solo dopo un periodo di prova di un anno e tre anni di lavoro iniziatico, seguito da altri sette anni prima di poter ricevere il pieno insegnamento interiore.

Testimonianze del modo esseno sono pervenute fino a noi grazie agli scritti di alcuni loro contemporanei. Plinio, naturalista romano; il filosofo alessandrino Filone; lo storico e soldato ebreo Giuseppe Flavio, e altri personaggi e autori antichi li citarono nelle loro opere.

Alcuni degli insegnamenti esteriori sono conservati in testi in aramaico all'interno del Vaticano. Altri redatti in lingua slava furono trovati in possesso degli Asburgo in Austria e si dice che fossero stati esportati dall'Asia nel XIII secolo da sacerdoti nestoriani in fuga dalle orde di Gengis Khan.

Gli echi dei loro insegnamenti esistono ancora in diverse forme, nei rituali massonici, nel candelabro a sette braccia, nel saluto: "La pace sia con te", usato fin dai tempi di Mosè.

Data la sua antichità e persistenza attraverso i secoli, è evidente che la dottrina essena non sia stata creata da un singolo popolo o un unico individuo, ma provenga da una successione di grandi Maestri i quali tramandarono la Legge dell'Universo, basilare, eterna e immutabile come le stelle; sempre uguale a se stessa oggi come due o diecimila anni fa, e perciò ancora applicabile.

L'insegnamento mostra come le deviazioni dell'uomo dalla Legge siano la causa di tutti i suoi problemi, e fornisce il metodo con cui esso può trovare la via d'uscita dal proprio dilemma.

Il vero rapporto sacro è quello con noi stessi, perché tutte le relazioni riflettono noi stessi. Può anche essere vero che il tuo partner faccia cose che ti innervosiscano. Ma alla fine si tratta di input che provocano una reazione in te, dunque sei tu quello 'attivato.' Pertanto in primo luogo esiste la tua relazione con te stesso.

Comunque sia, ci ritroviamo sempre di fronte un riflesso di noi stessi; in ogni rapporto, ma soprattutto in quelli molto stretti. Ciò significa che ogni rapporto con gli altri riflette come uno specchio un aspetto del nostro modo di essere.

I SETTE SPECCHI ESSENI

Secondo la dottrina degli esseni, l'assunzione di piena responsabilità personale per qualsiasi cosa abbiamo fatto, detto o pensato in questa vita è la qualità fondamentale per la creazione di un rapporto sacro. E vedere ogni cosa come uno specchio che riflette parti di noi stessi è la seconda qualità fondamentale. Gli esseni insegnano che esistono sette specchi essenziali per la costruzione dei rapporti sacri.

I sette specchi della Sacra Relazione

Il Primo Specchio ci rimanda il riflesso di ciò che siamo. Si tratta di qualcosa che abbiamo fatto a noi stessi, o degli errori e le ferite che ci siamo auto-inflitti.

Il Secondo Specchio riflette ciò che giudichiamo. Si tratta di qualcosa che ci ha feriti e su cui abbiamo costruito una carica emotiva. Può essere qualcosa che abbiamo subito in passato e che non abbiamo mai perdonato. E' bene prendere atto, tuttavia, che quando condanniamo il prossimo e lo facciamo caricando il giudizio di emotività, è molto probabile che in realtà stiamo giudicando noi stessi.

Il Terzo Specchio riflette qualcosa che abbiamo perduto, dato via o che ci è stato sottratto. Quando vediamo qualcosa che ci piace nel nostro prossimo, spesso si tratta di qualcosa che abbiamo perso, dato via o che ci è stato rubato. Ogni rapporto è un rapporto con noi stessi e spesso si cerca di recuperare ciò che si è perso, dato via o che ci è stato sottratto come ad un bambino. Tutto può essere recuperato all'interno di se.

Il Quarto Specchio riflette i nostri amori dimenticati. Potrebbe trattarsi di uno stile di vita, o di un rapporto perduto prima che fosse naturalmente concluso. Spesso si tratta di esperienze risalenti a una vita passata, che hanno avuto una conclusione sbagliata. Tendiamo a ricrearle più e più e più volte fino a quando la loro conclusione non è registrata dalla nostra anima sotto forma di saggezza.

Il Quinto Specchio riflette il Padre e la Madre. Spesso si dice che finiamo per sposare persone simili a nostro padre o a nostra madre. Spesso tendiamo anche a ripetere sia i modelli sani che quelli non sani che abbiamo appreso da bambini dai nostri genitori. Spesso percepiamo i genitori come divinità e così non raramente tendiamo a riflettere sui nostri partner aspetti del nostro rapporto con i nostri genitori. Spesso scegliamo i nostri partner sulla base del nostro rapporto con i nostri genitori.

Il Sesto Specchio riflette la nostra ricerca della Tenebra o ciò che viene definito la notte oscura dell'anima. Accade quando ci troviamo ad affrontare le nostre sfide più grandi, le nostre peggiori paure, e chiamiamo a raccolta tutti gli strumenti che la vita ci ha offerto per affrontare tali situazioni. La cosa più importante da ricordare è che la nostra anima ci dona tali opportunità per crescere ed evolvere e che in realtà non esistono 'vittime.'

Il Settimo Specchio riflette la nostra percezione di noi stessi. Il nostro prossimo ci percepisce e ci tratta in base al modo in cui noi trattiamo e percepiamo noi stessi. Se abbiamo una bassa autostima e non riteniamo di essere degni di ricevere amore, o non vediamo la nostra propria bellezza, anche il nostro prossimo non ci amerà e non riuscirà a vedere la nostra bellezza. Se siamo amari e privi di amore verso gli altri, lo stesso trattamento verrà riservato dal nostro prossimo verso di noi. E' importante imparare ad essere compassionevoli e amorevoli verso noi stessi, e abbracciare tutto ciò che siamo, senza giudicarci. E' necessario ricordare che l'unico motivo per cui chicchessia può esercitare potere su di noi è il fatto che possieda qualcosa che noi desideriamo. Ma ogni cosa, che si tratti di amore, di gioia, o di un legame personale con una forza superiore, può essere trovata all'interno di noi stessi.

Questi sette specchi sono linee guida utilizzabili come strumenti per verificare dove ci troviamo nella nostra evoluzione e consapevolezza. La creazione di un rapporto sacro richiede innanzitutto che risolviamo i nostri pasticci, che curiamo e guariamo le nostre parti ferite e che ritorniamo sul percorso verso ciò che diciamo di volere, reclamando il potere che abbiamo perduto in maniera più o meno volontaria.

Quando decideremo di lavorare sul nostro rapporto con noi stessi avverranno dei cambiamenti che si rifletteranno sulle nostre vite. Inizieremo a notare delle differenze nel rapporto con il nostro amato. Tutti i rapporti sono sacri se scegliamo di coltivarli in questo modo, ma è necessario tenere sempre a mente che quello con noi stessi è di gran lunga il rapporto più importante che abbiamo.

Traduzione e sintesi a cura di Anticorpi.info
http://www.anticorpi.info/2014/08/gli-esseni-e-i-sette-specchi-essenziali.html 

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