lunedì 29 settembre 2014

Ingegneria

 
L’Ingegneria, nella sua accezione contemporanea, è una disciplina al tempo teorica e pratica, nata da un rigurgito tecnocratico alto borghese all’interno di quell’incubatore magico/esoterico (dai risvolti tragicamente sanguinari) che fu l’illuminismo francese. I prodotti mentali di quel costrutto massonico/simbolico che è stata poi la rivoluzione francese, hanno portato all’estensione della ‘Encycolpédie’, dei tipi architettonici standardizzati (Duran) ed alla mitica ‘Ecole de Ponts et Chausseés’: la prima vera facoltà di Ingegneria europea.
Al seguito di tali notevoli esperienze sociali spacciate alle masse come una forma di inarrestabile Progresso, lo Stato francese così riformato ha fatto da matrice a tutti gli altri stati nascenti europei (per forza o convinzione) verso quel costrutto stregonesco ed oscurantista che è oggi l’Unione Europea.

L’Ingegneria ha drasticamente modificato non solo il nostro ambiente ma soprattutto le nostre attitudini mentali, portando l’umanità a magnificare i prodotti della tecnologia e della mentalità sedicente ‘scientifica’ in un crescendo di nequizie indicibili e danni ambientali dalle proporzioni notevoli ed in gran parte ormai irreversibili.
Ad una pratica costruttiva e creativa universalistica che comprendeva molti aspetti interconnessi e delicatissimi del rapporto tra uomo ed ambiente e tra creazione e natura, si è sostituito un approccio deleterio, minimalista, scientista e pauperista che ha minato per sempre quella simbiosi speciale esistente tra il pianeta ed i suoi abitanti umanoidi.
Oggi l’Ingegneria ha preso nuove denominazioni composte, spettrali ed inesorabilmente ‘mute’:
GEOINGEGNERIA
La geoingegneria non esiste, o meglio, non esiste ufficialmente a livello applicativo, mentre sappiamo bene che agisce da decenni sul clima e la biosfera in modo clandestino. Si avvale di conoscenze fisiche precluse ai più, derivanti dalle intuizioni di Tesla, e di fondi illimitati e risorse notevoli, andando a costituire un motore di modifica degli ecosistemi a livello planetario, indipendente ed al di fuori di qualsivoglia controllo democratico.
Non potendo controllare le procedure della geoingegneria, non possiamo neanche ipotizzarne le finalità ma soltanto immaginarle. Stiamo parlando dell’ormai evidentissimo controllo climatico ed anche di modifica della biosfera in generale perché le radioonde e le sostanze biochimiche immesse nell’atmosfera interagiscono senz’altro con le delicate infrastrutture della vita sul pianeta Terra.
INGEGNERIA SOCIALE
Altra disciplina dal nome sinistro. Che qualcuno si senta in grado di agire sulla società degli uomini fino al punto di modificarne il corso è stupefacente. Se un cambiamento deve avvenire avverrà per una serie di fattori materiali, spirituali e coscienziali, non certo perché qualcuno sente lo sghiribizzo (o la necessità) di agire su parametri collettivi a piacimento.
BIO INGEGNERIA
Non credo ci sia da aggiungere altro ma l’aspetto oscuro di questa disciplina è lo sconfinamento con il transumanesimo: la variante sintetica demoniaca dell’azione esterna sul genere umano.
 
Conclusione:
Per concludere non si voleva certo defraudare i meriti dei tanti validi Ingegneri in buona fede ma sottolineare i limiti intrinseci dell’Ingegneria in generale, una disciplina con un apparato teorico troppo compresso e limitato allo stretto indispensabile per agire, davvero troppo poco per fungere da agente primario di rimodellazione dell’ambiente antropico.
Occorre riscoprire un approccio sensibile, delicato e collettivo per uscire dai malanni delle ingegnerie, in cui la validissima figura dell’Ingegnere darà senz’altro il suo contributo, senza dimenticare la componente spirituale profonda delle nostre azioni, aspetto che l’Ingegneria non considera purtroppo neanche esistente. Siccome però spesso i ‘mandanti’ dell’ingegnere sono stregoni che ben conoscono la potenza della simbologia magica, occorre prestare molta attenzione agli aspetti secondari del rapporto tra potere e tecnologie, alle ricadute sinistre di tale simbiosi ed al ruolo apparentemente subalterno della ‘scienza’ sulla ‘magia’, laddove in qualche luogo, evidentemente, coincidono o vengono considerate entrambe e solo strumenti di lavoro.

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