venerdì 21 novembre 2014

Il Giappone di Abe: realismo degli USA e fiducia politica a Tokyo

Japan's PM Abe meets Russia's President Putin during a bilateral session on the sidelines of the APEC leaders summit in Sydney 

Sembra che gli aspetti mediatici in Giappone siano aggravati dai “viaggi dorati” occidentali e dagli orpelli dell’“apologetica multiculturale”. Ciò vale certamente per i media anglofoni in Giappone. Tuttavia, il primo ministro Shinzo Abe illustra la crescente fiducia del corpo politico giapponese. Pertanto, se il nazionalismo segue nel quadro giapponese, allora dovrebbe aiutare la nazione ad emergere da diversi decenni di auto-disfattismo. Cina, India e altre nazioni dell’Asia continuano a concentrarsi sulla modernizzazione militare. 

Nello stesso tempo, gli Stati Uniti affrontano il problema del debito crescente e dei tagli militari. In effetti, le guerre in Afghanistan e Iraq sottolineano il limitato potere degli USA sul terreno, anche se molti Paesi sostengono Washington. La debacle in Libia è dovuta a Francia e Regno Unito e sempre più gli USA si affidano a molti giocatori nell’affrontare le questioni più serie della politica estera. Tale realtà indica che il Giappone deve concentrarsi sull’esportare soft power e nel lungo termine, nel poter usare la potenza in tempi di crisi. USA e Unione europea non hanno la potente Cina nel loro cortile, ma per il Giappone la nazione cinese è una realtà. E’ quindi essenziale che le élite politiche di Tokyo si concentrino sulla costruzione di grandi ponti con Pechino, non da posizioni di debolezza, ma di parità. Sebbene la Cina abbia chiuso alle navi giapponesi la zona contesa delle Senkaku (Diaoyu), nessun Paese può tollerare tali provocazioni a tempo indeterminato. 

Dopo tutto, se la Cina è così preoccupata da diritti e torti delle zone contese, allora dovrebbe concentrarsi sulla questione tibetana e di altre aree del Paese. Non è nell’interesse di Cina e Giappone essere in disaccordo, perché entrambe le nazioni devono concentrarsi sulla stabilità e rafforzare l’eredità culturale. Nella storia studiosi di Cina e Giappone s’incontrarono per una maggiore conoscenza e comprensione. Nessuno mette in dubbio l’influenza di confucianesimo, taoismo e altre idee provenienti dalla Cina sulla cultura giapponese. Allo stesso modo, il buddismo arrivò in Cina e penisola coreana prima di penetrare in Giappone. Pertanto, le nazioni regionali devono creare un potente blocco economico in Asia nordorientale sulla base di accordi commerciali vantaggiosi.

Le tendenze nazionaliste del governo Abe non devono essere distruttive. Al contrario, il Giappone deve unirsi al club poiché nessuno mette in dubbio le tendenze nazionalistiche di Cina, Corea democratica, Corea del Sud e Taiwan in Asia nordorientale. Infatti, per troppi decenni il Giappone è rimasto all’ombra dell’ombrello statunitense e dei vincoli costituzionali. Tuttavia, gli USA ora hanno bisogno di un maggiore contributo dagli alleati per via della debolezza economica e delle passate sconfitte militari. Nessuno può sostenere che le sconfitte militari statunitensi in Vietnam nel lontano passato e recentemente in Afghanistan, Iraq e Libia non abbiano comportato una maggiore instabilità, per gli intrighi di Washington. 

Afghanistan e Iraq sono ora rovinati da terrorismo, islamismo, settarismo e le altre forze negative. Allo stesso modo, la Libia è oggi uno Stato fallito e tutte queste realtà evidenziano i limiti degli USA e di potenze come Francia e Regno Unito. Tale realtà significa che il Giappone deve condividere l’onere degli USA nel Nord-Est dell’Asia, giocando un ruolo geopolitico e militare più attivo perché il potere di Washington è in declino. Naturalmente, gli USA godono ancora di molte risorse ma chiaramente la guerra fredda è morta e gli attori regionali nel mondo hanno le loro agende geopolitiche, pertanto è necessaria maggiore comprensione tra le potenze del mondo moderno. Kumi Yokoe, senior fellow della Fondazione Heritage, commenta che 
Con sorprendente coerenza, i media statunitensi hanno ritratto Abe come un personaggio marginale, in genere un “falco” inadatto al Giappone pacifista. Eppure tale presunto “passo falso” politico ha ottenuto una valanga elettorale a dicembre e gode (godeva. NdT) di un gradimento al 71 per cento“. Kumi Yokoe continua affermando che “le opinioni di Abe si differenziano nettamente da quelle della generazione precedente. Vuole rafforzare l’alleanza USA-Giappone e potenziare le capacità militari del Paese. Ciò non deriva da “aggressività”, ma dal grande senso di fiducia che caratterizza la generazione dei quarantenni giapponesi. E i cinquantenni-quarantenni oggi prendono le redini del potere”. “…Il primo ministro Abe è la voce di questa generazione. Questo è il motivo per cui ha così fermamente condannato il riuscito test nucleare della Corea democratica della scorsa settimana. Ecco perché ha insistito che la Cina si scusi per aver volto i radar di puntamento su una nave da guerra giapponese e promettere che non sarebbe più accaduto. I politici della generazione Dankai avrebbero evitato tali risposte in quanto dalla “linea troppo dura”. Ma per la generazione di Abe il confronto non è sinonimo di belligeranza. Piuttosto è segno di fiducia e realismo“. 
Abe è anche possibilista verso la Trans-Pacific Partnership, che l’attuale leader di Washington sostiene. Il crescente potere della Cina è una realtà e la Federazione Russa è presente in Asia centrale, Caucaso, Europa dell’est, Medio Oriente e Nord-est asiatico. Pertanto, è tempo per il Giappone di svolgere un ruolo più costruttivo ed ampliare i rapporti con tutte le potenze regionali su basi di “normalità” e non “sottomissione” ai capricci di una qualsiasi nazione. Infatti, con l’amministrazione Obama che attua i tagli alla difesa, il Giappone può giocare un ruolo più forte nell’interesse geopolitico di Washington e Tokyo. Allo stesso tempo, Abe e i futuri governi giapponesi devono essere sempre più aperti verso Cina e Federazione russa sulla base dei reciproci interessi.

 Hiroshi Saito e Lee Jay Walker Modern Tokyo Times

JADIZ_and_CADIZ_and_KADIZ_in_East_China_Sea 

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/20/il-giappone-di-abe-realismo-degli-usa-e-fiducia-politica-a-tokyo/ 

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