lunedì 15 dicembre 2014

ITALIA IN GUERRA CONTRO LA SIRIA

Napolitano e Assad  

La terribile notizia è ufficiale da giorni, ma chissà chi lo sa. E dire che Napolitano era pappa e ciccia con il cattivo di turno, ossia Assad, a giudicare almeno dagli incontri ufficiali. Poi sono piombati i contrordini del fantoccio Obama. E i politicanti italidioti, sono scattati sull’attenti, come sempre dal 3 settembre 1943.
 
«L’Italia ripudia la guerra» stabilisce inequivocabilmente l’articolo 11 della Costituzione repubblicana del 1948, ormai carta straccia dopo la firma e l’approvazione incostituzionale del Trattato di Lisbona (entrato in vigore nel 2009) firmato il 13 dicembre 2007 da Prodi e D’Alema senza alcun nullaòsta parlamentare, e quindi privi addirittura, del fondamentale e indipensabile mandato del popolo “sovrano”.
 
Non ci credete? Allora date un’attenta lettura, alla recente risoluzione sulla Siria (documento XXIV, numero 43): il Senato autorizza l’intervento militare italiano in Siria. La Commissione esteri del Senato ha impegnato il governo a «sostenere in tutti i modi, incluso quello militare, l’azione della coalizione internazionale»:  vale a dire, ha autorizzato (con voto favorevole PD-Pdl e contrario di Sel e 5Stelle) la guerra  dell’Italia contro la Siria.
 
La crisi siriana - sottolinea la premessa approvata invece anche da Sel, ma con l’astensione dei pentastelluti - si è trasformata in guerra civile «per la chiara e riconosciuta responsabilità del regime del presidente Assad», creando «il terreno ideale per il rafforzamento dell’estremismo fondamentalista armato, in particolare di quello del Daesh» (Isis) che costituisce oggi «una minaccia all’integrità territoriale dei paesi dell’area, oltre che una delle maggiori sfide contemporanee alla sicurezza, alla democrazia e alla libertà».

Menzogne istituzionali espresse da parlamentari abusivi come il governo e l’inquilino del quirinale (alla voce: sentenza Corte costituzionale numero 1/2014).
 
Sono stati in realtà gli Usa e i maggiori alleati Nato a finanziare, armare e addestrare i gruppi islamici attraverso una rete organizzata dalla Cia (New York Times, marzo 2013).  
 
La Commissione del Senato sostiene infine che l’intervento militare in Siria, effettuato dalla coalizione internazionale di cui fa parte l’Italia, è autorizzato dalle risoluzioni 2170 e 2178 del Consiglio di sicurezza dell’Onu. A bene vedere, però, esse stabiliscono solo l’obbligo dei paesi membri dell’Onu di prevenire il reclutamento, l’organizzazione, il trasporto e l’equipaggiamento di individui che si recano in altri Stati allo scopo di attuare atti terroristici. L’intervento militare degli Stati uniti e di loro alleati in Siria non è quindi autorizzato dal Consiglio di sicurezza.  

Oltretutto, proprio l'Italia ha inviato da tempo in missione segreta specialisti delle forze armate tricolori, che hanno addestrato proprio i terroristi dell'Isis. Il primo ministro Renzi pro tempore, infatti, non ha ancora risposto ad alcune interrogazioni parlamentari in materia (4/00116 del 29 aprile 2013, e 4/05998 dell'11 settembre 2014). 
 
Inoltre, anche in questo caso, i nostri servizi di sicurezza (Aise, ex Sismi) prendono ordini direttamente dalla CIA. Cucù: che ci fa Eurogendfor in Siria?
Ed ecco la chicca del Consiglio d’Europa, un comunicato stampa a firma del presidente Catherine Ashton:
«Il Consiglio ha condannato senza riserve le atrocità, le uccisioni e gli abusi dei diritti umani perpetrati dall'ISIL/Da'esh e altri gruppi terroristici sia in Siria che in Iraq nonché dal regime di Assad in Siria. L'UE è determinata a contribuire allo sforzo internazionale per sconfiggere questi gruppi terroristici. Le politiche non inclusive in Iraq e l'instabilità in Siria, frutto della guerra brutale condotta dal regime di Assad contro il proprio popolo, hanno consentito all'ISIL/Da'esh di prosperare. In conseguenza delle sue politiche e delle sue azioni, il regime di Assad non può essere un partner nella lotta contro l'ISIL/Da'esh. Il Consiglio ha inoltre rafforzato le misure restrittive dell'UE nei confronti del regime siriano».
Dulcis in fundo: vi consiglio di ascoltare con attenzione il ringraziamento ipocrita del guerrafondaio Giorgio Napolitano (capo delle forze armate) al presidente Bashar al- Assad e l'onoreficenza di gran croce concessa allo stesso.
 
Gianni Lannes

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