lunedì 23 febbraio 2015

Renzi sarà a Mosca in marzo per portare la Russia nella coalizione anti-Isis

Renzi sarà a Mosca in marzo per portare la Russia nella coalizione anti-Isis

In Libia la comunità internazionale ha fallito. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha trovato un accordo per una risoluzione che desse legittimità all’attacco egiziano contro la Libia, ma ha solo puntato sulla prosecuzione dell’impossibile negoziato tra fazioni con la mediazione delle Nazioni Unite e il suo inviato, lo spagnolo Bernardino Léon.
 
Egitto e Giordania hanno forzato la mano puntando invece sull’uso della forza e su misure di “security assistance”, quali il ritiro delle milizie che controllano Tripoli e restrizioni al flusso di armi a entità non governative in Libia.

Il Dipartimento di Stato degli USA si è limitato a condannare il grave atto terroristico contro i copti in Libia e a mostrare “rispetto” per la reazione egiziana.

Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di mercoledì sera, l’Italia ha ribadito la propria fiducia negli sforzi negoziali di Leon, volti a una composizione delle parti e alla formazione di un governo libico di unità nazionale.

Impegnate in una difficile mediazione in queste ore sono proprio le autorità italiane.
Il premier, Matteo Renzi, ha inviato un messaggio al presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi, contenente un invito a credere nei negoziati. Nella lettera, recapitata al Cairo dal sottosegretario Marco Minniti, il premier esprime il cordoglio dell’Italia per l’uccisione dei cittadini copti da parte dello Stato islamico, e si spiega che una stabilizzazione della Libia è un interesse diffuso che riguarda lo stesso Egitto. In sostanza, il governo vuol far avvicinare Il Cairo alla linea italiana, e farlo desistere dai propositi di una spallata unilaterale.

La lettera ha inoltre l’intento di riportare la Russia nella coalizione anti-Isis in Libia. Ed è per questo che Renzi si recherà a inizio marzo a Mosca per incontrare Putin.

Il Partito democratico starebbe, inoltre, lavorando per affiancare al mediatore delle Nazioni Unite un italiano. Potrebbe trattarsi dell’ex premier Romano Prodi, anche se la notizia è stata smentita nei giorni scorsi.

Presso la Rappresentanza permanente dell’Italia all’Onu si è tenuta inoltre una riunione dell’International Crisis Group - ong specializzata in diplomazia preventiva - con delegati dei P3+5, ossia Usa, Francia, Gb, Italia, Germania, Spagna, Ue e Onu. L’obiettivo è di creare un coordinamento degli sforzi tra istituzione ed entità che operano sul territorio libico.

L’intreccio di consultazioni ieri è passato anche per Washington, in occasione del vertice sul terrorismo organizzato alla Casa Bianca, dove a margine si sono riuniti Federica Mogherini, John Kerry, Ban Ki-moon, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukri. ''Da tutti è arrivato un sostegno forte alla mediazione dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale'' in Libia, ha dichiarato la Mogherini. Mentre Barack Obama ha rinnovato l’invito a rafforzare la coalizione mondiale contro l’estremismo, spiegando che non si tratta di “una guerra dell’Occidente contro l’Islam”, e che “non esiste nessuno scontro tra civiltà”.


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