mercoledì 4 marzo 2015

Il mondo del controllo mentale attraverso gli occhi di una artista con 13 personalità


 “Kim Noble è un caso raro: una superstite del controllo mentale basato sul trauma con oltre 13 alterego diversi, che non si conoscono tra loro, ma che dipigono tutti. Soffrì di DID e MPD (disturbo dissociativo dell’identità e di disturbo della personalità multipla) per la maggior parte della sua vita, a causa di un’infanzia estremamente traumatica. 

Ognuna delle sue personalità dipinge con uno stile unico e distintivo, ma tutte hanno una cosa in comune: rivelano il mondo oscuro del controllo mentale, dalle sue tecniche orribile al suo simbolismo. Vedremo le opere di questa artista unica, che rivelano un mondo che è completamente nascosto alle masse.”

Molti articoli su questo sito puntano a svelare il fatto che vi sia una forte simbologia sul controllo mentale nella cultura popolare. Servizi fotografici, video musicali e film spesso metteno in evidenza e ridicolizzano il controllo mentale e il suo simbolismo associandolo con stelle famose ed eventi alla moda. Resta il fatto comunque che questi riferimenti celebrano una delle pratiche più abominevole che l’uomo conosca: il controllo mentale basato trauma, chiamato anche programmazione Monarch.
Originatosi dal progetto segreto della CIA denominato MK-Ultra, il programma Monarch sottopone le sue vittime ad alcune delle più sadiche torture concepibili (per maggiori dettagli sulla programmazione Monarch vedere l’articolo intitolato Origini e Tecniche di controllo mentale Monarch).

Le opere di Kim Noble documentano vividamente la vita di uno schiavo del controllo mentale attraverso gli occhi di 13 personalità diverse. Mentre alcune di queste dipingono paesaggi e scene di natura normali, molte altre descrivono gli aspetti orribili del controllo mentale come la tortura fisica, l’elettroshock, i violenti abusi sessuali, la disumanizzazione e oscuri rituali occulti.

Le storie raccontate da questi dipinti sono difficili da reggere consciamente, ma riflettono perfettamente i vissuti e le esperienze di molti altri schiavi del controllo mentale. Guardando le opere di Kim Noble non solo si rivelano dettagli importanti su una pratica abominevole portata avanti da organizzazioni di “elite”, si rivela anche il simbolismo che, su base giornaliera, assorbiamo dai media corporativi. Diamo un’occhiata alla vita e alle opere di Kim Noble.

CHI E’ KIM NOBLE?
Ho la netta sensazione che Kim Noble avrebbe avuto qualche difficoltà nel rispondere a questa domanda. Ecco la biografia trova sul suo sito ufficiale:
    “Kim Noble è una donna che, dall’età di 14 anni, passò 20 anni dentro e fuori dall’ospedale fino a quando prese contatti con il Dr. Valerie Sinason e il dottor Rob Hale presso la Clinica Tavistock e Portman. Nel 1995 iniziò la terapia e le fu diagnosticato un disturbo dissociativo dell’identità (originariamente chiamato disturbo della personalità multipla). Il DID è un modo creativo per affrontare il dolore insopportabile. La personalità principale si divide in più parti con barriere dissociative o amnesie tra loro. Si tratta di un disturbo controverso ma Kim si sottopose a numerosi test nel giro di 2 anni, dal noto professore di psicologia, John Morton, che stabilì che non v’era memoria tra le personalità e che aveva la sfortuna di rappresentare lo standard britannico della dissociazione.
    Non avendo formazione artistica, Kim e 13 della sua personalità si interessarono alla pittura nel 2004 dopo aver trascorso un breve periodo con un terapeuta che utilizzava l’arte per guarire i suoi pazienti. Questi 12 artisti hanno ciascuno un proprio stile distintivo, con colori e temi diversi, che vanno dalle scene nel deserto a quelle in mare a quelle astratte, ai collage e a quelle con contenuti traumatici. Molti alterego non hanno la cosapevolezza di dividere il corpo con altri artisti.
    Ciò che rende notevoli questi artisti è allo stesso tempo la qualità del loro lavoro e la velocità dei loro progressi. Dopo cinque anni dall’inizio delle attività, Kim aveva già organizzato e tenuto diciassette mostre personali di successo. Kim è stata anche la prima artista con residenza presso lo Springfield University Hospital di Tooting, sud-ovest di Londra. “- Kimnoble.com
Nonostante il fatto che deva vivere con 13 alterego diversi – che casualmente prendono il controllo del suo corpo – Kim Noble possiede la fortuna di vivere una vita relativamente normale. Ha una figlia adolescente di nome Aimee, che è stata per lo più allevata dall’alterego “materno” di Kim, Bonny.

Negli ultimi anni, Kim Noble godette di una certa esposizione sui giornali nazionali come Il Telegraph, il The Guardian, l’Independent e molti altri. E’ anche apparsa da Oprah, dove è stata intervistata e mostrata durante il “cambio” personalità. Come ci si potrebbe aspettare dai media mainstream, l’analisi sulla condizione della Noble fu estremamente superficiale e focalizzata sullo sfruttamento dell’aspetto “freak” dell’intera vicenda. La vera causa della sua condizione, cioè il controllo mentale basato sul trauma, che è ampiamente descritto nelle sue opere, non è quasi mai menzionato.

Sebbene la maggior parte degli articoli e delle interviste sulla Noble plaudono al suo coraggio e quant’altro, nessuno di loro ha osato discutere il messaggio centrale del suo lavoro e il sistema in cui lo descrive. Molti dei dipinti della Noble raffigurano scene terribili di violenza organizzata, istituzionalizzata e sistematica, di tortura e di abusi su minori. E’ ovvio che il trauma della Noble non è stato causato da un unico padre sadico ma da una organizzazione che “lavora” con più bambini.

Per la maggior parte dei giornali, il lavoro della Noble non è altro che un esempio di “outsider art” (termine gentile coniato dagli artisti di successo per nominare le opere di coloro che hanno problemi mentali). La maggior parte dei critici sono affascinati dal fatto che ognuno degli alterego della Noble abbia un proprio stile distintivo, ma è altrettanto facile riconoscere che le sue opere descrivono il suo passato come vittima della programmazione Monarch.

La “vera” Kim Noble non ricorda nessuno degli abusi di cui ha sofferto – molti dei suoi alterego tuttavia lo fanno, e gli esprimono attraverso i loro dipinti.
 “A tutti gli effetti, ciascuno degli alterego di Kim è un artista a sé stante: Patricia dipinge paesaggi solitari desertici, Bonny raffigura spesso figure robotiche danzanti, Suzy dipinge ripetutamente una madre in ginocchio, le tele di Judy sono grandi opere concettuali, mentre il lavoro di Ria rivela gli eventi traumatici a cui sono sottoposti i bambini.
    Queste immagini inquietanti sono alla radice della straordinaria condizione di Kim; il DID è una strategia di sopravvivenza mentale in cui la personalità si divide in giovane età a causa di traumi gravi e cronici. Il numero di personaggi che esistono, spesso dipende da quanto a lungo è durato il trauma. Neanche Kim ha ricordo dei traumi e degli abusi subiti da bambina in quanto era “protetta” dai suoi vari alterego.
    “Mi hanno detto che sono stata abusata da piccola, in questo momento però è troppo da sopportare. E’ entrato da un orecchio ed uscito dall’altro. Non vale la pena ritraumatizzarmi per farmi sapere qualcosa che non mi interessa.”
    Kim ha buone ragioni per temere di conoscere il proprio passato infatti se acquisisse troppe informazioni, non sarebbe in grado di far fronte a tale peso psico/emotivo e “sparirebbe”. E’ già successo due volte in passato. (Omega)
    E’ qui che la cosa si fa veramente strana – perchè Kim non è affatto Kim. La personalità che sto intervistando è Patricia ed è lei che in questo momento gestisce le cose, ma Patricia non è sempre stata la personalità dominante. Prima di Patricia, Bonny era la padrona di casa e prima di Bonny, era Hayley.
    Kim si avvicinò e spiegò: “Vedete, Kim è solo la ‘casa’, l’involucro. Non c’è più una “Kim” – è stata completamente suddivisa. Così rispondiamo al nome di Kim, ma in realtà io sono Patricia. Quando le persone ci chiamano ‘Kim’ suppongo che molti di noi diano per scontato che sia un soprannome, una volta che però le persone riconoscono le varie personalità tendono a non utilizzare più quel nome. “
    Dei 20 alterego che si condividono “Kim”, alcuni sono facilmente identificabili: Judy ha 15 anni, è anoressica e bulimica, c’è la materna Bonny, la religiosa Salome, il depresso Ken, la sensibile Hayley, Dawn, Patricia ed altre . Ci sono anche una manciata di bambini “congelati” nel tempo. Alcuni degli alterego riconoscono la DID ma molti non ne sono a conoscenza – o si rifiutano di accettarla.
    “Judy non crede nella DID”, spiega Kim. “E’ solo un adolescente e chiama pazzo il nostro terapista quando le cerca di spiegare la malattia. Lei è così giovane, non immagina neppure che Aimee è sua figlia.
    Ci sono alcuni “trigger” (attivatori) in grado di mettere in moto il cambio di personalità e Kim gradualmente ha imparato a riconoscerli ed a evitarli -. Non si scende però mai sotto i 3-4 cambi di personalità al giorno “ – The Independent, “Kim Noble, a Woman Divided”
Diamo un’occhiata ad alcune delle opere create dagli alterego di Kim Noble in quanto ciascuna fornisce uno sguardo diverso sul mondo oscuro della programmazione Monarch.

Attenzione: Alcuni di questi dipinti raffigurano scene inquietanti che potrebbero non essere adatti a lettori giovani o sensibili.

BONNY
Bonny, che fu l’alterego dominante di Kim per alcuni anni, è una figura accogliente e materna. La maggior parte dei suoi dipinti ritraggono esseri umani stile robot meccanizzati – che è uno dei modi in cui si potrebbe descrive uno schiavo del controllo mentale. Altri pezzi sono più direttamente collegati alla programmazione Monarch come questo, giustamente intitolato “I’m Just Another Personality”.

 
I’m Just Another Personality rappresenta visivamente la divisione del soggetto in diverse personalità. La personalità principale è diventata semplicemente “un’altra personalità”. Ha gli occhi coperti a rappresentare l’assoluta mancanza di coscienza delle vittime nei riguardi delle loro condizioni.

Questo tipo di concezione è ritrovabile in scatti o video che sfruttano appieno l’immaginario sul controllo mentale.
 
Lady Gaga nella copertina della rivista V assieme a 2 alterego

Un’altra opera realizzata da Bonny, ironicamente chiamata I-Test, raffigura simbolicamente la realtà di uno schiavo del controllo mentale.

 
“I-Test” ritrae un volto vuoto,  impassibile con gli occhi bendati. Il cranio è incrinato, a rappresentanza della frattura della psiche. Uno degli occhi sta sanguinando e possiamo supporre che sia stato tolto via. Il simbolo dell’occhio mancante / nascosto è estremamente importante nel mondo del controllo mentale Monarch. Esso rappresenta simbolicamente la perdita di metà della propria visione del mondo – l’altra metà viene “tolta” e controllata dai gestori. Nel simbolismo occulto, l’enfasi sull’occhio può fare riferimento alla occhio di Horus, l’All-Seeing Eye, simbolo dell’elite occulta.

 
Una maglietta promozionale del film Sucker Punch (film che si basava completamente sulla programmazione Monarch, leggi qui per un approfondimento) notare anche qui l’occhio insanguinato.

 
Poster promozionale di Black Swan con un viso che va in frantumi (per approfondire clicca qui) altro film con svariati elementi di programmazione Monarch

GOLDEN DAWN
Golden Dawn è l’alterego che ha visto nascere la figlia Aimee. Tuttavia, Dawn crede che Aimee sia ancora una bambina e non riconosce la ragazza adolescente che vive con lei. Il nome “Golden Dawn”  ha una connotazione pesantemente occulta in quanto è il nome di una importante e potente società segreta che insegnò agli iniziati la Kabbalah, l’astrologia, i tarocchi occulti, la geomanzia, l’alchimia. Nelle sue fila apparvero occultisti di spicco come Arthur Edward Waite e Aleister Crowley. Il processo di controllo mentale Monarch combina la scienza con l’antico occultismo, sia che si tratti di teorie ermetiche, simbolismo cabalistico o rituali di invocazione. Non c’è quindi da sorprendersi che le venne dato questo nome di ispirazione occulta.

Il suo pezzo intitolato “The Naming” descrive visivamente il processo di creazione e di denominazione di un nuovo alterego.

 
“The Naming” è un auto-ritratto di Kim. Le è stato rimosso un occhio e posto poi sopra di lei sanguinante, il che esprime la natura violenta del processo. Ancora una volta, il controllo della mente è simboleggiato dalla perdita di un occhio che sembra essere stato sostituito da un testo / poesia che fa probabilmente parte della nuova programmazione.

La maggior parte degli altri dipinti di Dawn rappresentano delle specie di manichini che sono stati sottoposti a torture.

 
“Armless Goddess” ritrae una figura disperatamente impotente, ironicamente chimata dea.

 
“Armed Goddess” raffigura un’altra scena di tortura

KEY
L’alterego “Key” sembra avere una profonda comprensione del processo di controllo mentale e degli aspetti occulti ad esso correlato. Il nome “Key” potrebbe fare riferimento a termini come “chiave dei misteri” o “Chiave di Salomone”, in quanto sembra esser stata programmata per riconoscere alcuni dei concetti occulti utilizzati nel controllo mentale. La maggior parte delle opere di questo Alterego descrivono il processo di programmazione come una “Grande Opera” cabalistica, con l’albero della vita (il simbolo principale della Kaballah) come oggetto principale su cui porre l’attenzione.

“It Happens” è un lavoro estremamente dettagliato che descrive i diversi “strati” di programmazione necessari per traumatizzare e programmare una vittima del controllo mentale. Il titolo “It Happens” è stato un modo “raffinato” per dire che tutto questo…è realmente accaduto.”

 
“It Happens” è composto da strati sovrapposti che circondano una figura centrale: una persona in difficoltà legata ad un letto. La testa è simbolicamente “decapitata” dal corpo utilizzando una linea, a rappresentare il concetto di dissociazione. Ognuno degli strati sovrapposti contiene una serie di pittogrammi che rappresentano eventi traumatici o simbolismo occulto. Lo strato esterno raffigura scene di persone torturate con l’elettroshock, appese a penzoloni da un albero, messe in gabbia, violentate (a volte con degli animali), sepolte vive e altro ancora. Da questo strato esterno, delle frecce puntano verso il secondo strato, che contiene segni zodiacali. Secondo F. Springmeier, i segni zodiacali sono usati come codice per assegnare e schedare i programmi per il corpo. Lo strato centrale che circonda la vittima contiene parole come “Hell”, “Devil”, “Blood” e “Kill”, che sono “parole d’urto” utilizzate per traumatizzare ulteriormente la vittima.

 
Questo, dal titolo “Golden Kaballa”, utilizza lo stesso layout di base dell’immagine precedente, ma sostituisce le scene del trauma con simboli occulti e la figura centrale con l’Albero della Vita cabalistico. Ognuna delle sfere colorate dell’Albero della Vita, chiamate Sephirots, vengono utilizzate nella programmazione Monarch come “scomparti” per memorizzare gli alterego. Lo strato esterno del lavoro contiene il nome di ciascuna delle dieci sfere dell’Albero della Vita con la lettera associata in ebraico

Sovrapponendo il trauma rappresentato in “It Happens” con gli aspetti occulti della “Golden Kabballah”, potremo avere un’idea piuttosto completa dei processi implicati nel controllo mentale. Queste opere schematizzano, con una precisione quasi matematica, un processo descritto dagli autori di libri sul controllo mentale, come Fritz Springmeier.
    “La Cabala è sinonimo di ermetismo o di magia ermetica. La cabala era magia ebreo-babilonese. I maghi neri ebraici la hanno portato in Europa. Si cominciò a diffondere in Europa dopo il periodo dell’Illuminismo. La grande piramide secondo l’occulto è un simbolo dell’Albero della Vita cabalistico – i rami dell’albero formano i quattro canali o linee alla base della piramide. Poichè la cabala è la base della loro magia ermetica, i sistemi degli Illuminati tenderanno a plasmare coerentemente l’albero della vita e l’albero del male all’interno di uno schiavo. (…)
    Le stanze dell’albero della vita hanno un nome. In sostanza, ogni vittima della gerarchia degli Illuminati, ha l’albero cabalistico della vita all’interno di se stessa. Questo albero si trova sotto gli altri alberi. I cerchi che compongono l’Albero della Vita cabalistico interno sono chiamati camere o quads da vari sopravvissuti. I cerchi dell’albero sono stanze in cui si può entrare. Mt. Qabbalah è una montagna figurativa nella Cabala “.   – Fritz Springmeier, The Illuminati Formula to Create a Mind Control Slave

Il prossimo pezzo, dal titolo “Seven Levels” è un’altra descrizione molto dettagliata del processo di dissociazione.


Composto da più strati, quest’opera raffigura, dal basso verso l’alto, l'”evoluzione” di uno schiavo, dall’inferno di un trauma alla sensazione “celestiale” di dissociazione. I due livelli inferiori raffigurano diverse scene orribili di trauma. Per esempio, vediamo in basso a sinistra una donna in gravidanza che sta per dare alla luce un bambino morto in una pozza di sangue sotto inquietanti frasi come “No Life”, “Death” e “Blood Death All Around”. Ci sono anche diversi bambini in gabbia, altri sottoposti ad electroshock e altri appesi a testa in giù. Tutto attorno a questi due strati di fondo si possono trovare delle croci rovesciate, ricordando che questi eventi traumatici sono Satanic Ritual Abuse (SRA) (Abusi rituali satanici).

Tutto questo dolore, questi traumi, e questa sofferenza sembrano essere “incanalati” verso gli strati sopra, costituiti da una pletora di simboli occulti, come l’Albero della Vita, i segni dello zodiaco e occhi che tutto vedono. E’ durante questo livello occulto che la trasformazione si verifica.

Lo strato superiore rappresenta il (solo) modo per sfuggire a tutto questo trauma: la dissociazione. Esso è rappresentata da una figura angelica ascesa al cielo. Guardando però da vicino, vediamo un occhio che tutto vede nel cielo, che ci ricorda che questa fuga non è la vera libertà, ma uno stato controllato indotto dagli handler.

JUDY
Questo alterego è una ragazza adolescente anoressica. La maggior parte dei suoi dipinti pongono un forte accento sul concetto di dualità – uno dei concetti occulti più elementari sfruttati dai rituali di controllo mentale. La dualità è un antico concetto ermetico, che è tradizionalmente rappresentato con la giustapposizione dei colori bianco e nero, come il motivo a scacchiera massonico o il simbolo dello Ying Yang.

Nelle opere di Judy vi è una forte presenza del pavimento a scacchiera massonico, la superficie su cui i rituali occulti e le cerimonie si svolgono nelle società segrete. Probabilmente venne esposta pesantemente al concetto di dualità (brava ragazza contro cattiva ragazza – qualcosa che si ritrova anche nella cultura popolare) e il simbolo del pavimento a scacchi è stato probabilmente fisicamente utilizzato durante la programmazione.

 
“Crying Rose” sfrutta a pieno il tema della dualità utilizzata sulle vittime del controllo mentale per creare una “scissione della personalità”. La ragazza che piange, che è vestita con un abito a scacchi, riflette il pavimento scacchiera, insinuando quindi che il dualismo stia avvenendo anche dentro di lei.

Quest’opera, intitolata “Symbolic or What”, è davvero … simbolico. Due ragazze (o due personalità della stessa ragazza), evitano di calpestare il pavimento a scacchi a causa della presenza di un serpente. Sembrano coprirsi i genitali, implicando dunque che il serpente rappresenti un simbolo fallico. Il dipinto testimonia anche il grande potere psichico del pattern a scacchi sulle vittime, una caratteristica che probabilmente faceva parte della programmazione.

 
Questa pittura ritrae degli schiavi Monarch utilizzati letteralmente come pedine in una scacchiera, dopo che sono servite al loro scopo gli handler se ne sbarazzano

 
Questo autoritratto di Judy la dipinge come una persona divisa in entità opposte. Il concetto di dualità è quindi molto presente e rappresentato dalla giustapposizione dei colori bianco e nero. Le parole shock e gli insulti sull’immagine ricordano il processo violento e offensivo che porta alla frammentazione della personalità.

RIA PRATT
I dipinti realizzati da Ria Pratt sono più inquietanti, ma anche i più rivelatori. L’alterego è una ragazza di 12 anni e ha vividi ricordi del trauma sessuale, fisico e disumanizzante che ha subito. Già è difficile sopportarne la visione – risulta ulteriormente sconfortante rendersi conto che in realtà le ha vissute tutte queste situazioni.

 
“It’s a dog life” descrive le vittime del controllo mentale venir tenute a guinzaglio come degli animali – una tecnica per umiliare e disumanizzare le vittime. Si noti la versione “trasparente” dei bambini galleggiare nell’aria, a rappresentanza la loro personalità dissociata. Una scritta sul muro dice “Pratt Was Here”, a sottolineare il fatto che vide e visse queste cose di prima mano.

 
Dal titolo “Too Much”, il dipinto raffigura una vittima torturata con l’elettroshock da un handler con un sorriso malato. Il dolore è “troppo” da gestire, con conseguente dissociazione della vittima.

 
“What Ted Saw” raffigura l’abuso di un bambino piccolo da parte dei suoi handler. “Ted” è il piccolo orso Teddy seduto sul pavimento. Alle giovani vittime del controllo mentale viene dato spesso un peluche o come in questo caso l’orsetto Teddy per farli sviluppare un attaccamento emotivo. Questo attaccamento è poi sfruttato dai gestori per creare un trauma emotivo.

 
In “Ted Legless”, l’handler di Ria strappa una delle gambe del pupazzo, mentre la tiene a forza a terra. Il trauma provoca la dissociazione, che è rappresentata dalla versione trasparente della ragazza. Nella parete sono presenti le frasi: “Help Me Please” e “Pratt was here”.

 
Il simbolo dell’orsacchiotto fatto a pezzi viene utilizzato molto spesso dalle opere mediatiche da consumo che contengono riferimenti nascosti al controllo mentale. Questa scena è di un video musicale da cantante pop Jessie J (vedi articolo completo qui), che contiene diversi riferimenti alla programmazione Monarch.

“Unspeakable” descrive l’indicibile: l’abuso dei bambini da parte dei loro handler. Sul muro compaiono strane frasi assieme ad una croce rovesciata, un simbolo che sembra essere cablato nel cervello di schiavi Monarch.

 
“No No!” raffigura un aborto forzato o una nascita prematura – una gravidanza procurata grazie agli abusi. La sanguinosa operazione è testimoniata da Ria, probabilmente per traumatizzarla a sua volta. Secondo Ellen P. Lacter, i feti sono o sacrificati in riti o usati come schiavi.

 
Un altro abuso che coinvolge bambini, che si sono dissociati (corpi trasparenti fluttuanti).

 
Bambini in gabbia come animali che stanno per essere torturati dai loro handlers

 
Questo riassume la vita di uno schiavo Monarch.


CONCLUDENDO
Anche se Kim Noble ha goduto di una certa esposizione nei mainstream media, la vera fonte della condizione dell’artista – è la programmazione Monarch. Analizzato nella sua interezza, il lavoro della Noble descrive un sistema altamente organizzato e complesso che sembra contenere una grande quantità di conoscenze occulte e scientifiche – oltre che risorse materiali. Questo sistema sembra possedere letteralmente esseri umani, prevalentemente bambini, che vengono maltrattati e traumatizzati per creare al loro interno personaggi alternativi programmabili. 

Il fatto che nessun giornale ha osato indagare (o anche menzionare) tutto ciò che riguarda l’MK-Ultra, un programma che utilizza le tecniche esatte descritte nei dipinti, la dice lunga sulla potenza di coloro che lo utilizzano. Gli Handler senz’anima raffigurati nei dipinti della Noble non sono psicopatici solitari, ma funzionari di alto livello del sistema degli Illuminati che godono di immunità mediatica. In realtà, fanno essi stessi talvolta parte dei media dato che il mondo dello spettacolo e quello della programmazione Monarch spesso collidono.

Anche per questo, il simbolismo utilizzato durante la programmazione Monarch si è esteso al mondo dello spettacolo mainstream. Alcune delle più grandi star del mondo sono prodotti del controllo mentale. Gli stessi simboli utilizzati nella programmazione degli schiavi Monarch vengono rilasciati nel mondo attraverso i mass media. Handler di alto livello e schiavi di successo (coloro che hanno “saputo”, superare i vari livelli della programmazione) opereranno probabilmente nel mondo dello spettacolo. Alcuni dei nostri artisti preferiti non sono altro che marionette i cui fili sono tirati da handler invisibili. Ebbene, questi gestori sono “invisibili” ai più, ma certamente si fanno “vedere” attraverso il simbolismo posto nei media.

Molti dei simboli descritti in questo sito provengono direttamente dal mondo ombroso della programmazione Monarch, che utilizza un complesso sistema di immagini occulte e di potenti “trigger”.

Sebbene la maggior parte di noi ha la fortuna di non vivere l’inferno subito da questi schiavi del controllo mentale, siamo ancora soggetti a una forma di programmazione tramite film, televisione, musica e altre forme di mass media. Coloro che operano dietro le quinte tentano di normalizzare lentamente la loro esistenza e il loro comportamento depravato. Perché i bambini vengono così sessualizzati nei mass media? Forse perché la gente nel mondo dello spettacolo è collegata alle persone che commettono gli atti orribili ritratti opra? Purtroppo, la realtà è più malata della finzione.


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