mercoledì 25 marzo 2015

Israele e la voglia di atomica

 

L'attentato di Tunisi ha fatto passare sotto silenzio un'altra notizia, forse ancora più importante: il risultato elettorale in Israele.

La vittoria del Likud infatti non rappresenta soltanto la quarta volta in cui Netanyahu diventa primo ministro, ma introduce una linea di demarcazione molto netta dalla quale sarà molto difficile ormai tornare indietro. In difficoltà nei sondaggi, infatti, Netanyahu ha dovuto dichiarare apertamente che, se avesse vinto lui, "non ci sarebbe mai stato uno Stato palestinese". Netanyahu ha inoltre promesso, in caso di vittoria, "nuovi insediamenti per i coloni israeliani nei territori occupati".

Grazie a queste dichiarazioni fatte in extremis, Netanyahu è riuscito a spostare a proprio favore quella manciata di voti dell'estrema destra che gli ha permesso di vincere le elezioni, ma ha anche dovuto gettare definitivamente la maschera su quali siano le sue vere intenzioni nei rapporti con i palestinesi.

Da oggi quindi, non possiamo che aspettarci una nuova escalation di violenza, che ci porterà prima o poi a nuovi massacri come quelli di Ramallah e di Gaza.

Ma il problema non si limita a questo: ieri il "Times of Israel" ha riportato le dichiarazioni di un rappresentante dell'estrema destra, Ben-Eliyahu, il quale ha affermato che "solo con una distruzione nucleare dell'Iran e della Germania, con 20 o 30 bombe nucleari a testa, gli israeliani possono evitare la distruzione del proprio Stato." [...]

Ben-Eliyahu ha poi aggiunto: “Se Israele non procede lungo la strada indicata dal Dio della Bibbia, riceverà la pesante punizione di una quasi totale distruzione e sventura, e solo alcuni saranno salvati”.

Noi abbiamo sempre scritto che gli unici a poter risolvere la questione palestinese sono gli israeliani stessi. Ebbene, oggi gli israeliani hanno fatto la loro scelta, e da oggi il problema in medio oriente non è certo rappresentato dall'Isis, dalla Siria, o dall'Iran, ma è rappresentato soprattutto da Israele stesso, e dalla sua malcelata voglia di distruggere tutto ciò che possa anche solo lontanamente minacciare la sua esistenza.

A questo punto, dovrebbe essere il compito della comunità internazionale di far tornare immediatamente Israele a più miti consigli. Ma purtroppo, come sappiamo, la "comunità internazionale" non esiste.

Esistono soltanto le singole nazioni, nelle quali i singoli politicanti pensano soprattutto a fare il proprio interesse e a proteggere il proprio fondoschiena. E fra le loro priorità non c'è certo quella di mettersi contro Israele.

Fasten your seatbelts, my friends.

 
Massimo Mazzucco

fonte e discussione: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4672

Nessun commento:

Posta un commento