martedì 28 aprile 2015

Le ciliege


Le ciliege (Prunus spp.) sono ricche di nutrienti e contengono numerosi BAFC (Bioactive Food Components), tra cui antocianine, quercitina, idrossicinnamati, potassio, fibre, vitamina C, carotenoidi e melatonina. Molti di questi sono stati studiati per i loro potenziali benefici nel caso di tumori, patologie cardiovascolari, malattie infiammatorie e Morbo di Alzheimer.
 
Le due principali specie consumate sono: la ciliegia dolce (P. avium) e quella acida (P. cerasus). Fino a non molto tempo fa gli Usa erano il primo Paese esportatore di ciliegie, ma attualmente è al secondo posto dopo la Turchia.

Lo stato di maturazione influenza molto la presenza quantitativa di alcune sostanze nelle ciliegie. Il contenuto di antocianina aumenta con il grado di maturazione. Anche il clima e le temperature della primavera possono essere determinanti. I livelli più alti si riscontrano nelle annate più calde e più assolate. Le ricerche hanno mostrato che anche minime quantità di raggi UV influenzano in modo significativo l’accumulo di antocianine nel frutto. I processi di conservazione in barattoli di vetro e in lattina hanno invece l’effetto opposto e portano a progressiva perdita di antocianine e fenoli. In generale, la specie P. avium è più ricca di antocianine e di quercitina rispetto alla P cerasus.

Le ciliegie dolci (P. avium), quelle che abitualmente consumiamo come frutta fresca, sono un’ottima fonte di fibre (2.1g/100g oppure 15 ciliegie), importanti per le funzioni intestinali, la prevenzione delle patologie cardiovascolari e del sovrappeso, e hanno un buon contenuto di potassio (222mg/100g), che previene l’ipertensione e il rischio di ictus. Sono anche ricche di polifenoli, dalle proprietà antiossidanti.
Studi con alcuni componenti:
- quercitina: è il più potente tra i BAFC e possiede proprietà antiossidanti, antiaggreganti piastriniche e, nei topi da laboratorio, ha mostrato anche proprietà d’inibizione sulla ciclossigenasi 2 (COX-2);
- cianidina e cianidina-3-0-beta-D-glucoside: la cianidina è il responsabile del pigmento rosso-porpora delle ciliegie. Nei topi è stata in grado di ridurre i tumori intestinali. In uno studio su colture di cellule, la cianidina e la cianidina-3-0-beta-D-glucoside hanno mostrato un effetto di protezione del DNA, antiradicali liberi e di inibizione della xantina-ossidasi;
- cianidina-3-glicoside: su culture cellulari stimola in modo significativo la produzione di monossido di azoto (NO), importante sostanza coinvolta in numerosi processi patologici e fisiologici. I suoi aspetti benefici sono stati dimostrati soprattutto a livello cardiovascolare: azione antipertensiva, antiaterosclerogena, antiaggreggante piastrinica;
- antocianine: in un modello animale di artrite queste sostanze sono state in grado di ridurre una serie di mediatori dell’infiammazione. Tuttavia le dosi usate nei topi equivalgono a 35 tazze di ciliegie se rapportate all’uomo;
- fenoli: recenti studi in vitro mostrano che questi componenti proteggono i neuroni dallo stress ossidativo;
- melatonina: le ciliegie sono una fonte naturale di melatonina. Il tipo acido ne contiene 1,35ug/100g.
Studi con il frutto:
- non esistono studi clinici sugli effetti del consumo di ciliege nel diabete, ma studi in vitro hanno mostrato che questo frutto aumenta la produzione e la secrezione di insulina e riduce i livelli ematici di glucosio, leptina e trigliceridi. Le ciliegie hanno un bassissimo indice glicemico, pari a 22, di molto inferiore alla maggioranza dei frutti;
- in culture di cellule le ciliegie mostrano una inibizione degli enzimi COX-1 e COX-2, che modulano la risposta infiammatoria. In particolare, in uno studio in vitro l’effetto antinfiammatorio delle ciliegie dolci è stato pari al 60% di quello della molecola ibuprofene;
- in uno studio pilota l’assunzione di 2,5 tazze di ciliegie al giorno da parte di 18 adulti sani ha prodotto una riduzione dei marcatori dell’infiammazione dopo 28 giorni;
- in un altro studio pilota l’assunzione di 280g di ciliegie dolci denocciolate da parte di 10 donne sane ha ridotto i livelli di acido urico dopo 5 giorni dal consumo – effetto che non si è avuto con l’uva, le fragole o i kiwi;
- nei maratoneti l’assunzione di 480ml di succo di P. cerasus diversi giorni prima e dopo la gara, riduce l’infiammazione e l’ossidazione prodotta dall’esercizio fisico e riduce i tempi di recupero dopo i traumi. Secondo gli autori di questo studio, il succo di ciliege ha un effetto protettivo nei riguardi dei muscoli e accelera il recupero fisico.


Francesco Perugini Billi©


Bibliografia
- McCune LM, Kubota C, Stendell-Hollis NR, Thomson CA. Cherries and health: a review. Crit Rev Food Sci Nutr. 2011 Jan;51(1):1-12.
- McHugh M. The health benefits of cherries and potential applications in sports. Scand J Med Sci Sports. 2011 Oct;21(5):615-616.


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