martedì 23 giugno 2015

Se ti offrono un lavoro, difendi la "tua" azienda.

Vogliono chiamare la figlia "Nutella", ma lo Stato dice no...
In Francia i genitori sono liberi di scegliere quale nome dare ai propri figli, ma al momento della registrazione dell'atto di nascita la scelta è suscettibile di variazione, se si avverte il rischio di ledere l'interesse del bambino. In quel caso il funzionario comunale può informare il procuratore...
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La scelta è suscettibile di variazione, se si avverte il rischio di ledere l'interesse del bambino
A giudicare è sempre qualcun altro, rispetto a coloro che ancora non possono decidere per sé. In questo “lasso di tempo o di… vuoto”, si introduce – quindi – un potere e(s)terno, che s’incarica di prendere decisioni sul futuro di esseri umani in “stand by” (in..."crescita", dunque, controllata).
Ma, nell’inevitabile “conflitto d’interesse” che si scatena, perché “esiste” (i bimbi di oggi sono già dei consumatori e lo diventeranno sempre di più. Le industrie sono tante e tutte in famelica attesa di produrre utili)… quale è l’interesse del bambino? E… come è meglio esprimibile?
I bambini sono letteral(mente) alla mercé del “Mondo”.
Essi non hanno un "interesse" (inquadrabile nel "solco dell'aratro"), ma incarnano una (di)pendenza (da tutto e da tutti).
Sono “esseri bianchi (svuotati)” in attesa di “essere riempiti”.
La loro memoria è rimasta da un’altra (p)arte e ciò testimonia che la nozione scientifico/deviata della “trasmissione o eredità genetica” è quantomeno parziale
(In)fatti, perché l’umano dovrebbe ricevere, a livello di Dna & Co., una gran mole di informazioni relative alla propria linea di discendenza, ma nulla relativa(mente) alla propria “memoria”?
Beh, è sin troppo facile rispondere, usual(mente), che:
  • il bimbo non nasce sempre per la prima volta
  • il bimbo nasce per la prima volta
  • il bimbo nasce una sola volta, etc.
Il mix tra religione e scienza (Anti)Sistemica, crea questa (con)vinzione nei più. La (re)incarnazione è una favola orientale e persino da quelle p(arti), tutta(via), non cambia nulla… dal punto prospettico del “solco dell’aratro by Dominio”.
In realtà, gli umani sono dei (ri)tornanti. E lo sono perché sono divenuti (di)pendenti dal loop, nel loop.
La caratteristica dell’eterno ritorno ("Giudizio") è “voluta/indotta”.
E, da una prospettiva a Filtro di Semplificazione attivo:
il "ritornare" può indicare una genetica (natura) che è, nella sostanza, artificiale (creazione, controllo).

Ossia, può indicare che l’umano sia un prodotto di una tecnologia non immaginabile o, più semplice(mente), non (ri)cordata. (In)fatti, a livello frattale, “che consapevolezza nutre, in sé, un computer… relativa(mente) alla sua natura artificiale ed alla 'mano/mente' che lo ha concepito ‘qua, così’?”.
Non c’è consapevolezza. Non esiste...

Perché l’argomento è, spesso, fonte di tabù, di censure, di filtri, di paure, di interessi impressi diretta(mente) all’origine, da una “marca” che non appare mai nemmeno a livello di logo, se non – forse – intravedibile nell’univocità umana di una impronta digitale, della retina, dell’iride, di alcune parti del cervello, etc. allo stesso modo di un codice fiscale, di un numero di serie della scheda madre di un computer, e/o molto altro ancora.
Perché ti prendono le impronte digitali?
Perché si parla di scansione biometrica della retina?
L'identificazione della retina... è un metodo che fornisce un'identificazione "certa" della persona acquisendo un'immagine interna del corpo della retina dell'occhio.
Studi fatti da oftalmologi su patologie dell'occhio hanno portato alla scoperta che ogni occhio ha un proprio sistema di vasi sanguigni ed ogni modello è diverso per ogni individuo.
Tra l'altro delle caratteristiche fisiche degli individui la rete vascolare della retina è quella che presenta un indice di variabilità nel tempo estremamente basso, infatti la sua collocazione interna la protegge dai rischi che derivano dall'ambiente esterno...
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Biometria: occhi, retina, iride e voce. Per essere sicuri
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Perché sono dati univoci. Ossia, sono informazioni personali originali, che “ti porti dietro/(d)entro”.
E come mai dovrebbe esistere una simile univocità (segno, marchio, etc.)?
Perché… se, poi, nasci, vivi e muori una sola volta?
Quale tipo di logica, funzione, intento, interesse, dovrebbe spingere la “natura”... a creare parametri unici, all’interno di una "economia" che ti dice “cenere sei e cenere (ri)tornerai”?
He He… è persino ovvio, che tutto quello che sai, non cor(risponde) a quello che “è”.
"I Origins" Link
Link a SPS, sul tema...

 
Il Dominio (Nucleo Primo) è composto da esseri umani. Come (ri)escono a (ri)trovarsi sempre, dopo ogni ciclo che finisce con la Morte? Beh, come se non attra(verso) la rigida marcatura/mappatura di ogni essere umano, che è (stato reso) un eterno (ri)tornante!
Ciò, garantisce la (ri)formazione del Dominio (il produttore), il controllo dei (ri)tornanti “altri” (la produzione) e la continuità dello status quo (il prodotto finale).
Quando un “socio” del/nel Dominio, muore… l’organizzazione sa che (ri)tornerà presto in Vita. La preparazione alla Morte, alla quale si aprono detti “soci”, è tale da imprimere una consapevolezza di(versa) rispetto al (con)testo al quale un essere umano “con(tenuto)” può accedere. (In)oltre, i “soci” fanno p(arte) di una comunità che educa – coll’esempio concreto ad ogni livello – ad un simile livello di verità.
Per cui, quando giunge la Morte, una simile preparazione/abitudine (imprinting) è talmente coesa e totale, da gettare le basi per un ritorno, che passa da cicli di reset... a minor impatto sulla capacità mnemonica del “tra(passato) presente” (una diversa "coniugazione del verbo").


Nella lingua italiana, ad esempio, vigono molti tipi di “tempi” dei verbi. Che cosa significa, fra le righe? Che l’umano dispone di possibilità più aperte, rispetto alla più semplice definizione del temo, distinto in “passato, presente, futuro”…
E… non solo nella lingua italiana.
Ad esempio, per quanto (ri)guarda il “futuro”:
Le futur composé.
Il futur composé viene impiegato per descrivere azioni che si svolgeranno nel futuro immediato. Questo tempo verbale sottolinea il fatto che esiste l'intenzione di svolgere un'azione che inizierà a breve…
Le futur simple.
Il futur simple corrisponde in italiano al futuro semplice. Viene impiegato per esprimere intenzioni future o ipotesi su azioni presenti/future
Le futur antérieur.
Il futur antérieur corrisponde in italiano al futuro anteriore e viene impiegato per esprimere ipotesi in riferimento ad azioni che si saranno concluse nel momento in cui si parla o in un determinato momento nel futuro
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SPS, da tempo (or)mai, (ri)tiene che sviluppando la realtà potenziale, nella riduzione manifesta (per opera del Dominio) “il tempo sia suddiviso in parti emerse e non emerse, alla consapevolezza umana (memoria, esperienza)”, per opera del Dominio stesso, il quale – ovvio – “tiene per sé” la propria conoscenza più estesa, in quanto p(arte) del “vantaggio” che gode e che lo distingue da qualsiasi altro umano sotto(messo) di (con)seguenza.
In una simile realtà d’insieme, con luci ed ombre in funzione della prospettiva e dei protagonisti, è possibile anche che:
il mandante sia la vittima” (qualcosa che è... "tutto un programma")...
Ok?
Quando il tempo è un vi(n)colo (ri)stretto, ma non per tutti gli attori (com)presenti… allora tutto è possibile in una maniera espansa/(di)versa rispetto al “credo massivo”.
Un (ri)tornante consapevole può pianificare tutto, di (con)seguenza (l’esistenza assume un’altra forma, rispetto alla limitazione sensoriale/mentale di contrabbando generico).
Un (ri)tornante non consapevole di esserlo, è di fatto una vittima (pre)designata e (pre)destinata.
Qualcosa che si è già visto, ad esempio, nel racconto storico deviato del ciclo umano, rappresentato sui/nei libri educativi scolastici, allorquando sono venuti a contatto popoli con certe caratteristiche, con altri dalle caratteristiche (di)verse.
I nativi (pre)colombiani.
I nativi africani.
Le tipologie diversificate dei cosiddetti “uomini primitivi”, che lasciarono il passo, estinguendosi, a forme più evolute e organizzate di “civiltà”.

Ora e da “sempre”, la Massa (con)segue alla (com)presenza non manifesta del Dominio, visto che il reale manifesto è un piano di inter(di)pendenze inclinato verso il “senso” (pre)figurato dal Dominio stesso, il quale agisce “non visto ed in proiezione” per mezzo delle circuiterie, (ri)correndo alla sede primaria... dalla quale si (di)parte la frattalità espansa (legge, strumento, memoria).
La (ri)proiezione del Dominio sul circuito terziario del reale manifesto, per “intercessione” del circuito primario (ambito del reale potenziale), (ri)polarizza lo scenario della “tua” realtà fisica:
  • la realtà alla quale sei abituato/a a credere, perché cor(rispondente) a ciò che “non vedi”
  • la realtà sensoriale deviata, alla quale sembra non contrap(porsi) nulla, sia a livello di scelta sostanziale, sia a livello – dunque – di alternativa emersa e disponibile.
La frattalità è la “lingua in codice”, trasmessa dalla/nella realtà dei fatti.
L’architrave sul quale tutto viene (de)scritto “qua, così” (manifesto) ma, anche, “qua, non così” (potenziale).
Qualcosa sempre da dirimere, perché ne hai facoltà teorica.
Il potenziale è come l’ombra:
sempre (com)presente quando c’è la luce (sia naturale che artificiale).
Nel “buio e nella luce” il potenziale è dapper(tutto).
Però… è la “manifestazione” che regola la realtà basata sui sensi, ossia, “su ciò che ti rimane, relativa(mente) al potenziale”.
Qualcosa che è il frutto dei passaggi “qua, così” nel “qua, così”.
Qualcosa che ti spoglia progressiva(mente), ogni volta che ci (ri)passi.
Qualcosa che ha, proprio per questo motivo, molta “pazienza”, perché ti ha reso inesorabil(mente) senza altra prospettiva e meta.
Per cui:
  • dove vuoi andare?
  • dove credi di andare.
È “qua, così” che sei atteso/a:
ben (ri)tornato tra di noi (un “noi” soggetto ed oggetto, perché facente capo ad estremi diversi della scala del reale manifesto).
Al reale manifesto fa capo, in(fatti), un reame non manifesto (quello totale del Dominio).
Una (f)orma di impero senza le necessità degli imperi, che hai studiato a scuola o visto nei film.

Imperi che sono "sorti e morti", proprio per via della “mania espressa di grandezza”, della necessità di apparire ad ogni costo per celebrare la propria "estensione" e per essere celebrati da tutti, anche per il tempo a venire, nei secoli dei secoli, amen.
Tutta questa versione della storia, racconta una vicenda grottesca scambiata per quello che non è.
Gli imperi si sono succeduti, ossia, si sono trasformati continua(mente) dall’interno.
Per quali cause? He He. In primis, per via della frattalità espansa, che replica “ad immagine e somiglianza” l’intento del Dominio con la (com)presenza non manifesta del Dominio.
Un effetto d’insieme, che regola il reale manifesto... alla stregua che (ri)conosci in quanto storia sequenziale da libro di scuola.
Il Dominio è (ri)flesso nella storia deviata, nonostante tutto, perché gli imperi (de)scrivono una sola e lunga linea di continuità, celata tra le righe della “differenziazione culturale”.
Allo stesso tempo, il Dominio non è (ri)conosciuto pubblica(mente)... proprio per via della segmentazione storica di qualcosa, che è avvenuto sempre troppo “distante” da te.
Per cui, il tuo (di)pendere trae origine dalla (f)orma del reale manifesto ed, in un certo senso, lo (ri)forma in continuazione, per(mettendo) quel fluire storico di (p)arte, che (s)cambi regolar(mente) e sempre per “altro, rispetto a…”.
Prendere lucciole per lanterne”…

L’intera realtà apparente, nonché e nonostante… fisica, ti cor(rompe) sino al “midollo”, con(vincendoti) sempre ed in continu(azione) di “guardare al dito, in luogo della Luna”.
E… tutto si adopera affinché sia, per sempre, così.
I dieci falsi cibi salutari.
Spesso la dicitura "light", ossia leggero, non corrisponde alla verità dei vari prodotti
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Viviamo nella menzogna, circondati da testimonianze che lo provano
Anni felici, luminosi, seppur lontani…
L'unica cosa che conta nella vita sono i ricordi
James Salter

E, guarda caso, i “(ri)cordi” sono la tua caratteristica preziosa (memoria, esperienza, consapevolezza), che ti viene regolar(mente) drenata, allorquando “(ri)torni sempre nel ‘qua, così’”.
È, di fatto, imperativo (s)vuotarti l’area del (ri)cordo, in maniera tale che di (con)seguenza – poi – tu accorderai la tua esistenza sulla base di un “vuoto, riempito da un palliativo certa(mente) non equivalente, anche se… convincente”.
Gli interessi del bambino”… quali sono?
E chi lo può decidere, per "tutti i bambini"?
Secondo quale diritto?
Beh, secondo il “diritto (ri)conosciuto a norma di legge” (ossia, come chiedere ad un fabbricante di armi se è lecito venderle).
E, secondo il diritto/dovere… derivante dalla “responsabilità nei confronti dei ‘nuovi venuti al Mondo’”.
Ossia? Qualcosa di assoluta(mente) “di (p)arte” (che "nutre" interesse).

Negare questa verità equivale ad affermare sottil(mente):
"viviamo nella menzogna, circondati da testimonianze che lo provano…”.
Una perfetta felicità è l'avvolgente ed ellittica storia di Viri e Nedra. Una giovane e sofisticata coppia dandy-borghese con due figlie, un'elegante casa vittoriana sul fiume Hudson, mondanità brillante e però un'unione che, giorno dopo giorno, si complica e sfilaccia, all'ombra di una decadente apparenza.
Come sospirano i due:
"Viviamo nella menzogna, circondati da testimonianze che lo provano".
Perché Una perfetta felicità è anche la crudele estetica della famiglia tradizionale americana, con i suoi silenzi, i suoi tradimenti, i suoi crack. Ciononostante, per Salter… sono "anni felici, luminosi, seppur lontani ".
Perché, come diceva Jean Renoir, da lui evocato:
"L'unica cosa che conta nella vita sono i ricordi"…
- Una perfetta felicità ha uno stile molto essenziale, qualità che ricorre in altri suoi libri. Lei in passato ha dichiarato che il suo romanzo ideale avrebbe dovuto infondere "una devastante gioia estetica" in ogni sua pagina. Ha raggiunto quest'obiettivo?
"No. Anche perché ho cambiato idea. Le pagine di un romanzo devono risultare piacevoli alla lettura, ma non è una catastrofe se qualcuna non lo sia. Un libro non può essere giudicato da questo. Piuttosto, credo che l'impegno e il duro lavoro di un aspirante scrittore siano sicuramente importanti per avere successo in letteratura.
Tuttavia, ciò non basta.
Puoi sbatterti quanto vuoi, ma, se non hai talento, non vai da nessuna parte".
- E che cos'è il talento?
"È difficile da spiegare. Talento non significa solo saper scrivere bene. È altro. È un istinto, ecco"…
- Tra qualche mese lei compirà 90 anni, dopo esser diventato famoso in tutto il mondo solo alla fine della sua carriera. Si rimprovera qualcosa per non esserci riuscito prima?
"Ho sempre preso delle decisioni molto discutibili, per quanto mi riguarda. Per esempio, quando mi chiamò Roger Straus (il cofondatore della celebre e raffinatissima casa editrice americana Farrar, Straus and Giroux, ndr), gli dissi di no, non so perché.
È inimmaginabile quanto un dettaglio possa cambiare la produzione letteraria di uno scrittore.
Qualsiasi minuzia può decidere la sua carriera.
Un giorno ti siedi, ti metti a scrivere e i pianeti sono allineati in un certo modo. Il giorno dopo, l'ordine è totalmente cambiato.
La scrittura è assolutamente frutto del caso, davvero".
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Ci sono indizi, nella Vita di Salter, che lasciano intra(vedere) l'opera (in)diretta della (com)presenza (Anti)Sistemica del Dominio:
  • gli dissi di no, non so perché 
  • un giorno ti siedi, ti metti a scrivere e i pianeti sono allineati in un certo modo. Il giorno dopo, l'ordine è totalmente cambiato
  • la scrittura è assolutamente frutto del caso...
  • le pagine di un romanzo devono risultare piacevoli alla lettura (il “talento” va speso in questo senso? Per trovare il favore del pubblico?)
  • talento non significa solo saper scrivere bene. È altro. È un istinto, ecco (per cui, il “talento” non è il “trovare il favore del pubblico”. Semmai, questa linea è quella che si augura e che favorisce l’interesse editoriale. Qualcosa che devia il talento, verso una linea pratica che seduce il pubblico e che, ormai, il pubblico si aspetta per auto induzione o auto suggestione acquisita nel tempo).




Oms: 1 europeo su 4 soffre di malattie mentali.
I disturbi mentali, intesi sia come patologie psichiatriche quali ansia, depressione o disturbi bipolari, che neurologici, come Alzheimer e demenze, colpiscono ogni anno in Europa circa il 25% della popolazione.
A rilevarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha presentato il nuovo piano d'azione europeo sulla salute mentale 2013-2020, con varie azioni per contrastare i disturbi mentali e migliorare la qualità di vita dei cittadini.
In tutti i Paesi dell'area europea dell'Oms (che comprende 53 Stati e circa 900 milioni di abitanti), i disturbi mentali sono le malattie croniche con il maggior impatto.
La depressione da sola è responsabile del 13,7% del carico di disabilità (inteso come anni con cui si vive con una disabilità), ponendosi come la prima malattia cronica in Europa.
A seguire ci sono i disturbi collegati all'alcol (6,2%), l'Alzheimer e le altre demenze (3,8%), la schizofrenia e i disturbi bipolari (2,3% ciascuno).
Per far fronte a questa situazione l'Oms, nel suo piano sulla salute mentale, si concentra su sette obiettivi, con particolare attenzione sulle azioni da adottare per contrastare l'insorgenza dei disturbi mentali e migliorare la qualità di vita dei cittadini.
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  • migliorare la qualità di vita dei cittadini (davvero? E su quali basi, visto che la “modernità” non può lasciare spazio a quella caratteristica dimenticata - "normale" - che esisteva prima della modernità stessa)
  • i disturbi mentali, intesi sia come patologie psichiatriche quali ansia, depressione o disturbi bipolari, che neurologici, come Alzheimer e demenze, colpiscono ogni anno in Europa circa il 25% della popolazione (la causa è proprio il modello esistenziale adottato a seguito della politica internazionale dei grandi interessi).
Qualcosa che non cambia, nella sostanza.
Onu: caos migranti, leader mondiali non sanno costruire la pace.
"Il mondo è un caos" e "non c'è la possibilità di aiutare" molti dei quasi 60 milioni di migranti forzati presenti in tutto il mondo, ha ammesso l'Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres.
Oggi si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, e per Guterres "è terrificante che da un lato coloro che fanno scoppiare i conflitti risultano sempre più impuniti e dall'altro sembra esserci apparentemente una totale incapacità da parte della comunità internazionale a lavorare insieme per fermare le guerre e costruire e mantenere la pace"…
"Il mondo è un caos e il dramma è se le persone pensano che gli operatori umanitari possono sistemare questo caos. Non è più possibile. Non abbiamo le capacità di rimettere insieme i pezzi. Sempre più persone soffrono e sfortunatamente per molti di loro non c'è possibilità di aiutarli", ha detto Guterres.
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  • leader mondiali non sanno costruire la pace (sbagliato. I “leader mondiali” non intendono costruire la pace. È diverso. Non lo possono fare, per via del Dominio inscritto in tutto, tra le righe e, dunque, per via della frattalità espansa che ad hoc ricrea le circostante utili a questo proposito, replicando e distribuendo la sostanza frattale della grande concentrazione di massa del Dominio).
  •  
Il reale manifesto è “questo”, ed è (de)scritto da “questa verità (inenarrabile… per il livello d’incanto al quale sei giunto/a)”.
Ritengo che l'Ato (Operazione Anti Terrorismo) sia stata solo il pretesto.
In quel momento una parte del territorio del Donbass, effettivamente, era già stata venduta a compagnie americane per la produzione di gas di scisto.
Bisognava "ripulire" la zona dalla popolazione per evitare disturbi e proteste.
Slavjansk era un'abituale ordinaria cittadina.
Nessuno in Ucraina occidentale, prima della guerra, conosceva il suo nome! Slavjansk è diventata il primo "punto caldo" (della guerra), proprio perché situata su enormi giacimenti di risorse!
Poi è stato necessario continuare la guerra per "nascondere il cadavere".
La quantità di dispersi è oltre ogni limite!
Poi, in pratica, ci siamo convinti che la guerra è il business più redditizio! E ci siamo gettati sopra per guadagnare. Perciò, per fermare la guerra, nessuno si spezzerà…
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L’interesse è una f(orma) di sinergia (collante) tra le (p)arti, apparente(mente) (di)verse perché separate dalle ideologie (fumo negli occhi).
Leggi, a tal esempio, un esempio molto attuale. Una piega del reale manifesto, che non capisci bene… non certo perché sei “malato/ a mentale”, ma… perché sei “reso/a come tale”.
Euromaidan (... letteralmente Europiazza) è una serie di manifestazioni cominciate in Ucraina la notte del 21 novembre 2013 all'indomani della sospensione, da parte del Governo ucraino, di un accordo di associazione... tra l'Ucraina e l'Unione europea, che prevedeva la realizzazione di un "Area Approfondita e Globale di Libero Scambio" (Deep and Comprehensive Free Trade Area, da cui appunto la sigla Dcfta)…
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Nota anche il “tra le righe”:
  • l’Ue (asset Usa) spinge per un accordo in una zona ad alto interesse strategico d’ogni tipo, ben sapendo cosa “sarebbe ac(caduto)”, di (con)seguenza… vista l’estrema vicinanza alla Russia
  • Russia che (in)carna la “di(versità”, rispetto alla (com)presenza Usa nel Mondo (una apparenza che “serve” ad alimentare la “storia deviata”, lungo il solco dell’aratro del Dominio).
La portata delle proteste si è evoluta con numerose richieste di dimissioni del governo rappresentato da Viktor Janukovyč.
Molti manifestanti si sono aggiunti alla causa dopo le violenze subite dai manifestanti il 30 novembre 2013. Presto la protesta ha assunto come obiettivo anche la presunta corruzione degli organi di governo, l'abuso di potere e di violazione dei diritti umani in Ucraina.
A seguito dell'escalation degli scontri del 18 febbraio, che causano oltre 100 morti, tra cui anche elementi delle forze dell'ordine, molti commentatori paragonano i disordini a una guerra civile.
Le manifestazioni iniziarono la notte del 21 novembre 2013, quando scoppiarono proteste spontanee nella capitale Kiev, dopo che il governo ucraino aveva sospeso i preparativi per la firma a Vilnius di un accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione europea, a favore della ripresa di relazioni economiche più strette con la Russia.
Dopo alcuni giorni di manifestazioni, un numero crescente di studenti universitari si unì alle proteste…Link 
Ci sono molti livelli in gio(g)o. Livelli che, come una ragnatela, avvolgono ed intrat(tengono), in maniera diretta(mente) proporzionale alla virulenza dei movimenti dei (di)mostranti, che più si agitano e più sprofondano nella sostanza che li auto (in)trattiene.
Pur non avendo ancora ottenuto il risultato di rinnovare l'integrazione tra Unione Europea e Ucraina, l'Euromaidan è stata ripetutamente caratterizzata come un evento di grande simbolismo politico per l'Unione Europea, in particolare come "il più grande raduno pro-europeista mai avvenuto nella storia"
Link 
  • ripetutamente caratterizzata come un evento di grande simbolismo politico per l'Unione Europea, in particolare come "il più grande raduno pro-europeista mai avvenuto nella storia” (questo avvenimento è, dunque, al di là di una serie di interessi sotterranei – anche se non troppo – anche un gigantesco ed efficace “spot pubblicitario” pro Ue
Oltre ad una necessità per il mantenimento della “guerra tra poveri”, che Ue, Usa, Russia, etc. rappresentano, dal punto prospettico del Dominio).
Le proteste sono durate circa 3 mesi, nonostante la presenza della polizia, le rigide temperature sotto zero e la neve.
L'escalation della repressione da parte delle forze governative nella prima mattina del 30 novembre 2013 ha fatto salire il livello delle proteste, con una presenza di 400.000-800.000 dimostranti a Kiev durante il fine settimana del 1º dicembre e dell'8 dicembre 2013.
Nelle settimane successive, la partecipazione nella protesta ha oscillato fra le 50.000 e 200.000 persone durante i raduni organizzati.
Violenti scontri hanno avuto luogo il 1º dicembre e dal 19 al 25 gennaio 2014, in risposta ai tentativi di repressione della polizia e all'approvazione (16 Gennaio 2014) di leggi contro la libertà di manifestazione.
Dal 23 gennaio in varie province (oblast) occidentali dell'Ucraina gli edifici del Governatore e dei consigli regionali sono stati occupati da attivisti dell'Euromaidan. Nelle città russofone di Zaporižžja, Sumy e Dnipropetrovs'k i manifestanti hanno cercato di prendere possesso anche delle sedi del governo locale, con un forte contrasto da parte della polizia.
Le proteste hanno raggiunto l'apice durante i 3 giorni del 18 - 20 febbraio 2014, durante i quali decine di manifestanti sono stati uccisi da ignoti cecchini, dal fuoco della polizia e dall'incendio appiccato all'ultimo piano del palazzo dei sindacati (il quartier generale dei dimostranti).
Il 21 febbraio 2014, dopo la fuga dell'ex-presidente Viktor Janukovyč, Euromaidan ha avuto idealmente fine e - pochi giorni dopo - ha avuto inizio una nuova fase di instabilità politica nel paese con la Crisi di Crimea...
Link 
  • l'escalation della repressione da parte delle forze governative nella prima mattina del 30 novembre 2013 ha fatto salire il livello delle proteste (step dopo step, si giunge al “dunque”)
  • decine di manifestanti sono stati uccisi da ignoti cecchini, dal fuoco della polizia e dall'incendio appiccato all'ultimo piano del palazzo dei sindacati (il quartier generale dei dimostranti)… (pochi colpi “ignoti”, ben sparati, hanno da sempre dato il via alle guerre più “importanti”, come la scintilla d’innesco... al di là della prima reazione in un motore a scoppio)
  • il 21 febbraio 2014, dopo la fuga dell'ex-presidente Viktor Janukovyč, Euromaidan ha avuto idealmente fine e - pochi giorni dopo - ha avuto inizio una nuova fase di instabilità politica nel paese con la Crisi di Crimea (step by step)…
 
Le (p)arti in causa si dividono la “torta” o, meglio, quello che rimane. Ovvio, una briciola che cade dalla “tavola imbandita” del Dominio, equivale... per coloro che sotto(stanno), ad un enorme interesse.
Non solo… in(fatti) il reale manifesto (la torta) è sud(divisibile) ancora e ancora, anche se già amministrato.
Una realtà Planetaria offre sempre spazio, anche all’interno di un Dominio.

Un esempio?
Google si divide la Terra per quanto (ri)guarda il proprio business, all’interno della sede Usa.
Pur essendo così divisa ed amministrata (dal Dominio), la realtà manifesta (Terra) offre la possibilità di essere ancora “conquistata” ad altri livelli, come quelli dell’interesse automobilistico, componentistico, industriale, sociale, tecnologico, culturale, politico, sportivo, religioso, etc. (a questo livello esiste, di fatto, la concorrenza e la competizione).
Ciò che (man)tiene collegati tutti questi interessi è una struttura gerarchica “piramidale”.
E “gli interessi di(versi), se visti d’assieme” sono un unico e più grande interesse, ossia, “proprio la causa che rende lo spazio suddivisibile e lottizzabile, subappaltabile, etc.”.
Cadere nella trappola illusoria della separazione degli interessi, non (per)mette più di osservare la sostanza dell’interesse stesso (la causa che si traveste d’effetto, perché è l’effetto che viene dato in pasto a tutti mediaticamente. E l’effetto, si sa, mantiene sempre lontani dalla causa, se “qua, così”).
La causa che si tras(forma) in effetto, la rende più “visibile”? 
Sì, in una realtà non progettata apposita(mente) per “offuscare”, altrimenti, l’effetto viene indagato in quanto causa, ma… in quanto causa alla quale non crede nessuno, nella società degli effetti speciali dell’industria dei Media.
Risultato?
Sia che indaghi sulla causa, sia che indaghi sull’effetto, “non credi mai a ciò che emerge”.
Piove ma non ci credo”.
Paradosso di Moore.
Ucraina, ex presidente Yanukovych: sono responsabile per Maidan.
L'ex presidente ucraino Viktor Yanukovych ha ringraziato il presidente russo Vladimir Putin per avergli salvato la vita durante la crisi del 2014, ammettendo la propria responsabilità nella morte dei dimostranti di piazza Maidan che portò poi alla sua fuga in Russia.
In un'intervista alla Bbc, la prima concessa a un media occidentale dall'inizio del conflitto in Ucraina, Yanukovych ha detto:
"Non nego la mia responsabilità", ma "non diedi l'ordine di aprire il fuoco, quello non spettava a me... Io ero contro ogni uso della forza, ero contrario a un bagno di sangue. Ma i membri delle forze di sicurezza fecero il loro dovere nel rispetto delle leggi esistenti. Avevano il diritto di usare le armi".
Furono oltre 100 i morti negli scontri scoppiati sulla piazza principale di Kiev, dove da mesi i manifestanti si scontravano con la polizia.
Yanukovych fu costretto a riparare in Russia il 23 febbraio del 2014, con l'aiuto delle truppe russe:
"Il fatto che Vladimir Putin prese quella decisione, su consiglio delle sue forze speciali, quello era un suo diritto e un suo affare. Ovviamente io gli sono grato per aver dato l'ordine e avermi aiutato ad uscire, a salvare la mia vita".
L'ex presidente ha quindi accusato i suoi oppositori di aver ordito un "golpe, coinvolgendo le forze dell'estrema destra", affermando di averli "ammoniti sul fatto che non si sarebbero fermati a Maidan, che sarebbero andati oltre. E sono andati oltre... hanno spaccato il Paese. Hanno trascinato tutto il mondo in questo conflitto".
Link
"Non nego la mia responsabilità... ma... non diedi l'ordine di aprire il fuoco, quello non spettava a me... Io ero contro ogni uso della forza, ero contrario a un bagno di sangue. Ma i membri delle forze di sicurezza fecero il loro dovere nel rispetto delle leggi esistenti. Avevano il diritto di usare le armi"…
Ok? È sufficiente(mente) “morboso” per te e per crederci?
Il fatto che Vladimir Putin prese quella decisione, su consiglio delle sue forze speciali, quello era un suo diritto e un suo affare. Ovviamente io gli sono grato per aver dato l'ordine e avermi aiutato ad uscire, a salvare la mia vita…
Evidenzia, allora, queste espressioni:
  • i membri delle forze di sicurezza fecero il loro dovere nel rispetto delle leggi esistenti…
  • Vladimir Putin prese quella decisione, su consiglio delle sue forze speciali
Forze:
  • di sicurezza
  • speciali.
He He… (chi sono e “dove sono”, costoro, all’interno del racconto storico deviato. Appunto, sono all’interno della “deviazione”, ossia… non sono visibili seppure al centro di tutto).
“Le bugie dei vincitori”, ovvero l’arte di mistificare la realtà.
Tre storie intrecciate fra loro per questo thriller politico tedesco dal titolo “Le bugie dei vincitori”:
un uomo che si suicida gettandosi nella gabbia dei leoni allo zoo, mazzette nell’esercito tedesco per falsificare il numero degli invalidi, uno scandalo di rifiuti tossici.
Ad indagare, per trovare il filo che unisce questi tre eventi, sono due giornalisti Fabian e Naja. Il film del regista tedesco Christoph Hochhäusler è stato presentato la prima volta all’ultimo Festival del Cinema di Roma.
Tanto più a fondo scava il giornalista, tanto più deve confrontarsi con spin doctor, lobbisti e portavoce, impegnati a manipolare la pubblica opinione e a spingerlo su una falsa traccia.
Una società in cui la mistificazione è ovunque.
E il titolo del fim rispecchia fedelmente la citazione del poeta e attivista americano Lawrence Ferlinghetti:
la storia si basa sulle bugie dei vincitori ma non lo si capisce dal titolo dei libri.
Tutto il film di Hochhäusler si sviluppa attorno a un gioco sottile di false indiscrezioni e mezze verità rivelate per fuorviare la pubblica opinione e gettare polvere negli occhi dei giornalisti che diventano inconsapevoli canali di mistificazione.
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La storia si basa sulle bugie dei vincitori ma non lo si capisce dal titolo dei libri. Tutto il film di Hochhäusler si sviluppa attorno a un gioco sottile di false indiscrezioni e mezze verità rivelate per fuorviare la pubblica opinione e gettare polvere negli occhi dei giornalisti che diventano inconsapevoli canali di mistificazione
Come vengono prese certe decisioni? La “legge è dav(vero) uguale per tutti”?

Naa. Non è vero. Perché? Come provare questa verità, semmai una verità deve essere anche (com)provata...

Bah… leggi qua sotto.
Arturo Vidal divide il Cile: la legge o la Copa America?
Continuano le polemiche relative all'arresto per guida in stato d'ebbrezza di Vidal:
la legge cilena per i casi simili al suo prevede un periodo di detenzione che va dai 61 ai 541 giorni, ma il calciatore è stato graziato e parte della popolazione ovviamente si è indignata…
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Parte della popolazione ovviamente si è indignata (ma ciò non ha cambiato di una virgola, ciò che è successo, ossia che… "la legge non è uguale per tutti").
E, questa notizia, a livello frattale costituisce una (ri)prova ancora a maggior valore aggiunto, perché “nulla è per caso”.
Anche “se te lo dicono, non ci credi”, nel senso che:
hai sempre qualcosa d’altro, che sopraggiunge… in maniera tale da far dimenticare il pregresso.
Nell’Ue troppi i prodotti provenienti dal disboscamento delle terre.
A entrare nei nostri confini in ingenti quantità sono soia, olio di palma, carni bovine e pellame.
Il sospetto già c’era, visto quanto da anni si racconta sul saccheggio delle terre. Adesso, però, il fenomeno è anche circoscritto dai numeri.
E così spalle al muro, finisce l’Unione Europea:
ovvero colei che più di tutti trae profitto dal disboscamento illegale delle terre, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Soltanto alle sue spalle si collocano nazioni ampie e popolose come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.
A entrare nei nostri confini in ingenti quantità sono soia, olio di palma, carni bovine e pellame. Tra i singoli Stati primeggia l’Italia
Le colpe dell'Unione Europea – Le conseguenze di questo sfruttamento della terra senza scrupoli non riguardano soltanto la natura. Come si evince dal rapporto, "la deforestazione illegale porta anche a corruzione e di conseguenza a perdita di guadagni, violenza e abuso di diritti umani. Coloro che cercano di fermarla sono stati minacciati, assaliti o persino uccisi".
Chiaro dunque il monito che le organizzazioni non governative rivolgono all’Europa:
occorre mantenere fede all’impegno assunto per regolamentare il degrado delle foreste.
"Serve omogeneità nelle politiche per l’agricoltura, il commercio e l’energia – afferma Ozinga. Ecco perché l’Unione ha delle responsabilità chiare:
adesso è il momento di importare soltanto materie prime di origine sostenibile".
Maggiore tutela per le foreste – In un contesto di illegalità diffusa, però, immaginare la svolta a breve termine è quasi utopistico.
Ecco perché tra i consigli compare quello di stabilire un dialogo tra i Paesi dell’Unione Europea e i fornitori.
"Bruxelles potrebbe stimolare una riforma del diritto nei Paesi fornitori mettendo insieme i governi, le industrie e le associazioni della società civile interessate, non solo allo scopo di ridurre la deforestazione, ma anche per migliorare la governance e rafforzare i diritti di proprietà delle popolazioni indigene e locali".
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In un contesto di illegalità diffusa, però, immaginare la svolta a breve termine è quasi utopistico…
Già! La sostanza non cambia, perché non può cambiare se sempre “qua, così”.
Non c’è incompetenza, bensì, “solo” (in)canto e lucida perfezione!
Lotta obesità, Michelle Obama ai ragazzi: mangiate più verdure.
Verdure, tante verdure per combattere l'obesità. Michelle Obama, si mette ai fornelli e con fare materno prova a spiegare ai bambini l'importanza di una corretta alimentazione.
Lo fa dal James Beard Restaurant in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, prima tappa di una due giorni nel capoluogo lombardo, dove insieme a un ventina di ragazzi dell'American School of Milan ha cucinato una insalata di orzo perlato, quinoa, fregola e lenticchie verdi.
"Dobbiamo fare tutti la nostra parte, anche voi ragazzi dovete fare la vostra. Dovete mangiare verdure...mi spiace ma è così. Dovete consumare un po' di verdure e aiuta sapere da dove vengono e se ci mettiamo a cucinarle. Perché una cosa che viene fuori è che se cucini di più tendi ad avere maggiore controllo di quello che mangi".
Al centro del soggiorno milanese la visita all'Expo i cui temi stanno molto a cuore a Michelle già promotrice nel mondo della campagna "Let's move", sana alimentazione e sport per combattere i problemi legati al sovrappeso.
"A livello mondiale l'obesità è raddoppiata dagli anni 80 a oggi. Avete presente? E i diabetici nel mondo sono aumentati del 42%. Sapete cosa vuol dire, ragazzi? È piuttosto incredibile, impressionante". E qui la first lady ha spiegato che alla Casa Bianca all'ora di cena "tra le 18.30 e le 19 ci ritroviamo con tutta la famiglia e mangiamo insieme".
"Noi non ci abbuffiamo - ha assicurato - il presidente qualche volta sì, ma noi no".
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Questa è “pubblicità” per l’immagine pubblica degli Usa (la patria del "buon cibo spazzatura"). È la vendita di acqua calda, in un ambito che non cambia per interesse maggiore…
Michelle viene a parlare in Italia, quando dovrebbe guardare, sopra a tutto... al proprio Paese, visto che siede comoda(mente) su quella (p)arte della “Casa” (quella… “bianca”, pulita, linda… proprio per apparire pubblicamente), che è una infinitesima porzione dell’intero “casolare Usa”, che si (pre)occupa di (man)tenere l’impero in ogni modo ed in ogni luogo del Mondo.
Forse hai il diabete, ma non sai di averlo.
Circa un milione di persone, in Italia, ha il diabete ma non sa di averlo…
Il dilagare del diabete è poi, nel nostro paese, anche una questione di costi.
Il costo medio del trattamento sanitario è, per paziente, di 2783 euro all’anno, che si ripartiscono tra l’acquisto dei farmaci (il 7%), le terapie contro le complicanze (il 25%), i ricoveri ospedalieri e le cure ambulatoriali (68%).
In totale i farmaci conducono lo stato a una spesa di 559 milioni di euro all’anno, su un totale di spesa, per il diabete, di 10 miliardi di euro, praticamente il 10% del fondo sanitario nazionale...
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Il diabete è fonte di interesse. Per questo è stato “concepito ed inventato”.

La consapevolezza è ribaltata:
  • forse (forse sei anche un marziano, perché no?)
  • hai il diabete (hai sviluppato uno stato interiore, relativo al modo in cui sei costretto/a a vivere)
  • ma non sai di averlo (ignori la malattia, che non esiste… e per questo fai dei checkup, a pagamento, che smuovono il Pil e gli interessi alla base della “malattia”).
 
La (f)orma del reale manifesto (causa), crea nel tempo, delle (con)seguenze (effetti). Il vivere nello stress, (com)porta l’emersione di sintomi… o effetti dell’interesse, che ha (pre)visto e calcolato già tutto.
Segui come va il Mondo.


Ferrero vuole acquistare produttore britannico cioccolato Thorntons.
Ferrero International ha presentato un'offerta di acquisto per il produttore di cioccolato Thorntons, mettendo sul piatto circa 111,9 milioni di sterline (156,3 milioni di euro), per potenziare la presenza in Gran Bretagna...
La mossa conferma che la famiglia Ferrero, nonostante la scomparsa del patriarca Michele, non intende vendere (a colossi come Mondelez International, Nestle, Mars e Hershey), bensì crescere ulteriormente...
Secondo un portavoce del gruppo di Alba, i business di Ferrero e Thorntons sono complementari, con il gruppo britannico che è forte nel retail, mentre Ferrero vanta una leadership nei beni di largo consumo.
Thorntons conta su una quota del 4,5% circa del mercato di Gran Bretagna e Irlanda e ha un network di 242 negozi/caffetterie e 158 outlet in franchising.
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L’impero della Nutella “colpisce ancora”. Questo business è l’equivalente di quello dell’illegale “droga”… perché si av(vale) del medesimo “principio, che provoca (di)pendenza nei consumatori”.
A (ri)troso, segui che cosa è successo solo poco tempo fa…
Caso Nutella, Petrini a Royal: serve fisico per sostenere tesi.
"Chi solleva le querelle deve avere il fisico di sostenerle perché se poi al primo impatto chiede scusa, la querelle non sta in piedi".
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, dice la sua sull'attacco sferrato dal ministro dell'Ecologia francese, Segolene Royal, alla Nutella.
Ministro che per altro nell'arco di poche ore ha ritirato le accuse e chiesto scusa.
"I politici - ha notato Petrini - sono abituati a dire le cose e a smentirle, almeno questo ha chiesto scusa". Sul banco degli imputati c'è l'olio di palma, per produrre il quale intere foreste vengono distrutte soprattutto in Paesi come Indonesia e Malesia.
"L'olio di palma è usato in abbondanza nell'industria alimentare in genere - ha osservato il fondatore di Slow Food - quindi si auspica una riduzione da parte di tutti perché fa innanzitutto bene alle popolazioni che hanno subito la distruzione di ecosistemi e in secondo luogo anche alla salute anche se forse questo è meno importante rispetto all'impatto che ha avuto sugli ecosistemi".
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Roba da matti, che è senza senso persino commentare…
(Oc)corre che “tu ci arrivi da solo/a”. È una questione di “sensibilità personale”.




Che cosa aveva detto e subito dopo “ritirato” (chissà perchè...) il ministro dell’ecologia francesce?
Ségolène Royal boicotta la Nutella: "Non mangiatela più".
Ségolène Royal, ministro francese dell'Ecologia, in occasione della conferenza internazionale sul clima "Cop21" prevista per il prossimo dicembre a Parigi, ha recentemente tuonato contro due prodotti che, a suo dire, rappresentano un problema per il clima, per la deforestazione e per la salute.
La numero tre del governo francese, ospite lo scorso lunedì sera del "Petit Journal" di Canal Plus, ha anzitutto annunciato il prossimo divieto di vendita del "Roundup", un erbicida della Monsanto sospettato di avere effetti cancerogeni.
Ma il ministro se l'è presa anche con la italianissima  Nutella...
"Bisogna ripiantare in modo massiccio degli alberi perché c'è stata una deforestazione massiccia che è una delle cause del riscaldamento climatico e bisogna smettere di mangiare la Nutella":
è questa, per la precisione, la "frase incriminata" che ha lasciato perplesso anche il conduttore del programma, Yann Barthes, che ha risposto candidamente:
"Ma è buona, la Nutella...".
Immediata la replica del ministro, che insiste:
"Ma non bisogna mangiarla perché si tratta di olio di palma, che ha sostituito gli alberi, creando danni considerevoli".
Al conduttore non rimane che far notare al ministro che "dicendo che non bisogna mangiare la Nutella rischia di far crollare tutta un'azienda". La risposta della Royal è lapidaria:
"E allora devono utilizzare delle altre materie prime".
Anche la risposta della Ferrero France alle parole di Segolene Royal non ha tardato ad arrivare:
"Ferrero Francia utilizza al 100% olio di palma certificato sostenibile per i suoi prodotti confezionati a Villers-Ecalles. I prodotti Ferrero sono realizzati facendo uso esclusivo di olio del frutto di palma certificato al 100% come sostenibile e segregato, secondo quanto previsto per la catena di approvvigionamento dalla Tavola Rotonda sull’Olio di Palma Sostenibile (Roundtable on Sustainable Palm Oil-Rspo), con un anno di anticipo rispetto alle tempistiche originariamente previste.
Ma la responsabilità sociale di Ferrero in materia non si esaurisce con la certificazione:
l’impegno del Gruppo continua con il proprio 'Palm Oil Charter', lanciato nel 2013, per contrastare le cause principali della deforestazione e arrivare ad un equilibrio ottimale tra il rispetto dell’ambiente, bisogni delle comunità e benefici economici".
Il ministro all’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, ha invece preferito stigmatizzare la questione con un tweet dal sapore decisamente ironico:
"Ségolène Royal sconcertante: lasci stare i prodotti italiani. Stasera per cena... pane e Nutella".
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  • ma è buona, la Nutella (ecco gli effetti della dipendenza. Un offuscamento totale della “visibilità”)
  • dicendo che non bisogna mangiare la Nutella rischia di far crollare tutta un'azienda (ecco il ricatto usuale)
  • Ferrero Francia utilizza al 100% olio di palma certificato sostenibile per i suoi prodotti confezionati a Villers-Ecalles (perché, visto che persino la scienza medica si è convinta della non salubrità dell’olio di palma, la Ferrero non cambia la materia prima in questione, ritornando all’uso dell’olio extravergine di oliva? Solo per una questione di costi. Ossia, la salute degli altri viene sempre… dopo)
  • Gian Luca Galletti fa della facile ironia, (con)seguendo all’intento della lobby che regola tutto all’origine.
"L'olio di palma è usato in abbondanza nell'industria alimentare in genere - ha osservato il fondatore di Slow Food - quindi si auspica una riduzione da parte di tutti perché fa innanzitutto bene alle popolazioni che hanno subito la distruzione di ecosistemi e in secondo luogo anche alla salute anche se forse questo è meno importante rispetto all'impatto che ha avuto sugli ecosistemi".
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I due aspetti sono legati indissolubil(mente), essendo due facce della stessa medaglia (Anti)Sistemica.
Se non si muove nessuno, allora “va bene così”. No?
Sei sempre pronto a sos(tenere) che “il Mondo fa schifo” ma, quando devi (man)tenere coerente il dire con il fare… ti (dis)perdi usual(mente).
(Con)cedi te stesso/a alla corruzione che dilaga, proprio per questo, dapper(tutto).
Ferrero difende il proprio interesse, difendendo il proprio business.
E ha successo perché un simile “agire nel/sul Mondo” è in sintonia con l’intento del Dominio. Per cui la sincronicità, alias la frattalità espansa, “gonfia sempre le sue vele” orientate verso la meta (Anti)sistemica dello status quo.
La “crema che introduci in te” è come colla. Che cosa provocherà, nel tempo?

SPS non propone un dibattito, perché non esiste nessun dibattito sostanziale.

SPS esprime una incisione nel reale manifesto, indicando quello potenziale nel quale la Nutella non esiste, così come non esiste il “qua, così”.

Come può suc(cedere)?

Intendendolo dal proprio terzo stato, “lato proprio”.

Qualcosa che significa tutto e nulla, per cui… “qua, così… non significa niente”.







E la realtà manifesta rimane orientata “come la (ri)conosci”.

Le Autorità sono disposte ad ascoltarti, dopo tutto il tuo... manifestare?
Sì, ma se poi Ferrero ti offre un posto di lavoro?
He He... (quale è "l'interesse di tuo/a figlio/a"? Il lavoro, anche quando è in contrasto con la sua salute e, dunque, con il suo "avvenire"?)...
 
"Viviamo nella menzogna, circondati da testimonianze che lo provano…”... ma, non basta ancora, perchè non basta mai, "qua, così".
     
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com

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