giovedì 30 luglio 2015

Quando al Parlamento Europeo il nazismo è di casa

 
Sembra impossibile, ma è la realtà: l’eurodeputato della Repubblica Ceca Jaromir Stetina ha invitato al Parlamento Europeo Andriy Biletsky, comandante e cofondatore del ben noto oramai battaglione neonazista ucraino “Azov”.

La fama di questo battaglione punitivo è dovuta ai suoi crimini di guerra spietati nell'Est dell'Ucraina e all'uccisione dei civili nel Donbass.

Già in precedenza però ci sono stati dei segnali preoccupanti tra le mura di quella che dovrebbe essere la casa della pace, stando al Nobel, per la Pace appunto, che ha ricevuto l'Unione Europea. All'interno del Parlamento Europeo è stato esposto il simbolo del famigerato battaglione "Azov". Il primo a segnalare in rete con tanto di foto e video questa triste scoperta è stato Fabio Massimo Castaldo, portavoce del Movimento 5 stelle al Parlamento Europeo, che ha rilasciato gentilmente a Sputnik Italia un'intervista in merito.

Fabio Massimo Castaldo intervistato da Tatiana Santi
Fabio Massimo Castaldo intervistato da Tatiana Santi - © Foto: Oreste Principe

— Al parlamento europeo è stato esposto il simbolo del battaglione "Azov". Lei per primo ha condannato questo gesto, ha scritto pure una lettera a Schulz. Ce ne può parlare?
— Io ho fatto un intervento anche molto duro in plenaria al Parlamento Europeo, censurando pesantemente le responsabilità di chi, come il collegio dei questori, si dovrebbe occupare di vagliare le richieste che pervengono dai deputati per organizzare esposizioni di questo tipo. Ho chiesto che si prendessero dei provvedimenti nei confronti del deputato che ha sponsorizzato quest'iniziativa. In questa mostra dell'orgoglio ucraino era presente anche il simbolo del battaglione Azov, che come noto, si è macchiato di crimini di guerra efferati ed è composto da tutti i volontari neofascisti e neonazisti provenienti dall'Europa e dal mondo intero. Sono combattenti arruolati come milizia paramilitare dell'attuale governo ucraino, che li accoglie senza fare attenzione ai precedenti penali di queste persone,tra l'altro concedendo loro la cittadinanza ucraina.
— C'è stato un riscontro al suo intervento al Parlamento Europeo o ancora niente?
— Per il momento non c'è ancora alcun tipo di risposta, hanno cercato un po' di insabbiare la cosa, perché dopo che ho pubblicato le foto della mia scoperta, hanno provveduto a rimuovere completamente quella mostra neanche due giorni dopo. Colti in fallo hanno cercato di insabbiare la cosa. Ancora non ho avuto risposta, ma cercheremo di stare col fiato sul collo per ottenere una risposta soddisfacente da parte del presidente del Parlamento Europeo. In quanto presidente quindi un organo formalmente responsabile di una mancanza nella gestione interna.
— Perché secondo lei, l'Unione Europea, ricordiamo Premio Nobel per la Pace, ha appoggiato prima un colpo di stato a Kiev e tutt'ora appoggia il governo ucraino che con battaglioni neonazisti uccide i civili del Donbass?
— Ho sempre denunciato quella che ritengo essere la politica dei due pesi e delle due misure da parte dell'Europa, che verso alcuni stati e regimi è particolarmente rigida, verso altri chiude completamente gli occhi. Questo avviene per semplici interessi geopolitici. In questo momento c'è interesse ad attrarre l'Ucraina nel campo atlantico costi quel che costi sia dal punto di vista commerciale che militare. L'Europa sta perseguendo questo fine con ostilità crescente, che desta in me preoccupazione. In qualsiasi modo la si pensi sul conflitto civile in Ucraina e sulla questione della Crimea, di sicuro non vedo nelle parole dei miei colleghi la volontà di pervenire seriamente al tavolo delle trattative. Vedo al contrario un'ostilità crescente, in particolare espressa da polacchi e baltici. Questi Paesi stanno puntando verso una maggiore contrapposizione, li ho sentiti inneggiare ad una maggiore presenza delle truppe Nato ai confini tra Lettonia, Estonia e la Russia. Ho sentito richieste di dispiegare nel territorio ucraino dei battaglioni di pronto intervento sempre della Nato. È stata approvata la relazione Pascu sulla sicurezza del mar Nero, nella quale si chiede di considerare l'Ucraina, la Georgia e la Moldavia alla stessa stregua dei membri della Nato seppure non lo sono. Per me è una follia completa! Alcuni stati membri dell'Ue cercano di arrivare a tutti i costi ad un braccio di ferro con Mosca, che  non è negli interessi né della Federazione russa, tantomeno dell'Europa.
Critico il governo Renzi dal quale mi sarei aspettato una presa di posizione forte per un rilancio dei negoziati e per una distensione, invece si è semplicemente appiattito alle posizioni di Washington e di Berlino.
 
-In un contesto internazionale sempre più teso e con le esercitazioni della Nato ai confini con la Russia, quale dovrebbe essere la linea politica dell'Italia?
— L'Italia a mio avviso ha tutto l'interesse commerciale, economico,politico e culturale a giocare il ruolo del mediatore, a chiedere che vengano accantonate le derive fortemente militariste e aggressive da parte dei Paesi dell'Est Europa. Questo in favore invece di una nuova distensione e di un confronto più sereno e franco. Studiando le relazioni internazionali degli ultimi decenni ho notato che si è voluto sempre accantonare la Russia e non si è mai voluto parlare con la sua classe dirigente per capire le sue priorità geopolitiche e come queste possano conciliarsi con quelle europee e americane.
L'Italia, visto anche quello che perde il suo export per le stupide sanzioni, dovrebbe lavorare per una distensione. Il governo Renzi non lo sta facendo e sta seguendo una linea dettata da altri.
— Come dovrebbe essere invece la politica estera italiana per rapporto alla Russia?
— Bisogna ricucire i rapporti con la Russia, trovare una soluzione politica e diplomatica nel Donbass. Bisogna evitare che Mosca sia costretta a rivolgersi alla Cina come suo unico partner privilegiato. È giusto che l'Europa faccia delle critiche forti quando necessario, ma dall'altro lato non deve esserci un'ostilità preconcetta a prescindere.
 

Nessun commento:

Posta un commento