mercoledì 21 ottobre 2015

Germogli e salute


"Più sfruttiamo la natura e più le nostre opzioni si riducono, finché non ce ne resterà che una: lottare per la sopravvivenza". - Morris Udall
La scienza sta solo cominciando a penetrare i misteri dell'energia vitale negli esseri viventi, ma gli scienziati comprenderanno presto ciò di cui sono stata testimone per più di un quarto di secolo al Centro per la salute che ho fondato e diretto. La rigenerazione e il ringiovanimento dell'organismo umano sono possibili, se viene concessa a quest'ultimo una tregua dalle abitudini distruttive e gli vengono forniti alimenti ricchi di energia vitale. Inoltre è possibile tenere sotto controllo anche le malattie degenerative gravi, che a volte si possono addirittura far regredire, se si attuano cambiamenti positivi nella dieta e nello stile di vita.

L'energia vitale dei germogli freschi stimola la capacità innata dell'organismo di auto-depurazione e auto-guarigione
. Soprattutto quando il corpo viene liberato dagli effetti debilitanti dei cibi cotti e pesanti, i processi naturali che agiscono nella guarigione di una ferita o nell'abbassamento della febbre possono essere attivati anche per il risanamento e la rivitalizzazione delle funzioni interne dell'organismo. Tutto questo è stato dimostrato in un esperimento condotto da M.L. Armstrong e altri, e riportato nel 1970 dalla rivista «Circulation Research». Un grave accumulo di colesterolo nelle arterie di alcune scimmie Rhesus causato da una dieta sperimentale ad alto contenuto di colesterolo e di grassi era regredito grazie a un regime alimentare a ridotta percentuale di grassi e di colesterolo.

Questi stessi risultati cominciano ora a emergere anche negli studi sugli umani. E se si possono far regredire e controllare malattie gravi come le cardiopatie, perché mai non dovrebbe essere possibile fare altrettanto anche con patologie devastanti come il cancro? Dopo anni di esperienze con le persone malate, sono giunta a credere che le patologie degenerative gravi si possano tenere sotto controllo e in qualche caso far regredire, ma è mia profonda convinzione che l'individuo debba attuare cambiamenti positivi nel proprio atteggiamento e nel proprio stile di vita. Nella fattispecie, una dieta ricca di cibi abbondantemente provvisti di energia vitale e un atteggiamento mentale sereno, fiducioso e rilassato.

I germogli aiutano a combattere il cancro?
Thelma Arthur, medico, dei laboratori Arthur Testing Labs di Chula Vista, California, ha studiato quasi duecento dei miei ospiti prima e dopo l'adozione dello stile di vita degli alimenti viventi per un periodo di almeno due settimane. Era interessata soprattutto agli effetti di questa dieta perché è convinta che possa avere in serbo la risposta alla lotta contro il cancro. La ricercatrice era curiosa di scoprire perché i componenti della dieta – germogli, erba di grano (wheatgrass), succhi freschi e un'ampia gamma di alimenti crudi – vengano attualmente utilizzati da diversi centri di salute olistica e perché persone come Eydie Mae Hunsberger siano sopravvissute seguendo questo programma alimentare.

Le conclusioni della dottoressa Arthur indicavano in quasi tutti i soggetti notevoli miglioramenti nella risposta immunitaria, ossia nella capacità di combattere la malattia. Il livello di tossicità del sangue, che è solitamente alto in malattie come il cancro, risultava ridotto in quasi tutti i casi. Questo non significa che i germogli di per sé possano far regredire e nemmeno bloccare il cancro e altre malattie gravi, ma potrebbe tuttavia segnalare la capacità dei germogli, degli alimenti vivi e dell'erba di grano di rafforzare il sistema immunitario, obiettivo che dovrebbe essere perseguito da qualsiasi approccio sano al problema del cancro. Infatti, anche se una data terapia può riuscire a distruggere le cellule cancerose, se al tempo stesso indebolisce gravemente il sistema immunitario, anche una semplice infezione o un normale raffreddore potranno trasformarsi in nemici mortali.

Nel 1978, al Centro dei tumori dell'Università del Texas, il dottor Charles Shaw e la dottoressa Chiu-Nan Lai hanno analizzato una serie di alimenti di origine vegetale allo scopo di individuare potenziali elementi anticancro. Fra gli alimenti sperimentati su topi da laboratorio cui erano state iniettate sostanze cancerogene, figuravano le lenticchie, i fagioli mung, i germogli di grano, le carote e il prezzemolo. Questi ultimi due alimenti avevano rivelato effetti inibitori sui carcinogeni, ma in termini di attività anticancro la loro efficacia non era risultata nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei germogli!

I risultati del loro studio erano di particolare interesse per la ricerca medica e in particolare per quella sul cancro per due motivi: l'attività cancerogena inibita era di notevole intensità, anche quando erano state utilizzate dosi relativamente ridotte di un estratto di germogli, e l'estratto stesso non risultava tossico, anche se veniva assunto in dosaggio elevato (la maggior parte degli inibitori noti dei carcinogeni è tossica anche se assunta a livelli moderatamente alti di concentrazione). Anche se questo esperimento non rappresenta in alcun modo una prova conclusiva dell'efficacia dei germogli nella cura del cancro in soggetti umani, le prospettive per la ricerca sull'uso dei germogli come alimento anticancro sono davvero promettenti. È opportuno notare anche che gli effetti benefici dei germogli sul sistema immunitario possono essere amplificati da altri elementi del Programma degli alimenti vivi, in particolare dal consumo di cibi frullati dalla facile digestione.

I germogli: compagni ideali di chi è a dieta
Il problema del sovrappeso e la ricerca di una soluzione sono diventati una questione inutilmente complicata. Alcuni esperti ci dicono che le diete non funzionano, altri affermano il contrario. Sono assolutamente sicura che la dieta giusta sia davvero efficace. In ultima analisi, una perdita permanente di peso è ottenibile solo mangiando gli alimenti giusti, e se necessario riducendo le quantità. Anche l'esercizio fisico regolare è importante, ma sono convinta che la dieta sia la componente principale di un dimagrimento risolutivo.

In termini di vita quotidiana, portarsi addosso un peso eccessivo e nutrire gli accumuli di grasso richiede notevole energia, ma è necessaria altrettanta energia per essere disciplinati nelle proprie scelte alimentari e per praticare il giusto esercizio fisico. Quando si introduce nella dieta un'abbondante quantità di germogli (accompagnati da altri alimenti vivi), la persona sovrappeso può finalmente avere il riposo di cui ha bisogno.

I germogli, in particolare quelli di alfalfa, forniscono all'organismo un'abbondante quantità di nutrimento liquido a basso contenuto calorico che è facile da digerire e da utilizzare come combustibile. La capacità di auto-depurazione dell'organismo viene stimolata dai germogli e dai succhi estratti da questi alimenti, e il metabolismo generale ne risulta accelerato perché non viene appesantito da grosse quantità di cibi di difficile digestione. Inoltre, i liquidi aiutano a eliminare le tossine dal sistema.

Questi benefìci del mio programma di dimagrimento sono diametralmente opposti rispetto agli effetti di talune diete dimagranti. In particolare, le diete ad alto contenuto proteico impegnano le riserve di energia dell'organismo nella conversione di grosse quantità di nutrienti strutturali (proteine) in nutrienti energetici (carboidrati). Chi segue una dieta iperproteica di solito dopo poche settimane accusa una profonda stanchezza. Con lo stile di vita basato sugli alimenti vivi, mediamente la perdita di peso va da 2 a 7 kg, pur consumando tre pasti sostanziosi al giorno. La chiave del successo sono cibi altamente digeribili, nutrienti e depurativi come i germogli, le pianticelle a foglia verde e altri alimenti vivi. Si potranno ad esempio frullare vari tipi di germogli con la frutta e con gli ortaggi per produrre squisite "bevande verdi".

I germogli di ravanello, fieno greco, cavolo, alfalfa e trifoglio, dal sapore deciso e dalle spiccate virtù depurative, sono particolarmente indicati per perdere peso. Se ci si propone di dimagrire, è comunque importante comprendere nella dieta un'ampia varietà di alimenti. I cereali germogliati come il grano sono una scelta indicata perché sono energetici e hanno proprietà depurative. Anche le pianticelle di grano saraceno e di girasole (vedi Capitolo 7) sono una buona opzione perché sono ricche di liquidi e facili da digerire.

Germogli e vita sessuale
Che cosa c'entrano i germogli con la vita sessuale? Forse poco, se la nostra vita sessuale è già soddisfacente. Potrebbero invece essere di grande beneficio per migliorare una relazione insoddisfacente riportando il desiderio e le prestazioni sessuali a un normale livello sano.

Il buonsenso ci dice che quando si è fisicamente più sani, tutte le nostre componenti godono di una migliore salute. Se due partner hanno un aspetto e una salute migliori, l'attrazione sessuale è più intensa. Ho ricevuto molti riscontri dai miei ospiti riguardo ai cambiamenti positivi nella loro vita sessuale, una volta adottato lo stile di vita degli alimenti vivi, eppure gran parte delle prove scientifiche dell'efficacia dei germogli sulla funzione sessuale viene, pensate un po', dagli allevamenti.

In numerosi studi sui bovini, l'aggiunta dei germogli alla dieta si è dimostrata efficace per aumentare la produzione di latte e per restituire la fertilità alle mucche sterili. Il dato non sorprende perché i germogli di grano, ad esempio, forniscono un maggiore apporto di vitamina E di qualità superiore rispetto al germe di grano, una nota fonte della vitamina della fertilità.

Se il grano è una delle migliori fonti di vitamina E in forma naturale, il suo contenuto di questa sostanza nutritiva diventa triplo nei semi germogliati. Anche altri germogli di cereali, soprattutto avena e segale, sono eccellenti fonti di vitamina E, così come tutti i semi germogliati, compresi quelli oleosi.

Anni fa, gli esperimenti condotti dall'Agricultural Experiment Station di Beltsville, nel Maryland, hanno dimostrato la capacità dei germogli di grano di restituire la fertilità alle mucche che avevano perso la capacità di procreare o avevano superato l'età riproduttiva. In uno studio che coinvolgeva alcune mucche rimaste fino a quel momento sterili nonostante vari tentativi di accoppiamento, oltre al normale foraggio erano stati somministrati a ogni animale circa 2 kg di avena germogliata. I risultati erano stati sorprendenti: dopo soli sessanta giorni tutte le mucche erano state ingravidate.

Questi studi ci dicono che le funzioni sessuali possono essere riportate al loro normale livello sano quando la dieta comprende un'abbondante quantità di germogli.

Come rallentare l'orologio biologico con i germogli
Forse potrà sembrare azzardato affermare che i germogli possono rallentare o addirittura far regredire il processo di invecchiamento. Tuttavia, alcune recenti pubblicazioni sul tema della longevità e dell'alimentazione indicano che l'affermazione corrisponde al vero, e sotto più di un profilo. Durk Pearson e Sandy Shaw, il dottor Benjamin Frank, il dottor Edward Howell e altri ancora hanno indicato una serie di sostanze nutritive come potenziali fattori anti-invecchiamento.

Fra i nutrienti antietà che hanno attirato l'attenzione generale figurano gli antiossidanti e un'ampia gamma di enzimi esogeni (provenienti cioè da una fonte esterna all'organismo). Se è vero che sono molti i fattori che determinano l'invecchiamento, una dieta equilibrata a base di alimenti vivi che comprenda abbondanti porzioni di germogli freschi rappresenta una fonte del tutto sicura di potenziali sostanze antietà. Oltre a molti enzimi esogeni, i germogli contengono infatti le vitamine antiossidanti naturali A, C ed E.

Antiossidanti nei germogli
L'ossidazione è un tipo di reazione chimica che in termini di nutrizione può avere un effetto nocivo o benefico. Quando l'ossidazione avviene al di fuori dell'organismo, le sostanze ne vengono danneggiate o distrutte. Anche quando gli alimenti vengono scomposti all'interno dell'organismo nel corso della normale digestione si verifica ossidazione, ma la differenza essenziale è che l'energia proveniente dal cibo è resa accessibile perché l'organismo la possa utilizzare. Un altro aspetto dell'ossidazione si riferisce poi alla formazione dei "radicali liberi".

Recentemente negli ambienti della salute si è parlato molto di "radicali liberi" e dei loro effetti nocivi sulla salute umana. I radicali liberi sono frammenti molecolari con uno o più elettroni spaiati che possono minacciare internamente le cellule dell'organismo e in questo processo determinare l'invecchiamento di tutte le parti del corpo. Sono molto instabili e tendono a disturbare qualunque normale attività con cui vengono a contatto. Purtroppo, i radicali liberi hanno origine dagli oli trasformati a livello industriale e dai grassi cotti presenti nella dieta moderna.

Gli antiossidanti come le vitamine A, C ed E impediscono l'ossidazione dei grassi nel sangue, inibendo così la formazione dei radicali liberi nell'organismo. La vitamina C non solo previene la formazione dei radicali liberi, ma preserva anche le vitamine A ed E dalla distruzione. La vitamina A non è contenuta negli alimenti di origine vegetale, ma il suo precursore, il carotene, sì: questa sostanza impedisce che gli oli contenuti nei vegetali diventino radicali liberi quando le piante sono ancora vive. I germogli e gli alimenti vivi sono eccellenti fonti di antiossidanti. Inoltre, limitare o evitare del tutto l'uso di oli trasformati a livello industriale e di grassi cotti contribuisce a prevenire la formazione di radicali liberi ed evita così il prematuro invecchiamento del corpo.

Gli enzimi alimentari abbondano nei germogli
Gli enzimi, insieme all'acqua, sono le sostanze che distinguono i germogli dai semi crudi non germogliati. È l'attività degli enzimi che converte gli amidi in zuccheri, le proteine in amminoacidi e i grassi in acidi grassi all'interno del germoglio. Gli enzimi sono attivi anche all'interno del sistema digerente umano, dove scompongono gli alimenti in modo tale che le sostanze nutritive possano essere facilmente utilizzate dall'organismo. Se gli enzimi esogeni non sono presenti nel cibo – come nel caso degli alimenti cotti o trasformati a livello industriale – dev'essere l'organismo a fornire gli enzimi mancanti. In altre parole, l'organismo è costretto a produrre una quantità maggiore di enzimi in grado di scomporre le proteine (proteasi), gli amidi (amilasi) e i grassi (lipasi) rispetto a quanto farebbe se questi enzimi fossero presenti nel cibo.

Come sostiene il dottor Edward Howell, enzimologo all'avanguardia autore di Enzyme nutrition, la giovinezza dipende dalla quantità e dall'energia degli enzimi presenti nell'organismo. Più il sistema digerente ha bisogno di enzimi endogeni (interni) per scomporre il cibo – argomenta Howell – minori saranno le riserve interne degli enzimi metabolici. Questo dato è decisivo, perché gli enzimi metabolici ricoprono un ruolo cruciale nel gran numero di processi in atto nell'organismo. In età avanzata, le riserve degli enzimi metabolici scendono ai livelli più bassi e anche la forza degli enzimi digestivi risulta ridotta. Il dottor Howell conclude che più rapidamente esauriamo le nostre scorte di enzimi endogeni – più alimenti cotti e privi di enzimi consumiamo – e più rapidamente invecchiamo. Il processo dell'invecchiamento subisce un'accelerazione via via che l'organismo è costretto ad attingere alle sue già impoverite riserve di enzimi metabolici. Al momento della stesura di questo libro, il dottor Howell ha 87 anni e, come fa ormai da molti anni, cerca di mangiare quanti più alimenti crudi possibile.

Se mangiati crudi, i germogli sono un'ottima fonte di importanti enzimi alimentari che coadiuvano la digestione degli amidi, delle proteine e dei grassi. Anche la cellulasi, un enzima alimentare che agisce sulla cellulosa, è presente nei germogli. Più alta è la concentrazione di una determinata sostanza in un germoglio, maggiore sarà la quantità presente dell'enzima necessario a scomporla. Così le lenticchie, che hanno un contenuto relativamente alto di proteine, sono più ricche di proteasi di altri legumi come ad esempio i ceci, che a loro volta contengono più amido e quindi più amilasi.

Gli enzimi alimentari dei germogli non agiscono soltanto sulla loro stessa digestione, ma aiutano l'organismo anche nella digestione di altri alimenti. Gli esseri umani (e i loro animali domestici) sono i soli esseri viventi sulla Terra in grado di mangiare cibi privi dei loro enzimi naturali (ossia cibi cotti). Il dottor Howell ritiene che questo sia uno dei motivi per cui ci ammaliamo di cancro e di altre malattie degenerative che gli animali selvatici non conoscono, e i miei anni di esperienza nel campo della salute mi portano a trarre la stessa conclusione.

Di fatto, gli enzimi alimentari sono la chiave dell'efficacia dello stile di vita degli alimenti vivi, giacché trasferiscono l'energia vitale dai germogli e dagli altri alimenti vivi all'organismo. L'abbondanza di enzimi alimentari in questi alimenti biogenici e bioattivi è ciò che li distingue da tutti gli altri cibi. I germogli freschi e crudi sono vivi e al culmine del valore nutrizionale appena prima di essere consumati. Una volta ingeriti, aiutano ad autodigerirsi fornendo così all'organismo il riposo di cui ha bisogno e permettendogli di cominciare a rigenerarsi e ad autoripararsi.

I cibi ricchi di enzimi come i germogli, gli ortaggi freschi, la frutta e i relativi succhi sono i principali fattori in grado di rallentare l'orologio biologico. Le carni e gli altri alimenti pesanti cotti, specialmente quelli che sono anche ricchi di grassi e di zuccheri, sono carenti di enzimi alimentari. Questi alimenti rallentano il metabolismo e indeboliscono il sistema immunitario. Come abbiamo già visto, gli alimenti vivi aiutano l'organismo a conservare i suoi enzimi vitali, stimolando il metabolismo e il processo depurativo/ rigenerativo. In questo modo, oltre che inibire le sostanze potenzialmente cancerogene, gli alimenti vivi, soprattutto i germogli, hanno la capacità di rafforzare il sistema immunitario e ci aiutano a vivere una vita lunga e sana.


Ann Wigmore


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