lunedì 29 febbraio 2016

Il significato dell’illuminazione

 Ramesh Balsekar 4

L’illuminazione significa semplicemente che scompare il senso di un agente personale. Tutte le azioni sono viste come azioni della Totalità.

Posso davvero dirlo con una sola frase. La frase su cui si basa il mio intero insegnamento è: “Sia fatta la tua volontà”. O come lo dicono i Musulmani, Inshallah –“Il volere di Dio.” O nelle parole di Buddha: “Gli eventi accadono, le azioni sono compiute, non c’è alcun individuo che agisce”. Vedi, il conflitto di base nella vita è: “Faccio sempre tutto nel modo giusto quindi mi aspetto la mia ricompensa; egli o ella fanno sempre qualcosa di sbagliato e quindi dovrebbero essere puniti”. Questa è la vita, non è cosi?

Se analizzi ciascuna azione che consideri la tua azione, scoprirai che è una reazione del cervello ad un evento esterno sul quale non hai alcun controllo. Un pensiero arriva – non hai controllo sul pensiero in arrivo. Qualcosa viene visto e udito – non hai controllo su ciò che vedrai e udrai in seguito. Tutti questi eventi accadono senza il tuo controllo. E poi che succede? Il cervello reagisce al pensiero o alla cosa vista, udita, gustata, odorata, o toccata. La reazione del cervello è ciò che chiami “la tua azione”. Ma, di fatto, è solamente un concetto.

Il saggio sa che “io non sto facendo niente”. Ma l’uomo comune dice: “Io faccio delle cose e loro fanno delle cose. Perciò voglio la mia ricompensa e voglio che loro siano puniti”. La ricompensa o la punizione derivano dal fatto che io, lui, o lei facciamo delle cose.

Quando ti svegli al mattino, il primo barlume di presenza è impersonale. Poi diventa ‘io sono questo e quello’. L’identificazione personale sopraggiunge in un secondo tempo. All’origine c’è solo il senso della presenza, il senso impersonale della presenza.

L’uomo comune pensa: “È la mia azione”, laddove il saggio sa che è l’azione di nessuno. Il saggio sa che le azioni sono compiute, gli eventi accadono, ma non c’è un colui individuale che agisce.

Non puoi lottare contro l’io. Accettalo, e abbandonalo. Questa comprensione lo farà recedere lentamente sullo sfondo.

Non si tratta di tenere sotto controllo il corpo e la psiche. I sensi, le emozioni e i pensieri devono fluire spontaneamente, nella fiducia che assumeranno un’armonia naturale. Voler controllare a forza la mente è come voler schiacciare le onde con un’asse. Un simile tentativo non farà che aumentare l’agitazione. Tentare a forza di unificarci significa tentare di sottomettere l’organismo a un governo dittatoriale.

La verità è che anche accettare e abbandonare l’io non è sotto il tuo controllo. E chi se ne sbarazzerà?


Ramesh Balsekar


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