martedì 22 marzo 2016

Cambio di regime in Brasile? Le proteste finanziate da fondazioni statunitensi

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Ad ogni crisi politica in Brasile, oggi si tratta dell’ex-presidente Lula che lotta per avere un posto nel governo della Presidentessa Dilma Rousseff, c’è un gruppo famigliare di protagonisti che non sono né politici né investigatori anticorruzione. Sono giovani dimostranti di destra, e possono essere una forza sovversiva nel caso il Congresso del Brasile voti per mettere sotto accusa l’attuale presidentessa.

Lo studente d’ingegneria Pedro Souto guidava il camion con gli altoparlanti, indossando una bandiera brasiliana come un mantello di Superman, durante le proteste di Rio. Più di 200000 persone si è detto. L’autocarro aveva lo striscione del Movimento Brasile Libero, uno dei principali gruppi ad organizzare le proteste del 13 marzo e che continua ad invocare la piazza ad ogni novità del dramma politico del Brasile (che ora si hanno tutti i giorni).

Il Movimento Brasile Libero fu fondato da soci e studenti di un altro gruppo che si diffonde rapidamente nel Paese: “Estudantes Pela Liberdade”, e libertà nel senso libertario: riduzione della spesa pubblica, privatizzazione delle imprese statali e riduzione della regolamentazione. Tali politiche sono ben lungi dall’essere adottate nel Brasile di oggi. Come molti Paesi dell’America Latina, il Brasile è uno stato sociale con assistenza sanitaria universale e molte aziende di proprietà del governo. Ma negli ultimi decenni i think tank pro-mercato ed anti-regolazione avanzano nella regione. L’economista Bernardo Santoro fa parte di tale movimento in Brasile. Ricorda di aver partecipato a un evento nello Stato di Rio de Janeiro nel 2012, organizzato in parte dalla Rete Atlas.

I partecipanti parlarono del futuro del libertarismo in Brasile, un brainstorming “di idee su come il movimento in Brasile sarebbe cresciuto, ed Estudantes Pela Liberdade del Brasile fu una di queste idee“, Rete Atlas e Studenti per la Libertà fanno base negli Stati Uniti ed hanno ricevuto decine di migliaia di dollari di finanziamenti negli ultimi cinque anni, provenienti da fondazioni statunitensi come John Templeton Foundation e Charles Koch Foundation, gruppo miliardario noto per il supporto alle cause di estrema destra.

Dettagli sulla John Templeton Foundation:

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Il ramo in Brasile di Studenti per la Libertà veniva sovvenzionato da donatori statunitensi, ma oggi il gruppo è in gran parte finanziato in Brasile, secondo il direttore Juliano Torres. Ed è grande, con più di mille membri. Ora, circa la metà dei membri di Studenti per la Libertà nel mondo, che ricevono materiali su come pianificare manifestazioni, raccogliere fondi e parlare in pubblico, è brasiliana.

Una manciata si è recò negli Stati Uniti per corsi di formazione, e molti discutono di politica economica avendo come riferimenti il Cato Institute e il senatore degli Stati Uniti Rand Paul. Torres ha detto che il movimento libertario è cresciuto così tanto in Brasile perché “abbiamo approfittato dell’impopolarità della presidentessa e del Partito dei Lavoratori“. Nel 2014, l’economia brasiliana rallentò e cominciò a contrarsi in modo drammatico, e i giornali accusavano il Partito dei Lavoratori di coinvolgimento nella corruzione di Petrobras. “Studenti per libertà non è un’organizzazione politica“, dice Torres, “ma incoraggia i nostri membri politicamente attivi“.

Nel 2014, membri di Studenti per la Libertà fondavano il Movimento Brasile Libero e contribuirono a fondare il movimento Vem Pra Rua per protestare contro Rousseff. Rousseff non è interessata dalle indagini anticorruzione di Petrobras, ma da marzo 2015 il Movimento Brasile Libero cerca di fare pressioni per metterla sotto accusa in favore di un presidente filo-liberista. A dicembre, il portavoce della Camera Eduardo Cunha, del PMDB, ne avanzava l’impeachment per uso illegale di denaro nel bilancio 2014. Studenti per la Libertà orgogliosamente presenta le proteste antigovernative in Brasile nel numero della sua rivista di fine 2015. “Di ciò che succede in Brasile in questo momento vogliamo saperne e vogliamo capire come adottarne i metodi migliori in altri luoghi“, dice il coordinatore di Studenti per la Libertà Sam Teixeira.

Teixeira dice che nelle situazioni politiche in cui il governo è impopolare, è più facile sostenere l’apertura ai mercati come soluzione. Infine”, dice Teixeira, “vogliamo vedere le persone stare bene bene, felici e prospere. Poter vivere la vita che vogliono e in autonomia. Queste sono cose che non esistono in Brasile e in molte parti del mondo. Ci auguriamo e crediamo che la filosofia libertaria possa portare prosperità e felicità al mondo“. Il politologo Celso Barros, editorialista del quotidiano Folha de São Paulo, dice che “la maggior parte dei brasiliani non voterebbe mai le politiche libertarie. Tutto quello che dovete fare è camminare nella favela più vicina per trovare qualcuno che vi spiega che siamo molto lontani dalla meritocrazia in Brasile“.

Barros dice che alcune riforme economiche sono necessarie per facilitare gli affari in Brasile. Ma aggiunge che la crescente probabilità che la Presidentessa Rousseff non finisca il mandato, con l’impeachment o una sentenza sulle finanze della sua campagna del 2014, significa che nel breve periodo i brasiliani probabilmente subiranno politiche economiche più dure di quanto accetterebbero con un normale processo elettorale. Il PMDB assumerebbe la presidenza del Brasile nel caso d’impeachment, un partito che, secondo Barros “è ben noto per l’inefficienza e per essere corrotto“.

Il PMDB ha discretamente varato la piattaforma economica più a destra della sua storia. A proposito di cambiamenti concreti che probabilmente si vedranno, “la destra vorrebbe avere meno normativa sul lavoro“, dice Barros. “Gli piacerebbe che i sindacati siano meno potenti“. Bernardo Santoro dice che indipendentemente da chi assumerà la prossima presidenza, il Movimento Brasile Libero continuerà a sostenere la riduzione del peso del governo.

Per Barros, ciò che è più preoccupante quale precedente per la futura stabilità del Brasile, è che Rousseff sia accusata da ciò che descrive come ‘accuse deboli’. Ed anche lui vede un’eco della politica statunitense nei capi del gruppo giovanile che guida la richiesta d’impeachment: “Questi ragazzi chiaramente s’ispirano al Tea Party e alla recente radicalizzazione del partito repubblicano“. Barros dice che il futuro del Brasile è ignoto.

Catherine Osborn, Global Research, 19 marzo 2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/03/21/cambio-di-regime-in-brasile-le-proteste-finanziate-da-fondazioni-statunitensi/ 

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