martedì 22 marzo 2016

I droni della morte (parte 3)

Ritornare “indietro nel tempo”, serve per rendersi conto e, così, per mettere a fuoco (migliorare) le “cose”, ossia, la prospettiva… per mezzo della quale si inquadra la realtà manifesta.
Ora, tu, potrai obiettare che “non è possibile ritornare indietro”.
Vero?
Ne sei proprio certo/a?
 
Dunque. Ad esempio, quando trovi una vecchia copia di un quotidiano (nel quale è descritta, da una certa prospettiva, la “storia di quel determinato giorno”, seguendo una articolazione locale, nazionale, internazionale, scandita per punti cardinali, scelti come rappresentativi del processo “evolutivo, situazione per situazione”), a cosa “accedi, di fatto”?
Ad una vera e propria “macchina del tempo”.
Se ti identifichi col “viaggiare nel tempo”, ti accorgerai che, allora, “è proprio possibile”.
Cioè, se inquadri la situazione dalla prospettiva frattale espansa (tutto ha un significato “altro”, interconnesso al tutto, dettaglio per dettaglio, livello per livello), puoi riuscire a comprendere – quindi – quanto sia in realtà possibile “viaggiare a ritroso nel tempo”. Perché? Perché quella vecchia copia di giornale, che tieni distrattamente gettato in cantina (magari “perché può sempre servire… per incartare barattoli di conserva da regalare a Natale”), rappresenta proprio il potenziale di “ciò che puoi fare/essere/sei”.
Memoria frattale espansa = registro dati, “di tutto quello che è successo”.
  

Un “banco di memoria”, utile in leva, per accorgersi di “qualsiasi ambito/cosa/sostanza”. Per ricordare il “già successo (passato)
 
Per vivere “alla giornata”, con senso e consapevolezza aumentati, espansi.
Per indirizzarsi verso quel “futuro”, che da una simile prospettiva è come “gettarsi da uno scivolo per bambini: dove andrai a finire? Nell’unica direzione che puoi prendere, una volta “presa la via dello scivolo”. Puoi sempre “debordare”. Ok.
Ma… ci sono le sponde che ti “proteggono” e quello, al limite, è considerato dai più, come un "incidente".
In una vecchia copia di giornale, in un vecchio documentario o… quello che vuoi, puoi rimescolare il tempo e i ricordi smarriti. Puoi accorgerti, ad esempio, “che non è cambiato, nella sostanza, nulla”.
  
Relativamente al reale manifesto, infatti, le “cose” come sono diventate?
Sono cambiate all’apparenza ma, di fatto, non sono cambiate a livello di “ragione fondamentale”:
  • se c’è stata “evoluzione”, si tratta solo di “adattamento ad un certo sopravvivere”
  • la dominante non è mai stata nemmeno “sfiorata”, negli infiniti processi mediatici d’ogni tipo, che si sono guardati bene dal “trovare”, essendo tutti incentrati sulla “ricerca”.
Così, “oggi” ti vesti diversamente e “domani (osservando l’oggi), che è ancora un oggi”, scoprirai quanto eri “ridicolo/a, strano/a”, notando come vestivi, parlavi, ti atteggiavi, etc. C’è, infatti, sempre un certo “imbarazzo” nel vedersi “più giovani”. Scopri (vedi) che la tua pelle era “più bella, più rilassata”. I capelli erano più folti. Eri… diverso/a.
Eri qualcosa che, ai tempi, davi per scontato e, magari, mettevi anche sotto accusa.
Diverso è, invece, il rimpiangere quei tempi, a partire da quello che “vedi/senti”, sempre, “oggi”. Ergo:
  • la condizione eterna (sino a quando “non scadi”) di “oggi”
  • è, molto spesso, una condizione di insofferenza temporale (come la classica “nuvola di Fantozzi”)
  • che ti porti dietro o, non capisci bene, ti è sempre addosso.
Ora, i punti di vista possono essere (e sono) “diversi”. Ognuno, infatti, ha la propria “opinione”
Ma… sia che 1) “ti porti dietro qualcosa” o 2) “ti è sempre addosso e ci sei, così, sempre dentro”… non cambia di una virgola la “tua” situazione di fondo, nella quale ti ritrovi sempre a sopravvivere.
Anche se tu non sai, non ricordi, hai idee “tue”, etc. tutto ciò non muta la sostanza nella quale “sei”.
Anzi, la tua confusione, il tuo “dubbio, parere, orizzonte, credo, tifo, etc.” permette proprio allo status quo, di auto mantenersi “qua, così”.
Quando hai le “idee chiare”? Quando devi scegliere un percorso, tra quelli disponibili, ai fini della “tua carriera lavorativa”, ad esempio.
Un valido argomento…”.
Le follie dell’imperatore
I “percorsi disponibili” sono stati scelti per te, ma… non da te.
Questo, ripetuto nel tempo, diviene “la tua scelta”. Ti rendi conto?
Le tue possibilità sono ridotte al lumicino. Il tuo futuro è una costruzione archetipica di parte. Da parte di quella parte, che “qua, così” ti domina senza mai darlo a vedere… perché è divenuto “normale” il conseguire, visto che “tutto è ciclico”, che l’acqua segue la pendenza impressa nel territorio, che “la fortuna è un cumulo di soldi”.
Il mito di Zio Paperone e del suo “deposito pieno zeppo di monete luccicanti e verdoni fruscianti”, ti precede, ormai.
La sua “fortuna” è quella di non dormire mai nemmeno di notte, per paura che i Bassotti gli portino via tutto. Per questo, il Dominio ha rinunciato a tutto “per avere tutto”, possedendo tutto a livello potenziale, in leva, oltre alla lama dell’Ego, dell’apparenza, della manifestazione diretta del proprio potere, al fine di “raccogliere pubblica ed epica acclamazione popolare”.
Nei libri di storia non c’è traccia del Dominio, ma… esso è ubiquamente in ogni decisione presa. Esso è quel cardine attorno al quale gira tutto, anche l’universo intero.
Esso è ragione fondamentale del “qua, così”.
   

Esso è… tutto e di più (quello che è progettato manifestarsi “domani vs oggi”).
L’oggi è una particella descrivente la realtà che, così, si manifesta. È come brandire le matite colorate e disegnare una trama, quella che desideri:
  • tutto ciò che fai sempre e solo “oggi”
  • la puntina del giradischi
  • il “pennello” che crea l’illusione delle immagini, in una Tv
  • la cresta dell’onda e la corrente che permette l’onda.
Tutto è “automatizzo e, apparentemente, a termine (se lo lasci avvizzire):
  • i droni della morte (parafrasando l’epilogo della saga di Harry Potter) sono
  • un processo
  • funzionale all’auto mantenimento di un equilibrio sostenibile “lato dominante”
  • drone = livello di funzionamento “senza pilota” (che cosa è la tua coscienza? Cosa guida il tuo complesso fisico mentale? Non sei anche tu, forse, “senza pilota, ‘qua così’”?)
  • morte = termine della vita (ciclicità, trasformazione, riciclo, loop, status quo, etc.).
Tutto torna o, meglio, ritorna “qua, così”…

Ma “ritorna, a cosa”? Al paradigma sempre in auge (quello che non cambia mai, sino a quando non mutano le condizioni dominanti).
Perché “un cambiamento sostanziale, deve essere per forza di natura ‘dominante’”?
Questo non tragga in inganno. Infatti, per definire lo stato attuale dell’arte, SPS ricorre all’utilizzo di termini attualizzati (per “comprendersi”):
  • la “dominante” ha varie accezioni
e
  • serve come “chiave interpretativa (ti permette di immaginare, di rimanere “sul pezzo”)”.
Ma la dominante non è sempre e solo “un potere assoluto, di parte”.
In un ambito reale potenziale, il reale conseguente (reale manifesto) è sempre il frutto derivante da una grande concentrazione di massa:
  • ora, se questa caratteristica deriva da un solo individuo
oppure
  • da più individui
  • sino al massimo livello, ossia
  • quello della Massa
  • è qualcosa che può sempre succedere (perché sempre possibile).
Occorre, cioè, mettere "ordine" dappertutto, perché “è tutto ‘qua, così’ in… disordine, alias, in un ordine di parte, perfettamente organizzato, tanto che nemmeno il caso è lasciato a se stesso, servendo alla parte, che è diventata un tutto”.
La dominante è un mezzo vettore (“cosa” c’è dentro? Cosa la “muove”?).
Il "pensiero collettivo" è utopia? La Rete Internet cosa rappresenta, tra l’altro? Appunto: un insieme.
Aprendo alla Comunione, cambia la prospettiva che ogni “terminologia applicata” comporta, in termini di impatto sociale ed individuale. Pensando d’insieme, vivendo d’insieme… In Comunione, cambia la percezione di ogni “cosa”.
Da “lì”, la dominante si tinge di colori d’assieme, umani, conformi al vivere In Comunione. Per cui, che cosa pensi che possa accadere, anche nel reale manifesto conseguente?

Che la “dominante (accomunante)”, diventando grande concentrazione di massa, assume il controllo in leva – per delegazione frattale espansa – del Genio frattale espanso, il quale si preoccupa di tutto, come il più affidabile dei tuoi “amici”, come te stesso/a.
Cambia l’orientamento del mondo, a partire dalla prospettiva per mezzo della quale lo inquadri “lato tuo”. Anche in questo caso, il “lato tuo” non corrisponde all’Ego, bensì, è quel “valore” che senti di poter condividere con tutti gli altri e che senti che è gradito da tutti gli altri.
Come far emergere tutto ciò?
D’insieme, singolo per singolo, accorgendoti e fermandoti.
Quando ti “fermi”, ti rendi conto di essere stato sempre in “moto”.
Il cuore batte veloce. Lo senti anche nella testa. Ma senti anche che ti stai calmando. E allora, dopo qualche istante, riesci a percepire anche una certa “assenza di tensione”.
Qualcosa che avevi dimenticato e che, tuttavia, non ti è completamente estranea. Te la ricordi. Non sai bene dove agganciarla nel tempo, ma… ricordi di averla già conosciuta.
Senti dentro come uno stato di “profondità”, che prende vita, perché ti sei permesso/a di sentirla e così liberarla verso la superficie, verso di te.
Il modello esistenziale usuale “qua, così” è corrosivo, virale e limitante di tutto quello che “non serve, perché non previsto dalla dominante”.
“Ora”, al comando delle operazioni, non ci sei tu. E non c’è nessun altro/a della Massa. Fatto cento la Massa, essa consegue rispetto a quello che lo “zero, zero zero zero… uno”, intende.
La grande concentrazione di massa, inscritta nella formula piramidale, risiede non localmente al vertice. Un “luogo non fisico”, che l’immaginario collettivo rende molto ristretto e, dunque, capace di ospitare solo poche persone. Chi siede al vertice, infatti? Un Re. Un Imperatore. Un Papa. Un Presidente. Un Dittatore, etc.
“Uno/a... per volta”, insomma.
Questa è la deviazione più comune che possa esistere.
Non a caso, sono compresenti socialmente “forme democratiche, popolari” di organizzazione sociale. Qualcosa che è stato mutato di destinazione, rispetto alla valenza avio portata (a livello frattale espanso) ma, non avio diffusa, a livello sostanziale “qua, così”:
  • segno inequivocabile di molti fattori
  • tra cui
  1. la grande concentrazione della dominante
  2. la grande concentrazione della Massa (che, bada bene, a differenza del singolo “che va e viene... resettato”, ella rimane sempre, essendo una somma continua che, se ben orientata, può divenire anche… esponenziale).
La Massa, in toto, è in sofferenza “qua, così”. Perché, tuttavia, nell’ambito del “sentito sociale” e persino dell’emerso sociale, esistono anche manifestazioni reali di “movimentazione extra dominante”?
Quando la dominante è convinta di “progettare tutto (anche i “valori”)”, in realtà si limita ad “avere le idee chiare, relativamente al proprio disegno”, in maniera tale che la legge, strumento, memoria, frattale espansa… esegua alla lettera.
Ma, tra le sotto dominanti c’è anche la Massa (che riunisce, d’insieme, miliardi di casi isolati in sofferenza comune):
  • ecco che, di conseguenza, anche la Massa “domina”
  • e lo fa per quello che “è” nella configurazione di grande concentrazione di massa (centralità centrale con se stessa, coerente lato proprio)
  • qualcosa che riesce a manifestarsi nella realtà dominata
anche se, poi,
  • viene intercettata e deviata (disinnescata)
  • dalla forma dominante.
La Democrazia è un “luogo comune” di origine massiva (forgiata dal desiderio della Massa, di/per un futuro migliore per essa), che diventa quello che è diventato “qua, così”, finendo annichilita dalla tenaglia AntiSistemica (caratterizzata da un gradiente auto concentrato, maggiore).
 
La frattalità espansa “conferisce voce a tutto ciò che ha un potenziale sufficiente per risultare trasferibile/riversabile nel reale manifesto”. A tutto.
Solo che, il reale manifesto di “ricezione” è, “ora” di natura AntiSistemica, ossia:
  • riceve e domina
  • in luogo
di
  • ricevere e adeguarsi.
Questo perché la dominante “qua, così” è di ragione fondamentalmente diversa, rispetto alla natura della Massa (pur avendo la stessa origine umana, non è più… la stessa).
Il Dominio, “rinunciando a tutto”, non ha più nemmeno necessità di adepti (perlomeno, consci di esserlo). Tutto accade in automatico, per delegazione frattale espansa. In leva, ottiene tutto.
Essendo il “tutto nel ‘qua, così’”… una sua proiezione interna “dentro/fuori”.
Controllando il proprio “terzo stato (centralità centrale, coerenza, concentrazione)”, il Dominio controlla, di fatto, tutto il resto... che è una sua emanazione.
E anche quello che ha capacità per giungere, comunque, nella manifestazione reale… risulta, alfine, diluito e disperso, per via del firewall ambientale che governa globalmentead immagine e somiglianza” della dominante.
Come è iniziato tutto questo? Ci sono diverse possibilità.
Un “disastro precedente”, ha molta probabilità di essere la “scatenante”.
Un “esperimento”, ha molta probabilità di essere la “motivante”.
Qualcosa che 1) può non avere un passato, una origine, sullo stesso piano percorso dagli umani, d’insieme, 2) può essere una continuazione di una vicenda, proveniente da una linea del reale sorprendente, ossia, “aliena”, nel senso di relativa ad un’altra “dimensione”, rispetto a quella che credi essere unica.
  

Un esempio di tutto ciò:
  • i creatori di un "videogioco" (neuro simulazione), descrivono una realtà altra/aliena, virtuale
  • nella quale trasferiscono, anche, delle problematiche del proprio livello di reale
  • rimanendo agganciati, di fatto, anche se… non direttamente.
Dal mondo creato a quello che crea (e che con ogni probabilità “non finisce lì”), quale “filo” unisce tutto? Apri la “tua” mente.
Concedi il beneficio della possibilità a molte prospettive che ti sembrano impossibili, “solo” perché non previste dalla dominante.
La “natura” è un automatismo.
Non capisci come funziona, ma questo non significa nulla, se non che “non ricordi”.
Se la “indaghi direttamente”, ti si apre per un aspetto che ti disperde, mentre fai ricerca. Se, invece, la utilizzi come “specchio riflesso”, allora ti si apre in maniera differente, essendo una funzione:
  • ogni meccanismo funziona in un certo modo
  • e solo accettandolo in una simile prospettiva
  • puoi ambire anche a ricomprenderlo a livello infrastrutturale.
La “magia” è qualcosa che assomiglia al prendere uno smartphone e rendersi conto che è un dispositivo dotato di sportelli, tasti, combinazioni, etc
Sfiorando, agitando, atteggiandosi, non si recita la parte degli “imbonitori”, bensì, si azionano funzioni in maniera non locale.
Mantra, riti, formule magiche, etc. sono dei riflessi frattali del “come ci si interfaccia alla natura ed al reale manifesto”. Non solo al “qua, così”, ma ad ogni tipo di realtà emersa.
Perché permessa da una infrastruttura dedicata, neutrale, funzionante
La sede della intercomunicazione, dove si trova? Innanzitutto, esiste.
Nello smartphone, dove si trova? È sempre più camuffata e meno visibile. Di solito ci sono piccoli sportelli (che sono come le porte dei Nani, nel “Lo Hobbit”. Se non sai dove sono, rimangono invisibili).
Sempre più parte dell’insieme, eppure sempre esistenti.
È come la porta con il "mondo esterno", che vedi in Truman Show, ad esempio. Confusa con l’orizzonte, che è il confine della teatralità, che ti circoscrive contenendoti.
  

Ok? Bene. Pensa, ora, che la tecnologia degli smartphone sia il “passato arcaico”, dalla prospettiva dominante:
che fine hanno fatto tutte quelle “porte e sportelli”?
Sono scomparsi del tutto.

Ma solo perché li hai dimenticati, ritenendo impossibile una simile verità.
Ossia, la tecnologia sviluppata (quella a livello della funzione frattale espansa) si basa sulla capacità di immaginare/desiderare.
Se tu, che sei “qua, così”, convinto/a di essere “quello che ti dicono anche le circostanze più evidenti”, allora, stai usando questa tecnologia funzionalmente a quello che credi di essere.
Funziona tutto perfettamente, quindi.
Ma… in che modo. “Lato tuo”? No.
L'etimologia della parola drone ha radici nel tedesco drohne, poi assorbito dall'inglese drone = maschio dell'ape, fuco.
Un’altra accezione individua sempre l'inglese drone nel significato di ronzio.
Nell'uso moderno comune, per drone intendiamo un aereo guidato a distanza privo di pilota che viene utilizzato in ambito militare dalle aviazioni moderne per missioni ricognitive e/o offensive ad alto rischio per evitare possibili perdite umane oppure in ambito civile, per effettuare riprese o foto dall'alto o anche a scopo puramente ludico.
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L’origine è militare
Link
Da una visione atea, in un punto spazio-temporale infinito, la morte non esisterebbe in quanto l'universo non perde comunque le proprie funzioni, essendo, quindi, una condizione relativa
Le meditazioni umane riguardo al fenomeno della morte costituiscono storicamente uno dei fondamenti nello sviluppo delle religioni organizzate
Di fatto nell'immaginario collettivo la morte è sempre stata oggettivista come un'entità esterna al vivente, qualcosa "che arriva", da ciò la sua mitizzazione…
Sia la sofferenza sia la morte, da un punto di vista biologico, hanno la loro causa nello stesso esistere dell'essere vivente
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Significato biologico della morte.
La morte, intesa come morte individuale, non deve essere confusa con la morte (o estinzione) di una intera specie.
Dal punto di vista evolutivo, anzi, la morte individuale è una conseguenza e una necessità contenuta nel concetto di evoluzione. Secondo Danilo Mainardi:
"Il senso biologico della vita, se un senso c'è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricambio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L'individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo...".
In tale processo, inoltre, intervengono:
  • la variabilità genetica, legata alla modalità di riproduzione, che può essere agamica o sessuata. Con la ricombinazione del patrimonio genetico che avviene durante la riproduzione sessuale si realizzano innovazioni che accelerano il processo evolutivo descritto per primo da Charles Darwin, per le specie viventi.
  • la possibilità di mutazioni genetiche.
  • il meccanismo della selezione naturale, secondo quanto già osservato sempre da Charles Darwin nel suo libro L'origine delle specie, del 1859…
Link
"Prendere lucciole per lanterne": quello che è successo a Darwin e, a cascata, anche a te.
Mettici del tuo. Rileggi tutto ciò, in termini frattali espansi lato tuo.
SPS sta accelerando. Te ne accorgi?
Pur da “fermo”…
E ora rabbrividisci. O, meglio, prendi atto di come funziona il “qua, così” e di come “non sia mai cambiato nulla, a livello sostanziale”.
Federchimica festeggia 100 anni
"In questi 100 anni tutto è cambiato, ma non la capacità dell'industria chimica di anticipare le sfide destinate a diventare proprie di tutta l'industria. Scelte coraggiose in ambiti strategici come la ricerca, la sostenibilità, le relazioni industriali"...
Cesare Puccioni


Alla base dell’interazione umana, c’è l’accordo che finiremo tutti per creare qualcosa di ingannevole. Ovvero, mettersi d’accordo su precetti che chiamiamo “verità”, ma che sarebbero totali assurdità per coloro che non ne sono a conoscenza.
Considera il linguaggio. Definiamo “elefante”, un elefante. Con una sicurezza che arriva a tal punto di emarginare, addirittura ostracizzare, chi non lo accetta.
La società dipende zelantemente da questo, così da poterla organizzare.
In questo caso, ci permette di comunicare tra noi. Anche se ciascuno di noi ha la propria propensione verso gli elefanti. Perché la filosofia dovrebbe essere diversa?...
Anesthesia
Insensibilità, oblio, status quo...
- Cosa intendi per “tutto il resto”?
- Il mondo è diventato cosìinumano. Sono tutti connessi. Estremamente incapaci di esprimersi, ossessionati dai soldi, dalle loro carriere, stupidamente ed arrogantemente soddisfatti. Io non riesco a comunicare con loro. Li combatto. Li voglio perfino distruggere. Desidero l’interazione. La bramo. Ma di questi tempi non puoi averla. Usano i loro dispositivi per ogni piccola cosa, per rinforzare le loro futili, semplici idee. Per decidere dove fare compere, cosa mangiare, quali film guardare, tutto ciò che assimilano.
- Perché questo ti turba?
- Perché, che cosa ci rimane, Dio mio?
- Ma ciò non deve valere anche per te.
- Ok. È come se tutto questo fosse un gioco e non mi avessero detto quali sono le regole. O peggio ancora, se me le avessero dette, ma io non avessi i requisiti per seguirle. Tutto ciò che posso fare, è provocare. Divento vendicativa. Sono tanto cattiva quanto loro. Loro? Io sono ancora peggio. Io… mi odio per questo. Io… sono così sola… Perché il mondo è tanto spregevole? Perché è così insensibile? Così egoista? E perché lo sono anche io? Non sono fatta per questo mondo
Anesthesia
Come diventi un “drone della morte”?
Così, come sopravvivi “qua, così”, all’ombra della dominante.

Accorgiti.
   
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1783 

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