martedì 31 maggio 2016

La ricompensazione.

Contraccambio...
Malasanità, 500mila morti evitabili in Ue.
Continua l’allarme malasanità in Europa:
secondo gli ultimi dati su 1,7 milioni di persone morte sotto i 75 anni di età, ben 577mila si sarebbero potute salvare se avessero ricevuto le cure adeguate...
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Sei in un piano perfetto.
  
Nella suprema “arte della guerra”, by dominante, dove… la guerra sta progressivamente diventando “pace”, ossia, incanto.
A suon di “evoluzione dei diritti civili”, strombazzato dai Media e dalla scienza deviata, ti sei convinto/a che tutto questo corrisponda a solida realtà. A qualcosa che “nel momento del bisogno”, puoi contarci solidamente.
Nulla di più imperfetto, poiché… la perfezione, a capo della forma reale manifesta “qua, così”, prevede anzitempo che “tu sia sempre inquadrato/a in un mix sensoriale, tale da indurti a ‘credere’”.
Tu, infatti, credi che sia “così, come te lo fanno immaginare” ed, in questo, conferisci un certo “spessore reale” a qualcosa che è del tutto virtuale, di parte ed assolutamente perfetto... come una idea senza peso fisico (ma… “lato dominante, centrale”).
È come ricevere un “bonus, aprendo un conto per scommettere, online”.
A fronte del tuo primo versamento, ricevi una certa proporzionale quantità di “valore fittizio, rappresentante denaro”. Il bookmaker svolge la stessa attività di una banca centrale, inventandosi della “liquidità elettronica”.
Ma, per mezzo del tuo “fare”, utilizzerai anche quella forma promozionale di denaro “fatto in casa”, che verrà accettato per scommettere sulla piattaforma del bookmaker stesso (che lo accetta, essendo fonte emittente e ricevente, allo stesso tempo).
Inoltre, quel “bonus” permette di generare traffico reale, commissioni reali, va ad incidere realmente sui volumi di gioco e sul bilancio aziendale.
Inoltre, per poterlo fisicamente trasferire (ritirare) dal conto di gioco a quello privato, rendendolo così “spendibile anche in altri modi”, devi giocare secondo certa regolamentazione, che rende – tra l’altro – il bonus, come un attrattore di giocate (e di guadagni certi, per il broker), oltre che un ulteriore fattore di dipendenza, pubblicità, coinvolgimento… nonostante i vari moniti, che tendono a farti premurosamente e doverosamente sapere, come se fossi un autentico zombie, che “il gioco provoca assuefazione e dipendenza”.
E che, quindi, devi giocare con moderazione e non abusarne”…
Tutto questo è un esempio frattale espanso, del come funziona questo piano del reale manifesto “qua, così”.
Qualcosa di esatto, che si rende, tuttavia, sfuggevole… dal momento in cui, tu sei come “preso/a dentro” in un oceano sensoriale, emozionale, logico/illogico, studiato alla perfezione al fine di generare quell’effetto centrifuga, che ti mantiene sempre come schiacciato/a e che, alfine, ti convince sempre più ad adattarti senza porti troppe domande.
Il “divertimento (giocare)” è, di fatto, qualcosa che riguarda tutti. 
Non solo un atto che definisce il comportamento dei bimbi.
Gli adulti non crescono mai “qua, così”, visto che la gran parte delle attività condotte nel “tempo libero”, sono dedicate al “divertimento” (del resto, dopo il lavoro, che cosa ti rimane?). 
Divertirsi è la valvola di sfogo, ergo:
indica che qualcosa di preminente, viene sempre prima, di te.
Indica una costrizione, di base.
Infatti, senza attività primarie di un certo tipo (soffocante), non sentiresti tutta questa necessità di doverti divertire, anche se i “cuccioli (di ogni specie)” dimostrano che “è naturale giocare”.
Ma, la fase del gioco... è un aspetto di quella che dovrebbe essere la tua vita. Il bimbo gioca dalla sera alla mattina:
ti sembra sostenibile, al di là di una certa età/fase?
Attraverso il gioco, i giovani si “formano”.
Quindi, il giocare non è solo relativo al “divertirsi, senza fare nulla di particolare”. Il gioco è attività “lavorativa”, di altro aspetto. Serve, per “crescere” in maniera armoniosa, per come una certa “tecnologia naturale, di base” se lo aspetta.


Senza una certa attività (movimento), lo sviluppo a tutto tondo, viene meno.
Nessuno, però, te lo dice chiaramente, perché 1) sei troppo “piccolo/a” per capire, 2) molto spesso, i “grandi” nemmeno lo sanno e 3) è giudicato come “normale”, il giocare (togliendogli quello scopo primario, necessario, al fine di espandere la propria forma ed espandersi nella propria forma).
Nessuno te lo dice. Tu segui un certo istinto. Così, ti “sviluppi”.
Ma, in che modo? Inconsciamente. Non sai cosa stai facendo. Non sai perché lo stai facendo. Semplicemente, “giochi”
Eseguire certe attività, senza partecipazione attiva e diretta (consapevole), significa “non avere il controllo di sé (dipendere da…)”. E, in questo caso, sei alle prese con… cosa? Con la “natura”? Con la “vita”? Con “Dio/il Creatore”? Con… chi/cosa?
Con una programmazione, di fatto. Qualcosa del quale non sei conscio/a. Il che, conferma proprio quello che SPS rileva “qua, così”:
  • sei… “ad immagine e somiglianza (frattalità espansa)” della condizione di vita, che “ti ha”.
Ossia, quello che ti capita (attività di crescita e sviluppo, inconscia, inconsapevole, indiretta, programmata, prevista, etc.) è causale, alias
indica, a livello frattale espanso, che 1) dipendi, 2) consegui, 3) alla compresenza, non manifesta, dominante (la ragione fondamentale).
"Onda" e... scia chimica (incanto)...
L’aspettativa, programmata, a cosa corrisponde? Al libero arbitrio? All’apparenza, sì. In realtà, l’aspettativa è come, ad esempio, essere tutelato/a dalla legge “qua, così”:
  • questo genere di “attesa”
è, di più
  • mantenerti nell’ignoranza di quello che sei, di chi sei, di cosa sei, etc.
  • indica, a livello sottile, che hai “perso la memoria” e non ricordi più
  • indica, a livello sostanziale, che “è già successo” qualcosa, che ti ha “ridotto/a ‘qua così’”
  • indica la dominante, ma sempre tra le righe (visto che è proprio la strategia dominante, quella di non apparire direttamente. Per cui, anche il relativo segnale frattale espanso (orma), te la indica “tra le righe”, a meno che sei tu a chiedere una informazione più esatta, precisa, specifica, definita, etc.
La “confusione” è uno strumento strategico, indiscutibile, quando viene prodotta da/in un ambito sorretto da una organizzazione dominante, che non lascia nulla al caso.
Essa rivela e rileva, sempre, in tal caso… la propria origine fondamentale, ossia:
la dominante stessa che, all’opposto, la prevede proprio per confonderti.
È “una partita a scacchi”, con te, che nemmeno sai di giocare sempre, comunque, ovunque…
Ad esempio.
Nel 1994, fu conferito il Premio Nobel per la Pace, al trio:
  • Yasser Arafat        
  • Shimon Peres
  • Yitzhak Rabin
per i loro sforzi per creare la pace in Medio Oriente”…
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Eppure, in Medio Oriente, non c’è nessuna “pace. Quindi, quel riconoscimento… quale valore ha?

Tutto ciò ti crea confusione e smarrimento, visto che regolarmente “lasci perdere”. Anche se sei un esperto, “lasci correre, ugualmente”, dal momento in cui 1) ti accorgi, tra te e te, che 2) c’è qualcosa che non va, ma 3) non hai il potere per manifestare sostanzialmente ogni tuo dubbio.

E se non te ne accorgi, è solamente perché hai già ceduto, del tutto, sotto al peso dell’incanto.
Nel 2009, lo stesso “premio”, fu riconosciuto al Presidente Usa Barack Obama:
  • per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli”…
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Che cosa è “la diplomazia internazionale e (la) cooperazione tra i popoli”?
Cosa si è “rafforzato”?
Cosa si è “premiato”?
Cosa è cambiato? Cosa si è solamente trasformato?
Accorgiti.
Questa volta hanno giocato sul colore della pelle, del “nuovo” Presidente. Qualcosa che ha funzionato molto bene, a quanto pare. Anche se è, ogni volta, ad essere così.
Perché la strategia è perfetta. E tu “non ci sei ‘qua così’”.
Anche per Kennedy regna della “confusione”, tra luogo comune e sostanza (tra la maschera che, di volta in volta, indossa il Presidente e la conduzione univoca della politica Usa):
  • dal giorno del suo assassinio
di fatto
  • egli è assurto al livello di “eroe”.
Mentre a livello frattale espanso, la sua “fine”, testimonia della compresenza, non manifesta, di qualcosa che può anche permettersi di “eliminare una simile carica pubblica, in diretta televisiva”, come del resto è successo ancora, ad esempio, l’11 settembre 2001.
Il suo ruolo è stato quello del “sacrificio”, piuttosto che quello della “vittima”.
Qualcosa che è motivato e reso reale, dall’ordinamento di potere che prevede anche il Presidente Usa. Non serve risalire sino alla dominante; infatti, bastano anche le sole lobby.
Una strategia che premia e consolida. Che cosa? Lo status quo.
 
Ciò che è successo al popolo ebraico, durante la seconda guerra mondiale, ad esempio:
  • una massa inconscia
  • che viene sacrificata
  • consciamente
  • ricavando un consistente “agio”
  • non tanto per la massa, che continua ad essere inconscia... relativamente a quello che interpreta
quanto
  • per l’ordine precostituito
  • che si rafforza... nel sacrificio altrui.
Kennedy era un “pacifista”?
Dopo la crisi di Berlino (1961) e la crisi dei missili a Cuba (1962), l'amministrazione Kennedy avviò una politica di potenziamento del bilancio militare che durò per tutti gli anni sessanta.
Non giustificata sul piano dell'equilibrio strategico, data la netta inferiorità sovietica, la scelta del riarmo fu alimentata dalla concorrenza reciproca tra gli apparati militari delle tre armi, sostenuta dagli interessi del sempre più potente complesso militare-industriale
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  • l'amministrazione Kennedy avviò una politica di potenziamento del bilancio militare che durò per tutti gli anni sessanta (non era Kennedy a decidere, così come ogni Presidente è solo il parafulmine di una organizzazione planetaria, senza “fissa dimora, ordinaria”)
  • non giustificata sul piano dell'equilibrio strategico, data la netta inferiorità sovietica
  • la scelta del riarmo fu alimentata dalla concorrenza reciproca tra gli apparati militari delle tre armi, sostenuta dagli interessi del sempre più potente complesso militare-industriale (bingo).
Ecco che, allora, si viene a creare tutto la “spazio” necessario, per trasformare Kennedy in un sacrificio umano, a cielo aperto:
un rito (ad esempio: Gesù che s'immola sulla croce, per il bene "superiore") che serve per creare confusione e deviare maggiormente, auto suddividendo, la Massa.
La morte di Kennedy risuona come d’ingiustizia, e questo produce depressione, rassegnazione ed, infine, accettazione di qualcosa di “troppo grande da combattere e/o evitare/eliminare”.
La “tua” mente prende atto, anche a livello conscio, che esiste una dominante (che chiami come meglio credi, non cambiando di una virgola, la sostanza frattale espansa che la caratterizza) e che sei senza alternativa sostanziale manifesta.
Il vivere diventa, così, “far finta di nulla”, illudendosi che non sia esattamente come percepisci dentro.
Dimenticando.
Evitando ogni “traccia” troppo dolorosa.
E, nel loop, tendendo al divertimento, in quanto “droga naturale” in grado di staccare dall’asprezza di una verità di fondo che, perlomeno così, riesci a mantenere sufficientemente lontana, in maniera tale da indurti artificialmente della serenità, che ti lega alla “dottrina delle illusioni” meglio incarnata dal mito della famiglia, del lavoro, della patria, della felicità, etc.
Il “divertimento” diventa perverso, tra l’altro, quando si associa alla speculazione (il giocare a fare Dio, con gli altri).
Brexit, boom di sondaggi "segreti" da fondi speculativi e banche
La speranza dei fondi committenti è quella di ripetere le celebri speculazioni valutarie operate dal finanziere George Soros nel 1992, quando la sterlina crollò a seguito dell'abbandono dello Sme…
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Quale “speranza” è… quella che si fonda sulla potenza, in leva, permessa da un certo vantaggio infrastrutturale? Non è, di certo, il limitarsi a pregare.
George Soros, lo speculatore (non) pentito: "Giusto l'attacco all'Italia del 1992. Noi solo messaggeri di cattive notizie".
Ventuno anni fa, con il suo fondo Quantum, contribuì a portare la lira, e la nostra economia, a un passo dal baratro.
Ora, George Soros, finanziere americano di origini ungheresi con un patrimonio da 14 miliardi di dollari e una seconda vita da filantropo, è fresco vincitore del premio Terzani, ricevuto ieri a Udine per il suo saggio "La crisi globale e l'instabilità finanziaria europea".
Da lì, parlando con Repubblica e La Stampa, ripercorre la massiccia operazione speculativa che mise in ginocchio nel 1992 il Paese.
E difende, non senza un certo cinismo, tutte le sue mosse.
"L'attacco speculativo contro la lira - esordisce Soros - fu una legittima operazione finanziaria"…
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  • fresco vincitore del premio Terzani, ricevuto ieri a Udine per il suo saggio "La crisi globale e l'instabilità finanziaria europea" (per la serie "viaggio all'interno della notizia")
  • noi solo messaggeri di cattive notizie (in natura, gli avvoltoi sono dei “messaggeri di cattive notizie”, quando li vedi volare a cerchio, da lontano, sopra ad una certa zona. Ma, gli avvoltoi non sono la causa della “cattiva notizia)
  • una legittima operazione finanziaria (questo genere di “azione” corrisponde all’utilizzare tutto quello che è permesso, alla propria maniera; così come il castoro costruisce la propria “diga”, utilizzando “il bosco”)
  • una seconda vita da filantropo
  • speculatore (non) pentito (su cosa si basa, allora, la sua filantropia?).
Apparenza.
  

Quando “non se le mandano a dire”, è il momento di tendere tutto te stesso/a, in maniera tale da cogliere sul fatto, ogni minimo accenno di verità sottaciuta ufficialmente.
Sei al corrente di quello che sta accadendo, ad esempio, in Francia (da qualche settimana), dopo che il governo ha annunciato dei sostanziali cambiamenti sociali/lavorativi, per mezzo di un diverso assetto legislativo?
Lo puoi venire a sapere trasversalmente (visto il sostanziale "mutismo selettivo", da parte dei Media)… attraverso le parole del premier turco Erdogan, che è motivato ad esprimersi in un certo modo, dopo il trattamento ricevuto dai “benpensanti europei”, nel recente passato.
Francia, repressione proteste preoccupa presidente turco Erdogan.
Sotto accusa per lo stato della democrazia in Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha puntato il dito contro la Francia colpita dagli scioperi, esprimendo la sua preoccupazione per la violenza della polizia contro i manifestanti.
Erdogan ha accusato la stampa di “filtrare” le notizie e di chiudere un occhio sulla repressione della polizia in occidente, quando invece non esita ad amplificare quello che succede in Turchia.
Frasi che hanno ricordato le critiche della comunità internazionale ad Ankara per le tattiche della polizia contro le pacifiche manifestazioni anti-governative nel 2013.
"Sono preoccupato per quanto sta accadendo a Parigi", ha detto Erdogan in un discorso a Istanbul ripreso dalla televisione, "condanno le violenze commesse dalla polizia francese contro il popolo che usa il suo diritto a manifestare".
Ha poi criticato gli stessi media occidentali, da una parte impazienti di informare sulle manifestazioni anti-governative in Turchia tre anni fa e oggi misteriosamente silenziosi sul trattamento riservato a chi protesta in Francia.
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"Oggi, Parigi e Bruxelles sono in fiamme", ha detto Erdogan, "in altre città occidentali ci sono proteste molto gravi. Gli organi di informazione che hanno organizzato trasmissioni in diretta senza interruzioni tre anni fa sono rimasti quasi ciechi, muti e sordi di fronte agli eventi attuali".
Il governo socialista francese è bloccato in un braccio di ferro con i sindacati sulla proposta di legge sul lavoro, che ha innescato scioperi e proteste a raffiche in tutto il Paese.
Le manifestazioni del 2013 in Turchia furono provocate dalla repressione della polizia contro un sit-in pacifico per salvare a Istanbul il Gezi, destinato a essere smantellato per fare posto a un progetto di sviluppo edile.
"Chiedo ai politici occidentali di mostrare maggiore sensibilità sugli eventi di Parigi. Mi arrivavano consigli, pressioni: 'Perchè agisci così con la gente di Gezi park'?", si è chiesto Erdogan, "Adesso sono io che alzo la voce. Perchè fate questo contro la gente che lotta per la libertà a Parigi?".
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Perchè fate questo contro la gente che lotta per la libertà?
Osserva che cosa succede e continua a succedere “qua, così”, nella pubblica convenzione:
  • preoccupazione per la violenza della polizia contro i manifestanti
  • condanno le violenze commesse dalla polizia francese contro il popolo che usa il suo diritto a manifestare
  • frasi che hanno ricordato le critiche della comunità internazionale ad Ankara per le tattiche della polizia contro le pacifiche manifestazioni anti-governative nel 2013
Notato niente di “strano”? Quale è il massimo comune divisore, in queste notizie reali?
Che:
  • la polizia usa violenza
  • contro i manifestanti.
Ricordi Honk Kong? Ricordi Tienanmen? Ricordi la “Primavera Araba”? Ricordi i movimenti “contro Wall Street”? Ricordi i moti del 1848? Ricordi?
  

La “polizia” è attrezzata per disinnescare qualsiasi tentativo di manifestazione, giudicata come “indesiderata”; mentre i manifestanti sono innescati da elementi attivi, che utilizzano la manifestazione pacifica, al fine di trasformarla in quello che non è, alias:
quello che diventa, quando scoppiano gli scontri programmati.
Il disinnesco può avvenire in infiniti modi, ma – sostanzialmente – “qua, così” avviene sempre allo stesso modo: “senza alternativa sostanziale”.
Il sistema operativo frattale espanso, così programmato per delegazione frattale espansa, dalla dominante, è “costretto” a mantenere un certo tipo di “ordine”, in quanto mero esecutore, diluito nell’ambiente (essendo l’ambiente stesso, a livello di riflesso della ragione fondamentale dominante).
L’orma e la forma:
  • dominante
e
  • sistema operativo frattale espanso.
Come credi e pretendi di credere che, all’opposto di quanto programmato (e “già successo”), le manifestazioni civili, sociali, massive… possano avere quella aspettativa (credenziale), tale da mettere in discussione la programmazione dello status quo?
La grande concentrazione di massa è “in leva, non locale e ubiqua; compresente e non manifesta”.
Ciò che è la Massa, nel potenziale, non lo è a livello attuale.
Allo stesso modo, non lo sei tu e non lo è il “volume e/o il peso”, quanto la concentrazione, la coerenza, il peso specifico, etc. della singolarità che ha assunto un simile status di dominante (Buco Nero).
Ti viene dato da pensare che “tutto sia incerto ‘qua così’”
In maniera tale da “conservarti”, eliminando da te ogni componente, altra, che viene giudicata inconsciamente come “non (più) necessaria”.
Il cervello compensa, agendo da intermezzo causale ed organizzando l’estensione umana, in funzione di un segnale portante modulato in dominanza.
"Compensazione...".
Ergo: 
di incerto “qua, così” non c’è proprio nulla, se non… tutto quello che serve per essere non riconosciuto, da una prospettiva “tua”, disallineata rispetto a quella strutturante la realtà manifesta.
L’errore è di parallasse. Una deviazione che ti costringe ad assumere una visione reale diversa, rispetto a quella che incarneresti in libera assenza di compressione dominante.

L´incertezza di misura è la dispersione dei valori che si possono ottenere da una misura, ovvero il massimo distacco che può esserci tra una misura effettuata, che non è mai perfetta, e l’esatta grandezza reale, che rimane sconosciuta
Secondo Bacone, la natura supera infinitamente il senso e l’intelletto per la finezza delle sue opere e quindi tutte le speculazioni umane con tutte le loro controversie sono cose malsane, solo che non c’è chi se ne accorge.
Tutto diviene incerto se ancorato ad ambiguità e incertezza, quindi secondo il filosofo, "la nostra speranza è tutta riposta nella vera indizione".
Non vi è alcun dubbio che molti si sono accorti di quanto "malsana" fosse la speculazione in atto, ma in nome del "libero mercato" ci si è affidati alla speranza, alla speranza che una bolla possa sgonfiarsi senza scoppiare, alla speranza che l’economia effettuasse un soft-landing
Tutto diviene incerto se ancorato ad ambiguità e incertezza, quindi secondo il filosofo, "la nostra speranza è tutta riposta nella vera indizione":
l'indizione è un computo del tempo che non ha alcuna relazione col movimento degli astri.
Essa è parte della data nei documenti della tarda antichità, medievali e, in alcuni luoghi, moderni:
indica l'anno all'interno di un ciclo di anni numerati progressivamente da 1 all'ultimo anno del ciclo a conclusione del quale il conto riprende da 1, ossia il primo anno del nuovo ciclo.
Siccome l'Indizione giunge nell'epoca moderna basandosi su un ciclo quindicennale di anni, comunemente con la parola indizione si indica, appunto, il detto ciclo quindicennale per cui, applicando i disposti enunciati nel periodo precedente, gli anni di tale ciclo sono numerati progressivamente da 1 a 15 e a conclusione del detto ciclo il conto riprende da 1 essendo iniziato un nuovo ciclo
Si evince per indicazione la denominazione di un determinato anno, secondo il numero d'ordine che esso occupa nel ciclo quindicennale, e per deduzione la distanza che lo separa dall'inizio del ciclo indizionale sempreché tale distanza non sia espressamente indicata nel documento
Link
Ergo: che cosa è la ciclicità, “qua, così”?
Un artifizio di parte.
Se il "governo" applica una indizione di 15 anni, significa che ogni 15 anni succede qualcosa, che devi onorare.
Ora, se quel “qualcosa” è sufficientemente grande/importante, da costringerti a vivere i 14 anni, di mezzo, per prepararti al quindicesimo anno, allora la tua vita diventa solamente “tua”.
E, questo, nel tempo… darà luogo ad un cambiamento della natura, visto che il sistema operativo frattale espanso, replica questo “tuo” atteggiamento (l’intenzione dominante) a livello ambientale.
È così persino logico (a lente frattale espansa ‘lato tuo, centrale’)”… immaginare i cambiamenti planetari (che ti raccontano essere “già successi” nel passato), in rapporto alle abitudini forzate, che la Massa ha dovuto replicare, relativamente al fondamento dominante, respirato come azione divina (dominante), ossia, non capito ma ugualmente utilizzato come “dima”.
Piramide dell'induzione...
Nell’incertezza “apparente”, la Massa ha sempre optato di seguire la via che sembrava più “sicura”, ossia, quella che riconosceva meglio (in funzione della "paura"), abitudinariamente, auto installando ed auto mantenendo, così, lo status quo.
Un reame che non ha necessità alcuna, anche, di avere un imperatore assoluto, manifesto. Del resto, quale maggiore e totale sicurezza, garantisce il… "non esserci, ma esistere"?
Osserva e accorgiti (se ti sembra non valere anche per te, ti sbagli… a livello frattale espanso).
India, presto acqua sacra del Gange consegnata per posta.
I fedeli indù potrebbero presto ricevere l'acqua del Gange - considerata sacra e necessaria per diverso riti di purificazione - per posta:
lo ha reso noto il ministro delle comunicazioni indiano, Ravi Shankar Prasad…
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La "posta" come... "tubazione (artifizio)".
Per evitare tragedie del mare, governare arrivo profughi
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Se eviti di andare alla ragione fondamentale, come puoi rimediare (cambiare sostanzialmente) qualsiasi situazione/cosa?
Il “mare” ha più sponde.

Cyber security, che cosa dice il documento del G7 in Giappone
In un momento in cui il cyber spazio è sempre più popolato non solo da criminali, ma diventa terreno di scontro tra Paesi, "il Giappone… ha fatto della cyber security una priorità della propria agenda di presidenza del G7. Non è un caso, infatti, che questa sia la prima volta in assoluto che i leader del G7 hanno predisposto un documento specifico completamente dedicato ai principi e alle azioni da intraprendere nel settore della cosiddetta sicurezza cibernetica"…
Tuttavia... "ad una giustissima e sempre auspicabile riaffermazione dei principi tesi a salvaguardare i diritti umani, la privacy e la protezione dei dati personali, nonché la cooperazione e la condivisione delle informazioni per il contrasto al terrorismo e al cyber crime, ciò che appare molto interessante è l'esplicito riconoscimento da parte dei leader del G7 della possibilità che, in alcune circostanze, gli attacchi informatici possano essere qualificati sotto il punto di vista della Carta delle Nazioni Uniti e del diritto internazionale consuetudinario come uso della forza o un attacco armato.
Da ciò - affermano i leader nel documento - può discendere per gli Stati il diritto alla legittima difesa sia individuale, che collettiva, come previsto dall'art. 51 della Carta delle Nazioni Unite".
Questa tendenza, evidenzia per l'esperto "come l'approccio strategico degli Stati stia velocemente mutando da una mera difesa attiva (Active Cyber-Defence) ad un vero e proprio sviluppo di capacità offensive per il cyber spazio.
Tutto ciò, però, senza che in seno agli organismi internazionali si siano consolidate delle chiare strategie su questo tema e senza soprattutto un framework internazionale di norme per l'utilizzo delle capacità offensive nel cyber spazio che sia globalmente condiviso ed accettato
Proprio questo… appare essere l'obiettivo su cui - almeno allo stato attuale - occorre che i leader del G7 rivolgano con urgenza la loro attenzione, al fine di evitare che la cosiddetta militarizzazione del cyber-spazio assuma contorni particolarmente foschi in assenza di precise regole di comportamento da parte degli Stati".
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Nella sostanza, non cambia nulla se… sempre “qua, così”.
Il cyber spazio è sempre più popolato non solo da criminali, ma diventa terreno di scontro tra Paesi  (ergo: il cyber spazio ricalca ciò che "è già successo", ad esempio, nel cosiddetto Far West ed durante l'occupazione/lottizzazione/divisione - sottodominante - del "nuovo continente").
È, da sempre, una questione di “colonizzazione”. Il vantaggio della dominante è enorme e schiaccia tutto, preventivamente.
Tutto quello che succede, nel mondo, te lo indica a chiare lettere frattali espanse, se te ne accorgi.
Come puoi, ora, avere la meglio?
Immagina un puntino infinitesimale, tanto denso (coerente) da non essere nemmeno visibile nel piano reale manifesto:
  • c’è, ma non lo vedi
  • non esiste, ma c’è.
Da questa posizione di vantaggio, quel “puntino” può operare dalla posizione di grande concentrazione di massa, quando si rende conto del proprio potenziale.
Ora, anche tu sei un “puntino ‘qua così’”.
Infatti, sei insignificante. Ossia:
  • non ti accorgi del potenziale (vantaggio)
  • perché credi che, all’inverso, tu sia impotente (vista la tua sostanziale “dimensione/valenza”).
Infatti, se agisci direttamenteti disinnescheranno, in ogni senso, subito.
Utilizza un’altra modalità, allora.
Utilizza “stratagemmi”.
Nulla che "abbia a che fare" con attività di violenza. Ok?
Tutto che "abbia a che fare" con attività di potenza “lato tuo, centrale”. Presenza, consapevolezza, terzo stato, ricordo, esperienza...
Le tue facoltà potenziali, sono solo “addormentate”, poiché non le usi da tempo immemore.
Il cervello compensa, tra la deviazione dominante e te:
  • il risultato è il riflesso frattale espanso, by dominante
ossia
  • “te” e non… te.
Accorgiti... perchè "questa è la tua... ricompensa 'qua così'".
   

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/Prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1831
   

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