lunedì 20 giugno 2016

Guai in paradiso: il dramma di chi non vuol vedere


icke
Ripropongo la traduzione della newsletter di Icke del 1° aprile 2012; "La negazione della realtà sta causando schiavitù di massa nel mondo"

La seconda parte è più concentrata sulla sulla newage e il “culto del sano e del bio”, ma in entrambi i casi il  discorso ruota intorno al “non voler vedere” come fase da superare urgentemente per il tempo in cui siamo.
Icke mentre scriveva questa newsletter era alle Hawaii, dove stava tenendo un suo evento-spettacolo. Gli inossidabili newagisti di ieri e gli ingenui di oggi, cosi come gli amanti del “rifiuto-negazione”, del non voglio vedere” (ed altri per altre ragioni), troveranno molte ragioni per invalidare il tema, il personaggio e queste sue parole… come credete. Ognuno valuti ed elabori in coscienza. Adesso i conti dobbiamo farli più che mai con noi stessi, con cosa vediamo e abbiamo voluto vedere nella vita.
Siamo alla fine della storia che conosciamo, ma anche ad un possibile nuovo inizio.
E’ una verità anche nella mia esperienza, che l’equazione “mangio bio-mi curo naturale-sono naturista", non garantisca affatto consapevolezza di sé, del mondo e della vita. Sono livelli diversi. Inoltre il corpo-mente non è la stessa cosa della  mente estesa della coscienza
Ho incontrato meditanti e professionisti di yoga, per esempio, che mi hanno trasmesso meno saggezza e coscienza di un rapper adolescente che compone le sue canzoni al computer, o altrettanto per rigorosi bio consumatori avviluppati in bolle di paura e dogmi. Comprensibile tutto, non è questo il punto: questo viaggio terreno è una palestra di apprendimento e prove per ognuno di noi, purchè lo si veda e ci si incammini sinceramente verso il risveglio e non la solita prolungata pennichella. 
Certo è, concordo con Icke, che la verità e prospettiva futura non è quella di enormi distese di coltivazioni bio per il pianeta, né di strutture socio-politiche-economiche che vogliano un essere umano, libero e vivente in pace. Ergo, forse non basta piu’ meditare in silenzio per ore e “pensare” a pensieri di luce .  
Cristina Bassi

in your face

"Sono alle Hawaii, una sorta di film Avatar occidentalizzato, una volta che ti sei allontano dai grandi centri come Honolulu ed inoltrato nella foresta pluviale e dentro i meravigliosi panorami verdi, che scendono verso le scintillanti spiagge bianche e il mare blu.

Ma nel paradiso ci sono guai. Molti non vogliono vederli né averci a che fare, ma i guai non se ne andranno fintanto che non lo faranno. Altri vedono la ovvia evidenza: il paradiso è perduto e cercano di mettere in guardia coloro che sono in estremi stati di negazione verso realtà, a cui bisogna guardare in faccia.

L’atteggiamento di rifiuto è una delle maggiori prigioni psicologiche. Rende impotenti nel gestire quel che ostinatamente ci si rifiuta di vedere e riconoscere come tale. Rende le persone pedine senza potere della struttura ipercontrollata, che essi negano persino che esita. E’ quella vibrazione di gelo che infetta tutti i sistemi di credenze e sentieri di vita. E’ il “Grande Ingannatore” chiamato altresì “autoinganno”.

Le Hawaii sono un esempio eloquente che conferma il punto sulla diversificazione dell’inganno. 

Prima di tutto qui c’è il rifiuto, programmato, della mentalità militare. Sull’isola di Oahu, vicino a Honolulu , dove ho parlato lo scorso week end, c’è Pearl Harbor, famosissimo per l’attacco giapponese nel 1941.

E’ ora ben documentato che il Presidentet Roosevelt e il comando militare USA avessero una serie di conferme sul fatto che i Giapponesi stessero progettando l’attacco a Pearl Harbor per il momento in cui poi lo fecero. Ma, invece di preparare la difesa dell’isola, se ne stettero ben comodi e lasciarono che cio’ accadesse. 2388 Americani morirono nell’attacco, 1178 furono i feriti, 21 le navi americane affondate o danneggiate e 323 I velivoli americani distrutti o danneggiati.

Si accettò che accadesse una tale tremenda perdita di vite, ma  l’impatto che questo ebbe sulla potenza marittima USA nel Pacifico fu inferiore a quello che potrebbe apparire a prima vista. Le navi coinvolte nella battaglia erano vecchie e lente; portaerei di cruciale importanza furono destinate ad altre postazioni prima dell’attacco e quindi non furono danneggiate.

Il giorno successivo, l’8 dicembre, gli USA dichiararono guerra al Giappone e per l’11 dicembre la Guerra fu dichiarata anche contro la Germania e l’Italia. Roosevelt aveva ottenuto quel che lui e i suoi capi volevano, grazie a Pearl Harbor.

Roosvelt aveva vinto le elezioni nel 1940, dicendo che i figlie e le figlie d’America non sarebbero stati mandati in guerra in Europa. Doveva dirlo perché la maggioranza degli Americani non voleva alcuna parte in un’altra guerra europea, cosi a breve distanza dalla precedente. Ma Roosvelt sapeva bene che i figlie e le figlie d’America stavano per andare in Europa per uccidere ed essere uccisi ed aveva bisogno di una scusa per rompere questa promessa e salvarsi la faccia.  

Pearl Harbor era quella scusa. I sentimenti anti-guerra si spensero sulla scia dell’attacco e il resto, come si suol dire, è storia.

Pearl Harbor oggi è ancora la patria della Flotta USA del Pacifico (US Pacific Fleet) e si dice sia quella più trafficata di tutte le basi navali USA. Lavora in congiunzione con e si trova vicino alla base aeronautica di Hickham e le Hawaii sono cosparse di installazioni militari. La sua posizione la rende la prima linea d’America in qualsiasi conflitto avvenisse con la Cina e l’Estremo Oriente.

Questa considerevole popolazione militare sulle isole, rifiuta massicciamente di vedere quel che stanno veramente servendo  anche se hanno, in Pearl Harbor, il simbolo per eccellenza di come le persone in uniforme sacrifichino volontariamente se stesse,  per servire un progetto di schiavitù umana.

Chi è di base ora a Pearl Harbor crederà nella menzogna dell’”attacco giapponese a sorpresa”, perchè questo viene detto loro dalla burocrazia e dalla propaganda mediatica,il  braccio della burocrazia; solo pochi avranno fatto ricerche personali sui fatti accaduti.

Cosi essi credono di servire “il loro Paese”, quando in verità stanno servendo la forza che sta sistematicamente distruggendo il loro Paese. L’esercito USA non è là per difendere gli Americani. Il governo serve la Cabala Globale e gli Americani esistono per pagare il conto di trilioni di dollari all’anno e piu’, per quel che la cabala militare sta facendo per la cabala del male.

Questo è il motivo per cui è usata per conquistare il mondo  mentre gli Americani a casa loro sono devastati, non ultimo perchè devono pagare somme di denaro enormi per uccidere e conquistare le genti dalle facce marroni o nere.

Non fa nulla se è ovvio che l’esercito USA è un mezzo per i pochi  sulla pelle dei molti: la mente militare non ammetterà il suo rifiuto della realtà. Fare questo, infatti, significherebbe rivalutare una vita di programmazione sugli Stati Uniti presentati come il buon uomo, alla John Wayne che combatte per la libertà e la giustizia e tutta quelle menate sulla "Terra dei Liberi" e la "Patria dei coraggiosi"

Significherebbe anche riesaminare tutto quel che hanno fatto in questi anni in uniforme. O mio Dio… sono stato quello! Nessuno vuole guardare in faccia questo e quindi fa capolino il rifiuto, cosi lo si evita.

Alcuni i uniforme stanno cominciando a vedere oltre l’inganno e a guardare in faccia la realtà, ma la maggioranza continua con le scuse per spiegare la soppressione e il macello per cui vengono ingaggiati e pagati. Questo rifiuto della realtà sta causando omicidio di massa nel mondo.

REVOLUTION
Apritegli occhi e guardate e poi agite su quel che vedete.
Se non lo facciamo e in fretta, condanneremo i nostri figli
ad un incubo che durerà tutta la vita. Dai gente...

Alle Hawaii ci sono anche quelli che negano tutto ciò che non sia fare shopping o essere sulla spiaggia, o essere un buon piccolo consumatore. In questo non sono diversi dalla più parte dei paesi nel mondo, che hanno il potere di acquisto per alimentare le loro abitudini.

Ma qui c’è la trappola del volo che è ancora più allettante. Il luogo è cosi meraviglioso e le spiagge cosi stupende. La temperature è calda e c’è’ sole per la maggior parte del tempo e tutta quella menata di guerra sta avvenendo da qualche parte lontano da qui e da me. Non è un mio problema. Sole, spiaggia,  mare, surf, shopping e tv.  Questo è di certo un paradisoPerchè dovrei sprecare il mio divertimento per guardare in faccia alla realtà?

Ma dove mettiamo il fatto che la Monsanto sta geneticamente modificando il paradiso e la terra una volta di proprietà degli Hawaiiani  ora viene risucchiata dalle multinazionali globali?  Ma questo va bene per la occupazione, no? Aiuterà l’economia e, ehi… ma se i tipi forzuti si stessero insediando e stessero prendendo il sopravvento?

Abbiamo pur sempre il sole, la sabbia, il mare, il surf, lo shopping e la tv, no? Cos’altro vuoi?  L’unico “Occupy movement” a cui qui queste persone sono interessate, è quello dell’ “Occupy the Beach”: occupare la spiaggia.

Il problema con il rifiuto è che esso, prima di essere deciso e fatto,  non richiede per nulla una spiegazione plausibile o razionale. Si farà ogni cosa purchè la realtà venga evitata. Uccidiamo le persone per proteggerle? Certo! C’è della logica in questo. Forza USA!

La negazione della realtà sta causando schiavitù di massa nel mondo.

traduzione Cristina Bassi, da www.davidicke.com 
http://www.thelivingspirits.net/david-icke-in-ita/guai-in-paradiso-il-dramma-di-chi-non-vuol-vedere.html 

DAVID ICKE IN TOUR IN ITALIA, OTTOBRE 2016


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