Mentre il mondo si siede e osserva gli orrori delle elezioni americane, molti non americani sono sollevati dal fatto di non dover scegliere tra Donald Trump e Hillary Clinton; e per ovvie ragioni.

Hillary viene dalla vecchia scuola della politica americana; di male in peggio. Il suo “regno”, se ce la farà, sarà una vera continuazione dell’amministrazione Obama. Anche se apporterà dei cambiamenti, e anche se deciderà di mettere gli stivali sul terreno, in grande scala, da qualche parte del globo, è altamente improbabile che sorprenda qualcuno in qualunque cosa faccia e non faccia.

Dopotutto, Obama una volta era il candidato che era diverso su molti aspetti. Non solo era di origine Afroamericana e aveva un nome non Anglo/Cristiano, ma parlava in modo diverso, mostrava intelligenza, eloquenza e faceva grandi promesse come la chiusura di Guantanamo Bay. E chi può dimenticarsi del suo slogan “Yes we Can”? Chi può dimenticarsi del suo affascinante discorso al Cairo? Ma, poco dopo la sua inaugurazione, ha dimostrato che “no, lui non poteva”, e invece di dimettersi in modo onorevole, ha deciso di resistere e tentare di ottenere un secondo mandato.

Mentre gli ostinati Democratici e altri difensori di Obama gli hanno dato credito per averci provato, gli perdonano molti dei suoi fallimenti e incolpano l’eredità lasciata da George W. Bush di un alto debito pubblico e due guerre non terminate, rimane il fatto che non è stato capace, e forse restio, a mantenere le sue promesse elettorali.

Non ci sono ragioni che possano persuadere chiunque a credere che la molto meno intelligente Hillary, con tutta la sua storia che testimonia contro di lei, sia capace di creare il genere di cambiamenti che Obama è stato incapace di implementare.

Perciò, e per essere realistici, il meglio che possiamo aspettarci da Hillary è l’inazione. Altrimenti, come affronterà il pasticcio di Obama in Ucraina e nel Mar Cinese Meridionale se non intensificando il coinvolgimento americano? Verrà ricordata più come il Presidente americano che ci ha condotti alla Terza Guerra Mondiale, che come il primo presidente americano donna? Speriamo di no.

Arriva Donald Trump
Se ammettiamo il fatto che i politici occidentali ballerebbero sulle tombe delle loro madri per venire eletti e rieletti, se già sappiamo che mentiranno e faranno promesse elettorali che infrangeranno, allora non è abbastanza razionale predire che se Donald Trump verrà eletto, anche lui infrangerà le sue promesse elettorali?

A causa del suo personaggio, del suo linguaggio del corpo, del suo comportamento, e di tutto quello che è associato a lui, è naturale vedere Trump che cerca di raccogliere i voti dei redneck [Letteralmente colli rossi, termine denigratorio che indica i bianchi poveri degli stati meridionali degli USA, NdT]. Con cos’altro potrebbe attirarli se non le armi e le ideologie suprematiste bianche? Dopotutto, chi altri voterebbe per lui?

Se manterrà o meno queste promesse elettorali è un’altra storia. Ma perché sotto questo aspetto dovrebbe essere diverso da qualsiasi politico occidentale che mente alla sua gente per essere eletto?
Se Hillary Clinton è una mega-guerrafondaia, come molti suppongono comprensibilmente, allora che dire di Donald Trump? Entrambi i possibili presidenti trascineranno davvero l’America in una grande guerra?

Contrariamente a quello che molti analisti ipotizzano, non credo che l’America stia cercando la guerra con la Russia riguardo l’Ucraina, o con la Cina riguardo le isole del Mar Cinese Meridionale. I pianificatori di politica esteri americani possono essere miopi, per usare un eufemismo, ma quando si tratta di grossi azzardi militari devono fare attenzione ai consigli dei militari, e i militari sanno bene che l’America non dovrebbe impegnarsi in una guerra totale contro la Russia o la Cina; sia da sole che insieme. Invadere l’Iraq e l’Afghanistan è stata una cosa diversa. La Russia e la Cina sono potenze nucleari importanti, se non superpotenze.

Sembra che l’America voglia fare pressioni sul Presidente Putin personalmente, piuttosto che tentare di impegnarsi in una guerra con la Russia. L’America sta cercando di ritrarre Putin come un uomo pericoloso, nella speranza di sollevare l’odio e il dissenso all’interno della Russia contro di lui. 

Dopotutto le sanzioni sono state ideate solo per danneggiare i civili russi, e l’unico a cui dare la colpa, spera l’America, sarà il Presidente Putin. Le sanzioni si stanno di fatto rivoltando contro chi le ha lanciate, e la popolarità di Putin sembra essere destinata a crescere sempre più.

Ironicamente, l’America non può giocare al gioco delle sanzioni con la Cina per via della sua estrema dipendenza dalle importazioni cinesi; qualsiasi cosa, dalle magliette a, in maniera ironica, gli iPhone. 

L’America non ha nessun’altra opzione con la Cina se non quella di giocare ad un gioco militare del gatto col topo, come fa anche con la Russia, per tenere alta la tensione e tentare di rendere i cittadini russi e cinesi scontenti dei loro leader; cosa che non funzionerà. Cosa forse più importante, e per lo scopo del consumo interno, la leadership americana ha bisogno di continuare a mostrare i muscoli e far vedere ai suoi cittadini che il loro governo è attento, è incaricato della sicurezza nazionale e continua ad essere la nazione leader del mondo e la più forte sulla terra.

Torniamo in Europa occidentale. In fin dei conti, la NATO non è al servizio dell’Europa occidentale e non le porta sicurezza. Al contrario, sta mettendo l’Europa occidentale su una strada pericolosa.
Una vittoria elettorale di Donald Trump può portare l’Europa occidentale in molte direzioni; due sono le più probabili.

Dal momento in cui le prossime elezioni presidenziali francesi si terranno nel Maggio 2017, e poco dopo queste, si terranno le prossime elezioni generali in Germania nell’Ottobre 2017, il nuovo Presidente americano avrà avuto pochi mesi nell’Ufficio Ovale per affermare la sua posizione riguardo a molti argomenti che sono vitali per l’Europa occidentale.

Col crescente dissenso in Europa occidentale riguardo alle politiche pro-immigrazione e la conseguente ascesa della destra ultra-nazionalista, lasciata sola e senza qualsiasi influenza americana, è probabile che l’Europa occidentale faccia qualche spostamento verso quella versione della destra, l’ampiezza del quale non può essere prevista.

Se per allora sarà Trump il vincitore e il boss della Casa Bianca, e se manterrà o meno le sue “promesse” riguardo l’immigrazione, la segregazione, le leggi sulle armi, le deportazioni et similia, è molto probabile che sfiderà i suoi alleati della NATO riguardo i finanziamenti. Con gli Inglesi che contempleranno presto l’opzione Brexit [Il Regno Unito è uscito dall’UE col referendum del 23 Giugno, NdT], e con alcune voci che cominciano a farsi sentire in Francia e Germania con la richiesta di lasciare la NATO già molti mesi prima delle prossime elezioni francesi e tedesche, qualsiasi spinta di Trump per mettere più pressione finanziaria sul finanziamento della NATO da parte dell’Europa occidentale, spingerà la seconda verso la destra nazionalista e a distanziarsi dalle alleanze esistenti, che verranno incolpate dei problemi associati con lo status quo.

A rendere la situazione potenzialmente ancora più difficile e imbarazzante per la NATO, se continuerà l’attuale tendenza degli eventi, da Maggio 2017 o giù di lì, la NATO arrancherà in Europa occidentale per più di tre anni, le sue sanzioni contro la Russia si dimostreranno inefficaci e più dannose per l’Europa che per la Russia, e con l’Ucraina già in bilico, se per allora non sarà completamente collassata, la NATO non sarà molto lontana dall’implodere. Tutto quello che sarà necessario sarà un conflitto interno, e il problema dei finanziamenti che Trump sta per far presente potrebbe essere la proverbiale goccia che farà traboccare il vaso.

Ricapitolando, una vittoria di Trump può spingere l’Europa occidentale verso la destra nazionalista, e lontano dagli USA e dalla NATO. L’altra direzione possibile per l’Europa occidentale è più o meno la stessa, e porta ad un inevitabile disastro di diversi tipi e grandezze. Ma questo scenario è più probabile in seguito ad una vittoria della Clinton.

Che lo si ami o si detesti, se eletto è probabile che Trump diventi qualcuno che possa cambiare il gioco, comunque vadano le cose. Anche se non affronterà affatto il problema del finanziamento della NATO, è quasi certo che farà infuriare molte persone, inclusi diversi alleati; specialmente gli Europei. Inoltre, dato che parecchi leader mondiali hanno già fatto affermazioni contro Trump, se verrà eletto, e se lui non infervorerà gli animi, lo faranno loro. In qualsiasi modo, è probabile che una presidenza Trump indebolisca la posizione diplomatica e le alleanze strategiche dell’America, e questo non può accadere senza che ciò abbia un impatto negativo sulla solidarietà della NATO.

È possibile che la carta Trump sarà quella che creerà un effetto domino che farà crollare inavvertitamente il castello di carte della NATO? Nessuno può esserne certo, ma nessuno può negare categoricamente che questa sia una possibilità.


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Articolo pubblicato da Ghassan Kadi su TheSaker.is il 13 Giugno 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it.