Il
calendario che usiamo ogni giorno è un esempio di ciò che definiamo un
dogma – qualcosa che accettiamo senza realmente conoscerlo, senza porci
alcuna domanda, senza discutere.
Noi,
che andiamo così orgogliosi del nostro primato scientifico e
tecnologico, della nostra precisione, noi che non accettiamo i risultati
di un esperimento scientifico se prima non viene ripetuto in diversi
laboratori del pianeta, noi così pragmatici, realisti, positivisti,
storici, razionali...
Eppure,
quando andiamo a misurare l’unica cosa che misuriamo TUTTI ogni giorno
(il tempo, la quarta dimensione), ci accontentiamo di un relitto
anacronistico, di qualcosa che non può nemmeno essere definito un
sistema di misura (infatti, un sistema di misura permette di fare
calcoli... Ma c’è qualcuno che sa calcolare in che anno la data di oggi
cadrà nello stesso giorno della settimana?), un sistema che fa
dell’irregolarità, della disuguaglianza e dell’insensatezza le proprie
caratteristiche distintive.
Mesi
disuguali: il primo di 31 giorni, il secondo di 28 (però ogni 4 anni di
29), poi un altro di 31 e uno di 30... Se non impariamo a memoria (e
soprattutto se non RICORDIAMO) la filastrocca, siamo persi nel tempo, e
non sappiamo neanche quanti giorni mancano alla fine del mese!
E i nomi dei mesi? Settembre che non è il settimo, ottobre non è l’ottavo, ecc.
E
i nomi dei giorni? Perché venerdì si chiama così? Forse che in quel
giorno abbiamo una qualche relazione astronomica specifica con il
pianeta Venere? Il Giovedì ce l’abbiamo con Giove, o il Mercoledì con
Mercurio? NO. E allora?
E perché l’anno bisestile si chiama così, se è un anno che cade ogni quattro?
Più
lo si studia, più il calendario che usiamo appare per quello che è
realmente: uno strumento di controllo deliberatamente concepito e
strutturato in modo da mantenere chi lo usa nella confusione,
nell’incertezza e nella disuguaglianza.
Ad
iniziare dal modo in cui lo chiamiamo: calendario gregoriano. Qualcuno
sa cosa designava in origine la parola calenda, che indicava il primo
giorno del mese? Perché era così importante, la calenda? Semplice:
perché in quel giorno si pagavano le tasse - i balzelli, i tributi, le
decime. E la calenda era il libro delle tasse, l’almanacco in cui
venivano registrati i debiti e i pagamenti di interessi, decime e
tributi.
Dunque,
perché meravigliarsi se, a migliaia di anni di distanza, “il tempo è
denaro”? Certo, se chiamiamo il nostro strumento di misura del tempo con
quello che originariamente era il nome del libro delle tasse - beh, c’è
poco da meravigliarsi...
Gregoriano...
qui le cose – se possibile – vanno perfino peggio! Già, perché
chiamandolo in questo modo noi affermiamo implicitamente che il nostro
calendario sia stato creato da Papa Gregorio XIII nel 1582. È FALSO. Il
calendario che usiamo fu creato da Giulio Cesare, più di 2.000 anni fa, e
quella che fu varata da Gregorio XIII fu una riforma,
che spostò tre virgole insignificanti nell’impianto del calendario
giuliano – che resta a tutti gli effetti lo standard planetario di
misura del tempo.
Noi
che vogliamo la pace, non ci rendiamo conto che non potremo mai averla,
fino a quando continueremo ad usare lo standard di misura del tempo
creato da un signore della guerra... Se davvero vogliamo la pace,
dobbiamo darci un tempo di pace!
Cosa
sappiamo, noi, del tempo? Il nostro tempo è diventato un incubo
meccanizzato, scandito dalle macchine che danno il ritmo all’uomo. Noi
che il tempo lo sprechiamo, lo perdiamo, lo ammazziamo... il tempo è
tiranno - e se c’è una cosa che ci accomuna tutti, nei confronti del
tempo, è che non ne abbiamo abbastanza!
I
Maya della Mesoamerica avevano raggiunto un livello di conoscenza e di
saggezza del tempo che solo da pochi anni stiamo ricominciando a
contemplare e a condividere. Grandi maestri del tempo, impareggiabili
astronomi, architetti raffinati, divinatori dell’armonia, i Maya tornano
oggi a brillare nel crepuscolo della ragione, lontani per la mente
limitata dallo spazio in cui si immedesima, ma vicini e vivi per chi si
sintonizza sulla loro frequenza.
All’apice
del loro sviluppo, i Maya usavano ben 17 calendari contemporaneamente.
Questa informazione, da sola, è in grado di far vacillare la nostra
mente. Le conoscenze dei Maya sul tempo erano di origine e di natura
galattiche; la loro straordinaria impresa è stata calcolare le
calibrazioni armoniche del sistema solare – e questo, sul piano delle
forme, ha prodotto su questo pianeta 17 calendari.
Oggi, grazie al lavoro di studio e di decodificazione del Prof. José Argüelles (autore de Il Fattore Maya e del Dreamspell),
possiamo tornare a navigare nel tempo conoscendone la qualità
energetica, possiamo divinare grazie allo straordinario strumento del
Calendario di Tredici Lune di 28 Giorni, che ci rimette in armonia con i
cicli naturali (bioritmo emotivo, ciclo mestruale, ritmo delle maree,
ecc.) e ci consente di decodificare la configurazione energetica di
qualunque punto nel tempo.
Scritto da antonio
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