giovedì 18 agosto 2016

La presenza sulle emozioni (2)


(Immagine presa dal web)

(prima parte)

La paura

Chi di noi non ha mai provato paura? Ritengo che la paura sia una delle emozioni più forti che un individuo possa sperimentare nel corso della sua esistenza. Essa nasce come reazione ad una situazione, vera o immaginata, percepita come pericolosa per l'incolumità propria o delle persone che più si amano. Come ho anticipato prima, esistono due tipi di paura: reale e immaginata.

La paura reale è quella che una persona può provare di fronte ad una determinata situazione che gli si pone di fronte in un dato momento. La caratteristica principale sarà la sua concretezza; la minaccia non è qui immaginata ma reale. Esempi di paura reale possono essere diversi: paura di un serpente che entra in auto, di cadere  nel vuoto mentre si pratica free climbing e così via. Accanto a questo tipo di paura esiste una paura che nasce dalla mente del soggetto che la prova ma che, concretamente, non ha nessun riscontro reale in quanto è solo immaginata.

La caratteristica della paura immaginata è costituita dalla sua inesistenza; è frutto delle fantasie mentali dell'individuo che la prova. Esempi di paura immaginata sono: paura di morire all'improvviso, di rimanere soli, di farsi male, di essere aggrediti e così via. Va detto che, pur essendo all'apparenza differenti, in realtà paura reale e paura immaginata possiedono delle caratteristiche che le accomunano.

Esse, infatti, creano nel soggetto che prova questo tipo di emozione, uno stato di squilibrio che può andare dal disagio fino ad arrivare al panico totale. La mente non fa differenza fra un pericolo reale e uno immaginato. In ogni caso, anche per il solo fatto di provare paura pensando ad una determinata situazione, si attivano automaticamente quei meccanismi atavici detti di attacco o fuga che hanno come caratteristica principale quella di mantenere il soggetto in uno stato di costante apprensione e disagio psicofisico.

Come già detto la settimana scorsa quando ho parlato dell'emozione rabbia, anche nel caso della paura il soggetto che la prova perde il controllo di Se e si lascia trascinare via dal flusso vorticoso di pensieri creato dalla mente. In questo contesto, il soggetto che prova paura, reale o immaginata, si trova a vivere una realtà distorta, percepita come minacciosa attraverso i filtri della propria mente. Spesso, il meccanismo che scatena la paura in un soggetto è legato ad un evento traumatico passato che riemerge in occasione di una determinata situazione percepita dalla sua mente come simile al trauma subito in precedenza.

La mente ha la principale funzione di archiviare tutti gli accadimenti della nostra vita, sia piacevoli che no. Saremo noi col nostro giudizio e la nostra mancanza di Presenza a percepirli come minacciosi. Essere presenti quando si ha paura non è facile in quanto spesso si ha più voglia di fuggire che di capire cosa stia realmente accadendo. In realtà, però, la paura è solo un servomeccanismo della mente, un suo automatismo attivato per segnalarci un possibile pericolo o ciò che lei così percepisce.

(Immagine presa dal web)

Solo una persona presente può osservare la propria mente mentre proietta pensieri di paura. Dal momento stesso in cui si è presenti su questa emozione, viene spezzato il meccanismo che la determina. Ovviamente bisogna poi chiedersi come mai si è provata paura allo scopo di procedere indietro nel tempo per poter arrivare all'evento traumatico vissuto in precedenza e mai risolto.

Le paure derivano quasi sempre da traumi irrisolti legati al passato. Quando si ha paura, quindi, anzichè farsi trascinare nei suoi vortici angosciosi, sarebbe bene esercitarsi nella Presenza Mentale e trasformare questo evento all'apparenza terrorizzante in un'occasione per lavorare su di Se e continuare a procedere nel cammino senza fermarsi. (FINE SECONDA PARTE)



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