mercoledì 17 agosto 2016

L’Amministrazione di Obama – la Complice fedele dell’ISIS

Terroristi ISIS a Palmira

Risulta chiaro che, in questa fase che stiamo attraversando, anche quei lettori che non hanno seguito strettamente i recenti eventi geopolitici iniziano a porsi la domanda: perché, nonostante i miliardi di dollari stanziati per la cosiddetta “guerra al terrore” non è stato raggiunto alcun risultato visibile dagli alleati occidentali nella lotta contro ISIS?

Ci si chiede come sono stati utilizzati tutti questi fondi e se forse questi siano stati destinati a favore dell’establishment politico e militare degli Stati Uniti e per il guadagno personale, piuttosto che  mettere in atto un vero meccanismo globale di interventi per la lotta contro il terrore.

Sia il giornale spagnolo “Publico.es” e sia l’americano “Financial Times” di recente hanno fatto notare che, nonostante la retorica ufficiale di Washington per la lotta contro il terrorismo, i militanti radicali islamici continuano a ricevere nuove armi sofisticate, denaro e forniture, il che ha già portato ad un notevole impulso sul loro morale che ha permesso all’ISIS di lanciare una controffensiva in Siria.

Armi e fondi continuano ad affluire da stati come l’Arabia Saudita e il Qatar, cosa che compromette il successo degli Stati Uniti. Il Pentagono e la CIA, negli ultimi anni hanno inviato carichi di armi per la Siria, dicendo che erano stati destinati per i membri della cosiddetta “opposizione moderata”, ma di volta in volta queste armi sono finite nelle mani di militanti radicali, affiliati con il Fronte al-Nusra, al-Qaeda e ISIS. E gli osservatori occidentali dicono che Washington è stata pienamente consapevole di questo fatto.

All’inizio di quest’anno, giornalisti del francese “Le Monde” hanno pubblicato i risultati delle loro indagini circa la inazione degli Stati Uniti in Siria, che rimane presumibilmente uno dei principali fronti di lotta degli occidentali contro ISIS. I giornalisti francesi, in particolare, hanno messo in risalto che le stesse fonti della cosiddetta “opposizione siriana” riferiscono che, già nel 2014, gli americani erano stati avvertiti circa la rapida ascesa di ISIS e del Fronte Al-Nusra, tuttavia Washington non aveva dimostrato fretta di agire. Pertanto, non è sorprendente che varie fonti di vari mezzi di comunicazione in tutto il mondo riferiscono che gli Stati Uniti hanno creato le ”condizioni ottimali” per l’ascesa e per il conseguente rafforzamento di quei movimenti jihadisti fanatici e sanguinari in Medio Oriente, che hanno massacrato migliaia di civili.

Barack Obama
Barack Obama
Il media alternativo di primo piano, CounterPunch ha annotato:
“L’amministrazione Obama era pienamente consapevole delle conseguenze delle sue azioni in Siria, ma ha voluto perseguire pervicacemente la politica di finanziamento, formazione, inserimento e legittimazione a livello internazionale della cosiddetta “opposizione siriana”. Una piccola frazione di essa era composta da soldati siriani disertori, quella che va sotto il nome del Esercito Libero della Siria, ma la stragrande maggioranza è stata formata da jihadisti sunniti che sono stati generosamente finanziati, addestrati e armati dalla coalizione delle potenze occidentali, dalla Turchia, dalla Giordania e dagli Stati del Golfo” (Arabia Saudita, Qatar e Bahrein, Emirati A.).

In aggiunta ancora, il repubblicano Michael McCaul, presidente del Homeland Security Committee, ha accusato l’amministrazione americana per le politiche fallimentari condotte in Medio Oriente. In un’intervista con la ABC News, ha sottolineato il fatto che l’architetto di questa politica estera, la Hillary Clinton, è stata lei la responsabile per l’ascesa e la formazione dell’ISIS in Iraq e la Siria (accusa ripresa anche dal candidato repubblicano Donald Trump).

Parlando per la Fox News, l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, ha annunciato che l’ex segretario di Stato è la responsabile per l’ascesa di ISIS. Inoltre, ha sottolineato che Hillary Clinton potrebbe essere considerata come uno dei membri fondatori di ISIS, dal momento che la Clinton era parte dell’amministrazione Obama quando ha costretto gli sciiti nel fare una scelta da non intervenire in Siria al momento giusto.

Il fatto che il cancro del terrorismo continua costantemente a diffondersi a causa delle azioni dell’amministrazione Obama è stato notato anche da The Washington Post:
In primo luogo, se avesse attaccato il cancro dello Stato islamico in anticipo, Obama avrebbe potuto fermare la sua propagazione. Egli non ha fatto nulla, mentre il tumore è cresciuto in Siria e si è poi diffuso in Iraq.

Ora il tumore si è diffuso e ha fatto metastasi in tutto il mondo. Secondo una recente analisi della CNN, dal momento in cui venne dichiarando il suo califfato nel 2014, lo Stato Islamico ha effettuato 90 attacchi in 21 paesi al di fuori dell’Iraq e della Siria che hanno prodotto l’uccisione di 1.390 persone ed il ferimento di altre, più di 2.000. Lo Stato Islamico dispone adesso di una presenza in oltre una dozzina di paesi.

Al-Qaeda ha anche riguadagnato il terreno perduto nello Yemen, nella Siria, il gruppo Jabhat al Nusra, affiliata con al Qaeda, rappresenta una delle minacce più significative a lungo termine di qualsiasi altro gruppo salafita-jihadista ed è molto più pericolosa rispetto al modello ISIS nel lungo periodo. Nel complesso, il generale Jack Keane ha recentemente testimoniato che al-Qaeda è “cresciuta di quattro volte negli ultimi cinque anni.”

Di conseguenza sembra che si arrivato il momento giusto per chiedere all’amministrazione Obama di confessare dove sono finiti i miliardi stanziati per la cosiddetta “guerra al terrore” .


Jean Perier *


*Jean P e Rier è un ricercatore indipendente e analista ed un noto esperto delle questioni del Medio Oriente, lavora in esclusiva per la rivista online “Outlook New Eastern”

Fonte: New Eastern Outlook

Traduzione: Luciano Lago
http://www.controinformazione.info/l-amministrazione-di-obama-la-complice-fedele-dell-isis/

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