lunedì 5 dicembre 2016

Putin definisce la futura politica della Russia. Divorzio dall’occidente


Nel discorso annuale alla Duma russa, Vladimir Putin ha tratto le conclusioni presentando un rapporto e impostando le principali linee di sviluppo della Russia per il prossimo anno. In diverse occasioni, il discorso è stato interrotto da applausi spontanei: quando il presidente ha parlato dello stato economico del Paese e dello sviluppo del suo potenziale agroalimentare, sottolineando che la Russia è prima divenuta autonoma nelle materie prime agricole e adesso le fornisce ad altri Paesi. 

Infine, i deputati hanno applaudito quando Putin ha citato l’operazione militare all’estero (senza pronunciare “Siria”) e quando si è rivolto direttamente alle Forze Armate, alla fine del discorso: “Voi siete i soldati della Russia! Portate in alto l’onore Vostro e del Vostro Paese!
 
Detto questo, ci sono stati passaggi forti e veramente interessanti sulla situazione internazionale. Quindi, parlando degli Stati Uniti, Putin ha evitato di menzionare la vittoria di Donald Trump quale fattore di cambiamento nel rapporto tra i due Paesi. Ma non ha evitato di avvertire gli statunitensi dall’escalation sfrenata che porterà a conseguenze estreme. “Violare la parità strategica è molto pericoloso. Porterebbe alla catastrofe globale”, ha detto il Presidente della Russia.

Altri Paesi, menzionati quali alleati nei principali assi di sviluppo, erano Cina e India, e il cruciale sviluppo dell’Oriente russo che Putin ha definito grande imperativo nazionale e snodo della situazione attuale. Come programma nazionale, Putin ha suggerito l’attuazione dell'”integrazione eurasiatica su tutti i livelli”. La grande sorpresa sul capitolo degli “Affari Internazionali” di Putin sembra sia non attendersi nulla di positivo dall’Europa, non avendo pronunciato nulla su questa parte geografica, economica e strategica. L’Europa è scomparsa dal discorso, segnando la grande svolta che la Russia intende operare, riservandosi alla cooperazione con Asia e Oriente.

Un altro aspetto interessante è la sequenza temporale e l’ordine delle questioni sollevate. Così più della metà del discorso era dedicata alla politica interna. La cosa che ha sorpreso molti è l’evocazione della rivoluzione sovietica del 1917. Sarebbe il momento della riconciliazione nazionale, sull’esempio francese, cioè, anche se il periodo fu crudele e sanguinario, incarna sempre il grande passo compiuto dalla società russa sulla via dello sviluppo sociale, politico ed economico. 

Ma Putin ha avvertito i revisionisti dicendo letteralmente che qualunque fosse l’origine degli antenati dei cittadini russi, in quella tragedia, e su quale barricata fossero, la Russia rimane e rimarrà sempre un solo Stato e un popolo unito, fiero del proprio passato e delle proprie vittorie. Tale approccio equivale alla fine dell’espiazione degli errori politici e degli abissi sociali legati alla memoria dei grandi purghe del 1937. Putin ha ripristinato il passato sovietico e, di fatto, voltato pagina mettendo i puntini sulle i e rifiutando di dimenticare le conquiste e le vittorie del periodo sovietico. 

Come è noto, allo stesso tempo, si è deciso di erigere un monumento in memoria di tutti i prigionieri politici. Sarà a Mosca, un muro (l’idea sarebbe il Muro dei lamenti), composto da corpi umani, in pietra rosa. L’idea generale dovrebbe essere il riconoscimento della memoria storica (a differenza della Francia, ancora alle prese con il compito di passare la spugna su Vandea e martiri della Bretagna), ma senza dimenticare di rendere omaggio ai grandi nomi dell’URSS; scienziati, ricercatori, soldati, artisti, ecc.

Un altro punto di forza menzionato sono i dati demografici. Cifre alla mano, il presidente russo ha dimostrato che il tasso di fertilità dei russi è più alto rispetto di quello in Portogallo e Germania: 1,7 Russia, 1,2 Portogallo e 1,5 Germania. E questo tasso continua ad aumentare con 1,78 nel 2016. Dopo la demografia, le questioni più importanti venivano esaminate in ordine di citazione; sanità a tutti i livelli con massicci investimenti da effettuare, istruzione secondaria, autostrade ed ecologia. 

La componente economica, particolarmente dolorosa per la Russia dati dimissioni e arresto del Ministro dello Sviluppo Economico, dimesso in attesa di presentarsi all’Ufficio del Procuratore di Mosca, ha stupito su molti punti. Così, Vladimir Putin ha osservato il rallentamento della caduta del PIL della Russia. 

La caduta dello scorso anno fu di quasi 3,7%, meno 0,3% del previsto nel 2016. L’inflazione dovrebbe raggiungere il minimo storico in Russia (5,8%) contro il 12,9 % nel 2015. La crescita industriale è stata riavviata. Alcune cifre sono sorprendenti: le esportazioni agroalimentari hanno generato un reddito superiore a quello militare: 14,6 miliardi di entrate dai contratti militari contro i 16,9 miliardi dai prodotti alimentari. Allo stesso tempo, ricordiamo che la Russia è al secondo posto per vendite di armi nel mondo.

Un’altra sorpresa, non da ultimo, è il culmine dell’esportazione di prodotti informatici russi. “Un paio di anni fa“, ha detto il Presidente, “il livello era zero assoluto, ma ora l’informatica ha generato una plusvalenza di bilancio da 7 miliardi di dollari, quasi la metà del fatturato realizzato dal complesso militare-industriale“. Putin ha anche indicato l’obiettivo di una produzione avanzata in tutti i settori industriali, ed entro i prossimi 5 anni questi rami dell’economia dovrebbero essere pari al 30% del PIL (digitale, computer, neuro-tecnologia, spazio, nucleare, robotica, dispositivi quantistici, ecc).

In conclusione, si può anticipare che il prossimo periodo della Russia sarà caratterizzato da intenso sviluppo dei complessi militare-industriale, agro-alimentare ed informatico, quali settori di punta. Asia e oriente saranno i principali assi della cooperazione internazionale e dello sviluppo della Russia, e l’Oriente russo diverrà priorità nazionale. La Russia sembra definitivamente voltare le spalle all’occidente, da cui non si aspetta nulla di positivo. L’idea di grande complesso eurasiatico, tanto cara alla Russia dal periodo dell’Orda d’Oro, sembra destinata ad agitare di nuovo le notti insonni degli strateghi della nuova amministrazione Trump alla Casa bianca.

Aleksandr Artamonov, Pravda, 01/12/2016


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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/12/02/putin-definisce-la-futura-politica-della-russia-divorzio-dalloccidente/ 

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