lunedì 23 gennaio 2017

Perchè Tulsi Gabbard si è recata in Siria dopo aver incontrato Trump?


Il 21 novembre 2016, la rappresentante delle Hawaii Tulsi Gabbard incontrava il candidato repubblicano Donald Trump per discutere di questioni che secondo alcuni riguardava la sua possibile nomina a segretaria di Stato. Sebbene sarebbe una diplomatica brillante e di principio per gli Stati Uniti, eclissando facilmente miseria e squallore dei predecessori, il goffo John Kerry e la sociopatica inetta Hillary Clinton, scopo della riunione non era discutere della nomina. 

Non è facile essere una stella nascente del Partito Democratico, che vieta l’intenzione di sentire le opinioni altrui o d’incontrare presunti avversari, se non forse per influenzarne o bloccarne la politica. La rappresentante Gabbard ha dovuto rispondere alla frenesia mediatica quando incontrò il neopresidente Trump. Rilasciò una dichiarazione in cui non si scusava ma soltanto esprimeva profondo impegno nel proteggere i popoli degli Stati Uniti e della Siria. 

Non le fu perdonato dai rettili dei media o del fallito Partito Democratico. Fu Donald Trump a contattarla. Seppe che Tulsi Gabbard si era opposta alla politica sconsiderata di Obama in supporto ai terroristi per raggiungere il suo sconcio cambio di regime ovunque i suoi finanzieri sionisti ritengono opportuno. Invitò il governo ad aderire al diritto internazionale e a finirla nel violare le leggi del Paese.

Presentò un disegno di legge al Congresso che vieti rigorosamente vendita o fornitura di sistemi d’arma a SIIL e al-Nusra/al-Qaida. Doveva farlo per testimoniare la criminalità di Barack Obama e il suo mucchio selvaggio di stragisti chiamati eufemisticamente neo-conservatori. Poiché Obama continuasse a violare le leggi con il suo malvagio programma per addestrare ed armare noti gruppi terroristici, ora è passibile d’indagine se Donald Trump trova la via al tipo di rispetto di cui questa nazione ha notevole bisogno.

Tulsi Gabbard è per certi versi inattaccabile. Nonostante la sua netta posizione anti-terrorismo in Siria e la volontà di difendere apertamente il governo siriano, la carriera nell’esercito la protegge dalle tirate dei codardi, per lo più sionisti sociopatici neo-conservatori di Washington DC, che spingono sfacciatamente i soldati cristiani a combattere le loro efferate guerre di mera distruzione al solo scopo di promuovere le mire coloniali dello Stato-Ghetto dell’Apartheid sionista. E la protegge dal killeraggio in cui eccellono i media. 

Infatti. apparve nel programma della CNN di Wolf Blitzer, durante il quale lo si vide irrigidirsi, allentare, graffire e contorcersi in presenza di una donna che aveva più sostanza di tutta la viltà, il flaccidume e il servilismo che mostra spacciando epocali storie dalle sconfinate bugie. Non sarebbe stato sorprendente vedere il canuto e barbuto ashkenazi strisciare sotto la sedia con sguardo imbarazzato mentre gli rimbalzava ognuna delle sue domande idiote come se fosse una giocatrice professionista cinese di ping pong?

Arrivata all’aeroporto di Beirut fu pesantemente scortata in Siria. Aveva già avvisato le autorità libanesi e siriane del viaggio e le fu garantito il comfort degno di un’importante dignitario in visita. Non volle pubblicità, e voleva farsi il quadro della situazione personalmente, nell’indagine su ciò che accade in Siria. Attraversò le aree contese tra governo e terroristi in cui si trovano le sorgenti d’acqua, nel Wadi Barada, documentando i crimini dei terroristi. Fu poi portata a Damasco, dove incontrò i principali funzionari siriani. Non voglio discutere se abbia incontrato il Dr. Assad. Sembra che questo sia argomento volutamente reso ambiguo. 

Il viaggio è avvenuto poco prima del giuramento di Donald Trump a presidente. Ciò che deve avergli detto il 21 novembre 2016, era di assicurare i siriani che non condivide la visione del criminale suo predecessore. Presta attenzione solo all’eliminazione di SIIL e al-Qaida, e niente cavilli. La forza aerea statunitense non sarà utilizzata per rafforzare e proteggere i terroristi schierati contro un governo legittimo che combatte il terrorismo. Alcun operativo statunitense sarà integrato tra i nichilisti assassini. Quei giorni sono finiti.

Donald Trump è nato e cresciuto a New York City. L’orrore nel vedere jumbo jet schiantarsi contro le torri gemelle l’11 settembre deve esserglisi inciso nella mente, come un martello pneumatico. Questo non è un uomo che tollererà l’esistenza di gruppi capaci d’imporre così tanto terrore a persone inermi. Trump ha chiarito che non è interessato ad iniettare i valori americani in altre società. Tuttavia, è molto interessato ad affrontare i più mostruosi gruppi terroristici, SIIL e al-Qaida. Sa dai colloqui con Walid Phares, Generale Mattis e altri consulenti che non ci sono moderati nell’opposizione con cui parlare. Se decide di partecipare ai negoziati in Astana, sosterrà gli sforzi della Russia per isolare e distruggere i nichilisti terroristici. 

Nom invierà nessuno a soccorrere i ghoul deviati che fanno finta di cercare libertà, democrazia e dignità quando, in realtà, cercano solo la distruzione del mondo occidentale con il terrorismo. Di fatti, un gruppo di esponenti dell’opposizione incontrava l’ambasciatore degli USA in Turchia il 20 gennaio, che gli ha detto che la loro causa ora è di quart’ordine nelle priorità del Presidente Trump. E’ chiaro che l’ambasciatore aveva ricevuto ordini dal nuovo consigliere per la sicurezza nazionale del presidente su come trattare i terroristi e i loro sostenitori.

Tulsi Gabbard visitava la Siria con uno dei politici più onesti e realistici degli USA, Dennis Kucynich. Chiaramente questo viaggio fu programmato prima della riunione di novembre ma, non avrebbe potuto avere risonanza e peso fin quando Donald Trump chiese alla Rappresentante Gabbard di assumere un compito che avrebbe trovato molto importante. Ora è una dei diplomatici più efficienti degli USA, capace di tradurre queste esperienze in atti legislativi che facciano tacere le macchinazioni di traditori e tirapiedi dei sauditi come John McCain, Mitch McConnell e Lindsay Graham. Forse avrebbe dovuto prendere in considerazione un viaggio a Riyadh per dire al clan saudita che i suoi giorni su questa terra sono contati.


Ziad Fadel Syrian Perspective 21/1/2017

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/01/22/perche-tulsi-gabbard-si-e-recata-in-siria-dopo-aver-incontrato-trump/ 

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