lunedì 29 maggio 2017

Il grande flop


Il recente G7 di Taormina ha rivelato l'ormai assoluta inutilità della politica, anche a livello mondiale.

70 anni fa i leader delle nazioni più potenti si incontravano a Yalta, tiravano tre righe su una mappa, e in quattro e quattr'otto si dividevano il mondo intero. Oggi i leader della nazioni più potenti si incontrano e non riescono nemmeno a mettersi d'accordo su chi debba sedersi accanto a chi.

Fa quasi pena il nostro Gentiloni, il padrone di casa, che si arrampica sugli specchi per dirci che anche se nulla di sostanziale è stato deciso, "almeno ci siamo conosciuti e confrontati da vicino. Ora sappiamo bene quali siano le posizioni di ciascuno di noi sui temi più importanti".

Ma, caro Gentiloni, se volevi sapere che cosa pensa Trump sul clima, o sul protezionismo, bastava che mi facessi una telefonata e te lo spiegavo io. Non c'era bisogno di mettere in piedi questa grandiosa sceneggiata, costata agli italiani centinaia di milioni di euro, solamente "per sapere cosa pensano gli altri leader". Gli incontri multilaterali si fanno per trovare degli accordi precisi, non per stringersi la mano, mangiare una frittura di pesce (pagata con i nostri soldi), e firmare un foglietto ridicolo su cui c'è scritto "siamo tutti contro il terrorismo".

Naturalmente, in questo caso, il problema non è di Gentiloni, nè della Merkel né di Trump. Il problema è che ormai la politica stessa non serve più niente, perché i politici non sono più in grado di decidere nulla. Oggi ciascuno di loro si presenta al G7 con un'agenda ben precisa, che gli viene dettata dai poteri forti nel suo paese, e che lo rende schiavo di fronte tutti gli altri partecipanti.

Gentiloni arriva a Taormina con scritto sull'agenda che "bisogna alleviare il problema dell'immigrazione", perché la sua esigenza primaria è che il suo partito non perda le prossime elezioni.

Donald Trump arriva a Taormina con scritto sull'agenda "andate affanculo europei di merda", perché ha promesso ai suoi finanziatori di proteggere ad ogni costo i prodotti americani sul mercato mondiale.

La Merkel arriva a Taormina con scritto sull'agenda che deve fare bella figura sul fronte dei cambiamenti climatici, perché non vuole farsi portare via i voti dalla sinistra ambientalista alle prossime elezioni in Germania.

Ciascuno si siede al "grande tavolo", sbatte per un attimo i pugni e fa la voce grossa per farsi sentire in casa propria, dopodiché ciascuno torna a casa per cercare di vendere al proprio popolo un "parziale successo", quando in realtà si è trattato di un flop mastodontico.

Nel frattempo, curiosamente, una catena insuperabile di navi ha tenuto alla larga gli immigranti in arrivo dalle coste africane, perché nulla avesse a sporcare queste "meravigliose giornate nello splendido scenario di Taormina."


Massimo Mazzucco


fonte e discussione su: https://www.luogocomune.net/LC/index.php/18-news-internazionali/4683-il-grande-flop

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