lunedì 12 giugno 2017

Il quesito del rabbino

 
Un re fece chiamare un rabbino che dormiva soltanto due ore al giorno e dedicava le altre ventidue ore alla lettura della Bibbia. «Dimmi la verità che hai trovato in quelle pagine, o ti farò tagliare la testa!» gli ordinò. Il vecchio sorrise: «Prima di rivelarti il segreto che attendi, lascia, o mio signore che ti faccia una domanda.» «D’accordo, falla!»

«Due uomini camminano nel bosco, dopo una forte pioggia. Scivolano e cadono in una pozzanghera. Uno si rialza sporco, l’altro perfettamente pulito. Quale dei due si lava?» «Quello tutto infangato!» rispose il re. «No maestà. L’uomo infangato vede che l’altro è pulito e pensa di essere pulito anche lui. L’altro invece, vedendo il primo imbrattato di fango, pensa di esserlo anche lui, e corre a lavarsi.»

«Bene - disse il re - adesso dimmi la verità che hai trovato nella tua Bibbia.» «Prima, mio signore, risolvi questo problema: due uomini camminano nel bosco, dopo una forte pioggia. Scivolano e cadono in una pozzanghera. Uno si rialza sporco, l’altro perfettamente pulito. Quale dei due si lava?» «Quello pulito!»

«No, mio signore. Visto che si erano già sbagliati una volta, l’uomo imbrattato di fango ora si lava. L’esperienza insegna.» «E va bene - disse il re – adesso però dimmi la verità che hai trovato nel tuo libro sacro.» «Oh, mio magnanimo signore, lascia che ti ponga un ultimo quesito! Dopo una forte pioggia, due uomini che camminano nel bosco cadono in una pozzanghera. Uno ne esce sporco, l’altro pulito. Quale dei due si lava?»

Il re rimase sconcertato. «Non so più cosa rispondere. Possono lavarsi tutti e due, o nessuno dei due… Forse quello infangato si lava un’altra volta.» Il vecchio sorrise: «Se credi, mio signore, che un incidente simile possa ripetersi tre volte, allora sei disposto a credere a qualunque cosa.»

Il re non vede altro, nella Bibbia, che un insieme di parole. Pensa che la verità sia qualcosa che viene detta. Il rabbino gli dimostra che un testo può dar luogo a infinite interpretazioni. Le parole sono soltanto una guida verso la verità, così come il dito che indica la luna, non è la luna.

Per comprendere che cosa trovi il rabbino nel suo libro sacro, il re dovrebbe trasformare la propria mente aprendo il proprio cuore. Attraverso il teso, il saggio entra in rapporto emotivo - uno stato che si può soltanto vivere, non pensare - con quel impensabile che si chiama Dio. Il re vuole credere. Il rabbino vuole conoscersi, perché sa che dentro di sé dimora il Creatore.

Il re, per dominare il mondo, se ne separa. Il saggio, per amore del mondo, vi si unisce. Questo è un insegnamento essenziale dei rabbini. Un giorno, un giovane ateo si avvicinò al devoto rabbino hassidico Manachem Mendel di Kotsk e gli domandò con sarcasmo: «Dove abita Dio in realtà?» Il rabbino gli rispose: «Ovunque lo si lasci entrare!»


(Alejandro Jodorowsky, La risposta è la domanda, Mondadori ed.)



fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2017/05/il-quesito-del-rabbino.html

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