giovedì 22 giugno 2017

La coalizione USA in Siria ha ridotto i suoi spazi di intervento dopo l’ultimatum russo

Aviazione della coalizione USA 

La coalizione diretta dagli USA sembra aver preso sul serio l’ultimatum della Russia sui voli illeciti in Siria. Un giorno dopo l’annuncio del Comando russo gli aerei della coalizione non si sono azzardati ad attraversare i limiti stabiliti dal Ministero della Difesa russo. L’Australia è arrivata persino a sospendere del tutto la sua partecipazione nella coalizione.

Tanto che sembra lecito pensare che non tutti gli alleati degli USA siano a disponibili a rischiare la vita dei loro piloti per soddisfare gli interessi petroliferi di Washington, come ha riferito a Sputnik l’analista Alexandr Jrolenko.

L’Australia ha annunciato la sospensione delle operazioni il giorno seguente dopo che la Russia aveva annunciato che i suoi sistemi di difesa antiaerea avrebbero considerato come un obiettivo qualsiasi aereomobile della coalizione USA, inclusi i droni, che sia individuato ad est del fiume Eufrate sulla zona di controllo in Siria.

In questo modo Mosca ha risposto al recente abbattimento di un aereo siriano Su-22 da parte di un caccia F/A-18 E statunitense.
Il pilota si sente molto nervoso quando il suo sistema a bordo inizia a suonare e si accende la spia rossa avvisandolo  che si trova nella spia dei radar. Chi volesse entrare nello spazio aereo ad ovest dell’Eufrate potrebbe provare questa sensazione”, 
come ha spiegato al giornale Vzglyad l’esperto militare Víctor Murajovski.

Un gioco senza regole

L’SU-22 è stato il primo aereo abbattuto dalla forza aerea USA dalla guerra in Jugoslavia nel 1999 ma non è stato il primo incidente con cui sono stati attaccati obiettivi siriani.

Jrolenko ha ricordato che i militari USA e della coalizione realizzano le loro operazioni senza essere stati invitati da nessuno e senza un mandato dell’ONU, di conseguenza sono una forza che occupa illegalmente il territorio siriano, una forza di invasione illegale.
Contro questo tipo di incidenti esiste una medicina abbastanza legittima che sono i sistemi antiaerei S-300: quando il pilota statunitense avverte il peculiare suoni di avviso che gli indica di essere preso di mira dal sistema antiaereo, ci penserà due volte prima di attaccare qualcuno in Siria. Questo perchè, dopo l’attacco di un aereo, partono i missili intercettori e l’unica salvezza è quella di abbandonare l’aereo ed essere catturato”.
Con una aerea di 185.000 Km2 la Siria è un paese relativamente piccolo ma nel suo territorio operano numerosi gruppi armati ed è attraversato dalle forze aeree di una decina di paesi che solcano i suoi cieli.

Il Giornale britannico The Guardian ha segnalato che è considerevolmente aumentato il pericolo di scontri armati fra USA e Russia in Siria dopo che Trump ha consegnato al capo del Pentagono, James Mattis, la facoltà di operare in tutto il Medio Oriente. La conseguenza di questa libertà è che adesso ogni aereo USA è un obiettivo per la contraerea russa, si spiega nella pubblicazione.

Potrà Trump mettere un freno a Mattis che viene chiamato il “cane rabbioso”? Tenendo conto delle difficili relazioni di Trump con il Congresso, la domanda rimane sospesa in aria. Nel frattempo gli alleati di Washington cercano un modo di non uscire danneggiati dalla campagna di guerra  del Pentagono, ha concluso Alexandr Jrolenko.
“Una cosa è bombardare siriani indifesi, mentre altra cosa è dover affrontare in combattimento le forze aerospaziali russe”.

Fonte: Sputnik Mundo

Traduzione: Alejandro Sanchez
http://www.controinformazione.info/25151-2/

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