Come è ben noto, la Russia affronta
l’integrazione economica di tutti i Paesi eurasiatici. Dato ciò, è
naturale che la Russia sostenga il progetto avviato dalla Cina per
creare la “Cintura economica della Via della Seta”. Tuttavia, alcuni
Paesi geograficamente circostanti la Cina temono che, dopo aver aderito
alla “Via della Seta”, perdano l’indipendenza nelle infrastrutture ed
economica.
La Russia aiuterà i Paesi disposti a sviluppare le
infrastrutture e il commercio estero senza una significativa
partecipazione della Cina. Il progetto One Belt and One Road comprende
due sottoprogetti: “Nuova Via della Seta” (progettata per unire le
principali ferrovie e autostrade dell’Eurasia e dell’Africa in una sola
rete) e “Via della Seta Marittima del 21esimo secolo” dal Sud-Est
asiatico lungo le coste meridionali dell’Eurasia all’Africa ed Europa.
Oltre alla costruzione di varie infrastrutture (nuove ferrovie, porti,
ecc.), il progetto richiede la creazione di zone di libero scambio tra
gli Stati partecipanti. Si presume che qualsiasi Paese vi partecipi ne
beneficerà. Tuttavia, alcuni Stati della regione Asia-Pacifico sono
scettici sull’iniziativa cinese. Impegnati a parteciparvi al minimo,
fanno il possibile per impedire la crescita dell’influenza cinese sulle
proprie politiche economiche nazionali.
Questo principalmente riguarda
Paesi con economie già sviluppate che hanno qualcosa da perdere e che
hanno propri piani di grande portata e volontà di dominare la regione.
India e Giappone, principali concorrenti della Cina in Asia, ne sono i
primi esempi. Nel maggio 2017, il forum One Belt and One Road si tenne a
Pechino. Ospiti di alto rango da oltre 100 Paesi, tra cui il Presidente
Vladimir Putin (impegnatosi a sostenere la Federazione russa verso la
Nuova Via della Seta), vi parteciparono. Il Presidente della Repubblica
Popolare cinese Xi Jinping aprì l’evento osservando che il progetto è
destinato a beneficiare tutti i Paesi, e non solo ad aumentare
l’influenza cinese. Tuttavia, a non inviandovi propri rappresentanti,
India e Giappone ne diffidano apertamente.
Una delle ragioni per cui
l’India ha ignorato l’evento è la cooperazione attiva della Cina con il
Pakistan, in particolare nel Kashmir, causa della lunga disputa
territoriale tra India e Pakistan. Secondo la leadership indiana, le
operazioni delle società statali cinesi nelle aree occupate in Pakistan
del Kashmir riconoscono il diritto pakistano su questi territori da
parte della Repubblica popolare cinese. Tuttavia, ciò non è il motivo
principale del rifiuto indiano per la “Via della Seta”. Oltre al
Pakistan, la Cina aumenta attivamente l’influenza in altri Paesi
confinanti con l’India, anche costruendo infrastrutture.
Negli ultimi
anni, la Repubblica popolare cinese è riuscita a costruire un gasdotto
in Myanmar, a stabilire una via ferroviaria con il Nepal e ad iniziare a
costruire una nuova città portuale in Sri Lanka, continuando
gradualmente ad aggirare l’India con un anello di alleati cinesi.
Nell’ambito della “Via della Seta Marittima del 21° secolo”, la Cina
cerca di rafforzare la presenza in tutti i punti importanti lungo la
rotta dall’estremità orientale dell’Asia ad Africa ed Europa. Questo è
probabilmente uno dei motivi principali di preoccupazione per India e
Giappone.
Il traffico navale da questo sito è estremamente importante
per questi Paesi, che commerciano attivamente con Europa ed Africa,
mentre la sicurezza energetica del Giappone va attribuita principalmente
agli idrocarburi trasportati via mare dal Medio Oriente. India e
Giappone perciò non desiderano assistere a un traffico marittimo lungo
le coste meridionali dell’Eurasia sotto il completo controllo cinese.
Tuttavia, nonostante questi ostacoli, entrambi i Paesi vorrebbero
aderire a uno spazio economico eurasiatico comune. Se i loro interessi
gli impediscono di realizzarlo con la Cina e la sua “Via della Seta”,
Russia e Unione economica eurasiatica potrebbero divenire alternative
valide.
Già la Russia aiuta l’India a sviluppare l’infrastruttura nazionale. Su
terraferma, l’India confina con un piccolo numero di Paesi, e per via
ferroviaria con altre parti del continente, e il Paese dovrebbe in
qualche modo cooperare con Cina o Pakistan. Tuttavia, l’India
attualmente preferisce costruire ferrovie nel Paese indipendentemente o
con l’aiuto della Federazione Russa. Nel dicembre 2015, la compagnia
statale russa Russian Railways (RZD) e il Ministero delle Ferrovie
indiano firmarono un memorandum d’intesa sulla cooperazione tecnica nel
settore ferroviario. Nell’ottobre 2016, durante il vertice BRICS, RZD e
Ministero delle Ferrovie indiano firmarono un protocollo sulla
cooperazione nell’ambito del programma ferroviario ad alta velocità.
Per
cominciare, gli specialisti russi espressero il desiderio di aiutare i
colleghi indiani a modernizzare la ferrovia Nagpur-Secunderabad. Nel
febbraio 2017 fu inaugurata a New Delhi l’ufficio rappresentativo di RZD
International (filiale delle ferrovie russe fondata per lavorare nei
progetti esteri). A seguito di ciò, la direzione di Zriferì che, oltre
all’ammodernamento della tratta Nagpur-Secunderabad, le ferrovie russe
avevano avviato altri progetti in India relativi alla creazione di
ferrovie ad alta velocità, sviluppo dei trasporti urbani, formazione del
personale e fornitura di diverse attrezzature agli indiani.
Per il Giappone, la cooperazione con la Russia è ancora più conveniente e redditizia che con la Cina.
La Federazione Russa può offrire al
Giappone un’alternativa sia alla “Via della Seta” che alla rotta
marittima. La ferrovia transiberiana russa può diventare il corridoio
terrestre del Giappone. Anche se la Ferrovia Transiberiana è inclusa
nelle strutture della “Cintura economica della Via della Seta”,
attraversa la Russia e non dipende dalla Cina. Un treno merci che
percorre la tratta Vostochnij – Mosca attraverso la Transiberiana
impiega solo 20 giorni e i carichi possono essere inviati da Mosca su
varie rotte per l’Europa.
A fine maggio 2017, presso la Rappresentanza
commerciale della Federazione Russa in Giappone si ebbe il forum
aziendale “Nuove opportunità e prospettive di sviluppo dei trasporti
merci eurasiatici”, cui parteciparono anche rappresentanti di
Kazakistan, Cina e Mongolia. All’evento Kazuhito Yoda, segretario
generale dell’Associazione degli operatori intermodali transiberiani del
Giappone (TSIAJ), fece un discorso in cui apprezzava i vantaggi della
ferrovia transiberiana e sottolineò che alla fine del 2016 il Giappone
condusse con successo l’invio di carichi da Yokohama a Vostochnij via
mare, dopo di che furono caricati su un treno e spediti lungo la
ferrovia Transiberiana.
I mittenti ne furono molto soddisfatti e molte
aziende giapponesi sono assai interessate alla ferrovia transiberiana.
Un’alternativa alla “Cintura economica della Via della Seta” per il
Giappone potrebbe essere la “rotta del Mare del Nord” russo che segue le
coste settentrionali dell’Eurasia lungo l’Oceano Artico. Russia e
Giappone attualmente sviluppano piani per lo sviluppo congiunto di
questa via promettente, collegando l’Asia orientale all’Europa,
escludendo le acque controllate dai cinesi.
Un altro Paese importante
nella regione Asia-Pacifico è la Corea del Sud, che ha abbracciato con
entusiasmo il progetto Nuova Via della Seta. Già nel 2014, l’allora
presidentessa Park Geun-hye dichiarò che il suo Paese era pronto a
connettersi con la Cina con una ferrovia che attraversasse la Corea
democratica. Tale piano esiste ancora, ma ora si suppone che sia la
Russia a costruirla. Il nuovo leader sudcoreano Moon Jae-in ha discusso
questa opzione al vertice dei G20 di luglio con il Presidente Vladimir
Putin.
In conclusione, si può dire che, anche se quasi tutti gli Stati leader d’Eurasia sono ansiosi di integrarsi economicamente, non tutti sono pronti a cooperare attivamente con la Cina a questo fine. In tale situazione, l’interazione con la Russia per il collegamento con il resto dei Paesi dell’Eurasia è una mossa che creerebbe altri corridoi e svilupperebbe infrastrutturale che sarebbero un’alternativa valida. Ciò conferma ancora una volta il ruolo estremamente importante della Federazione Russa nella creazione di un unico spazio economico eurasiatico.
Dmitrij Bokarev New Eastern Outlook 10.07.2017
Dmitrij Bokarev, esperto politologo, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/07/12/il-ruolo-della-russia-nella-creazione-dello-spazio-economico-eurasiatico/
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