L’infestazione continua del corpo politico statunitense da parte dei
neoconservatori è dovuto a certi potenti falchi guerrafondai che
sfruttano appieno l’assenza di una politica estera statunitense del
presidente Donald Trump, spingendo ciò che i neo-con e i loro padroni
israeliani da tempo desiderano: una guerra su due fronti contro Corea
democratica e Iran.
Anche se è noto tra le agenzie d’intelligence
mondiali che Israele ha un ruolo furtivo nel fornire tecnologia di
sorveglianza alla Corea democratica, non impedisce a Israele e alla sua
macchina propagandistica di sostenere che la Corea democratica continua a
fornire tecnologia nucleare e missilistica all’Iran, qualificando i due
Paesi come “regimi pericolosi” che devono essere attaccati
simultaneamente dagli statunitensi.
Le congreghe israeliane e
pro-israeliane, come la Fondazione per la Difesa delle Democrazie (FDD),
istigano l’attacco preventivo e piuttosto impensabile contro Corea
democratica e Iran. In un documento del FDD del gennaio 2016, intitolato
“Il nodo nucleare Iran-Corea democratica: domande senza risposta”,
gli autori sostengono strenuamente una risposta militare alla
cooperazione nucleare e missilistica iraniano-nordcoreana.
Con gli
agenti filo-israeliani come il genero di Trump Jared Kushner, che
esercita molta influenza nell’ufficio ovale della Casa Bianca, anche le
proposte scandalose di gruppi di destra come FDD vanno prese seriamente.
Nei due tweet del 3 luglio 2017, Trump scriveva:
“La Corea democratica ha appena lanciato un altro missile. Questo tipo (Kim Jong Un) non ha qualcosa di meglio da fare? È difficile credere che la Corea del Sud… e il Giappone lo sopporteranno per molto. Forse la Cina farà una mossa greve con la Corea democratica e metterà fine a questa sciocchezza una volta per tutte!”
Ma la Cina non vuole
destabilizzare la Corea democratica affinché milioni di rifugiati
inondino il confine della Manciuria, creando un massiccio problema
umanitario ed economico per Pechino.
Kushner e i suoi colleghi “Amici dell’IDF”, nel cui consiglio si trova e ai quali ha donato grandi somme di denaro, sono in ansia per un attacco degli USA contro Iran e Corea democratica. Micha Gefen, autore del sito israeliano di destra Israel Rising, ha tentato d’imporre all’amministrazione Trump un attacco di questo tipo con un articolo di aprile. Gefen scriveva:
“È noto da tempo che la tecnologia missilistica iraniana è stata sviluppata in Corea democratica. Entrambi i regimi vedono gli USA come nemico numero uno e collaborano per costruire una grave minaccia per gli Stati Uniti. Per la maggior parte degli osservatori, Corea democratica ed Iran sono in costante coordinamento, come si può vedere dalla prova missilistica balistica della settimana scorsa in Iran, seguita dal lancio di quattro missili della Corea democratica vicino al Giappone”.
Il segretario di Stato
USA Rex Tillerson ha respinto il falso punto di vista che gli Stati
Uniti affrontano nemici esistenziali a Teheran e Pyongyang. Tillerson ha
pubblicamente respinto la critica di Trump del piano d’azione comune
globale (JCPOA) del 2015 con l’Iran.
Tillerson ritiene che l’accordo
avanzi la causa diplomatica con l’Iran, dicendo:
“Ci sono molti mezzi alternativi con cui utilizzare l’accordo per avanzare le nostre politiche e il rapporto con l’Iran”.
Le triple nuove sanzioni economiche a Iran, Corea democratica e Russia,
sono il segnale che i neocon sfruttano appieno il crollo dei sondaggi
di Trump e la crescente disfunzione della sua amministrazione facendo
avanzare l’agenda per una guerra su più fronti che includa anche la
Cina.
Se la Cina diventa un obiettivo militare degli Stati Uniti, come
suggerisce la retorica di certi funzionari di Trump, decine di migliaia
di morti statunitensi all’estero, dovuti alle guerre con Corea
democratica e Iran, diverrebbero circa 20 milioni aggiungendo città
nuclearizzate come Honolulu, Los Angeles, San Francisco, Boston, New
York, Washington, Seattle, Philadelphia, Chicago, Dallas, Houston,
Denver e San Diego.
Se un attacco nucleare statunitense sulla Cina da
1,4 miliardi di abitanti sarebbe devastante, non sarebbe schiacciante
come il colpo che subirebbero gli Stati Uniti. Come disse una volta il
Presidente Mao,
“la Cina potrebbe soffrire 300 milioni di vittime in una guerra atomica, ma emergerebbe da vincitrice”.
Il
guerrafondaio capo del partito repubblicano, senatore del South
Carolina Lindsey Graham, forse perché l’intimo amico senatore John
McCain è assente per una terapia sul cancro al cervello, adesso rulla i
tamburi di guerra contro Corea democratica e Iran.
Di solito, gli
inseparabili Graham e McCain hanno minacciato congiuntamente altre
nazioni, tra cui Russia e Siria. Graham ha anche apparentemente un nuovo
compagno a Washington quando si tratta di guerra: Donald Trump.
Graham
recentemente annunciava alla NBC News che Trump gli disse che
“c’è un’opzione militare per distruggere il programma della Corea democratica e la Corea democratica”.
Graham rispondeva al test del nordcoreano Hwasong-14,
missile balistico intercontinentale che aveva coperto 2300 miglia
entrando in orbita bassa prima di schiantarsi in mare. Sentendo i canti
di guerra di Trump, Graham aggiunse:
“Se ci sarà una guerra per fermarlo (Kim Jong Un), sarà laggiù. Se migliaia devono morire, moriranno là, non qui, mi ha detto in faccia”. L’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley riecheggiava la belligeranza di Graham e Trump dichiarando che “è finito il tempo delle chiacchiere”.
Graham è un colonnello del Judge Advocate General (JAG) della riserva
aerea e, mentre guidava una scrivania, non ha mai visto spargimento di
sangue che non fosse un taglio con la carta. Graham e Trump sbagliano
sul numero di morti nella penisola coreana nel caso di attacco
preventivo statunitense per “distruggere la Corea del Nord” o del piano
militare sudcoreano per “decapitare” la leadership nordcoreana,
assassinando Kim Jong Un e il suo entourage.
Prima che le prime nubi di
funghi statunitensi appaiano su Pyongyang, gli ordini di attacco della
leadership nordcoreana comporteranno un massiccio sbarramento di
artiglieria sulla capitale sudcoreana Seul.
Gli strateghi militari
statunitensi hanno stimato che un milione di residenti sudcoreani nella
metropoli di Seoul morirebbe in ciò che il Nord definisce “mare di
fuoco” provocato da 10000 colpi al minuto di artiglieria, razzi e
missili nordcoreani. Ci sono circa 50000 cittadini statunitensi che
vivono in Corea del Sud, compresi 30000 militari, che abitano
soprattutto nella regione di Seul. Più della metà probabilmente
perirebbe nella risposta militare nordcoreana sulla Corea del Sud.
Se i
pianificatori di guerra del Pentagono e di Seul ritengono che
“decapitando” la dirigenza nordcoreana detonando armi nucleari su
Pyongyang o uccidendo Kim Jong Un, impediscano la ritorsione
nordcoreano, si sbagliano. I comandanti locali dell’artiglieria
nordcoreana lungo la zona demilitarizzata (DMZ) hanno l’autorità
indipendente per lanciare attacchi sulla Corea del Sud, senza necessità
di ricevere l’autorizzazione dal governo di Pyongyang.
L’artiglieria e i
lanciarazzi multipli nordcoreani sono ben piazzati nel terreno montuoso
a nord della DMZ e gran parte di queste forze sopravviverà all’attacco
statunitense, anche usando armi nucleari tattiche.
Graham ritiene inoltre che il programma nucleare iraniano sia la “minaccia più grande al mondo”.
Graham aveva anche invocato l’attacco
militare statunitense preventivo sull’Iran, una guerra che crede che gli
Stati Uniti “vinceranno”. Una guerra statunitense contro l’Iran
comporterebbe l’attivazione di cellule nere iraniane tra la popolazione
sciita della provincia orientale dell’Arabia Saudita, del Quwayt, del
Bahrayn e dell’Iraq, questi ultimi tre Paesi ospitano basi statunitensi e
la provincia orientale migliaia di impiegati petroliferi statunitensi.
L’attacco iraniano, associato ad un’offensiva delle cellule sciite negli
Stati del Golfo, potrebbe portare a diverse migliaia di morti
statunitensi. Nel caso del desiderio di una duplice azione statunitense
contro i “regimi canaglia” dell’Iran e della Corea democratica, ciò
diverrebbe realtà.
C’è una sola soluzione per la Corea democratica. Come
Pakistan e India, la Corea democratica dovrebbe essere accolta nel club
nucleare. Tutte e tre le nazioni hanno mostrato l’intenzione di giocare
la carta del primo colpo nucleare e certi radicali islamici del
Pakistan, nel governo di Islamabad, non sono una minaccia minore di Kim a
Pyongyang.
Il segretario di Stato Rex Tillerson ha rotto con Trump e
Graham dichiarando che gli Stati Uniti non sono nemici della Corea
democratica e non cercano cambi di regime nel Nord. Tillerson sostiene
anche il continuo impegno statunitense all’accordo nucleare iraniano,
non importa quanto Israele, Trump o Kushner e amici dell’IDF lo
disprezzino.
Tillerson e Trump dovrebbero riconoscere che la Corea
democratica non rinuncerà mai al suo deterrente per sottoporsi ai
capricci dei cambi di regime di bellicosi occidentali come Graham e
altri criminali.
Wayne Madsen SCF 05.08.2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/08/07/la-guerra-dei-neocon-porterebbe-a-20-milioni-di-morti-negli-usa/
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