martedì 26 settembre 2017

L'irradiazione dell'Infinito

Possiamo conoscere il mondo quanto vogliamo; presenterà sempre un lato d'ombra e uno di luce.” - Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni – TEA ed.
I pellegrini dell'Assoluto devono battersi da soli per aspirare al passaggio della Soglia. Aiuti?

Se ci fossero, non vi sarebbe alcun conflitto. E l'essenza dell'iniziazione è proprio questo scontro, banco di prova nel quale il metallo della personalità del pellegrino deve sopravvivere agli incalzanti colpi del destino man mano che il karma viene ad affermarsi; deve far fronte agli allettamenti delle gratificazioni interne in rapida manifestazione; deve resistere all'adescamento di lusinghe proiettive.

Solo la personalità completamente integrata è in grado di resistere. Solo colui che si è rivelato malleabile, temperato e messo alla prova dalla molteplicità delle esperienze, è pronto per la prova definitiva iniziatica.

Se non avete mai conosciuto il brivido sconvolgente di un'improvvisa vampa di rossore; se non vi siete mai fermati, oppressi da un senso di colpa, nel rancido sudore di un letto, se non vi siete mai portati le mani alle orecchie per tacitare le urla strazianti delle anime del Purgatorio; o, ancora peggio, se non avete mai domato la nausea di organi contorti sotto lo spasimo del dolore acuto; o, senza amici, nell'immensa solitudine, non avete mai sentito il vento parlare o la terra muoversi; oppure, ossessionati da una forza misteriosa, non vi siete mai gettati in una pozza d'acqua per poi venirne fuori ogni volta urlando, “Non questo! Non questo!”, allora queste parole non fanno per voi.

La Terra che scotta non fa per voi, non ancora; non finché avrete risposto ad ogni richiamo della carne; non finché vi sarà rimasta attaccata anche la più piccola particella di materia. Ma quando vi sarete arricchiti d'esperienza... un'esperienza che va al di là dei vostri sogni più arditi... e quando vi sarete pressoché staccati dal mondo, solo allora potrete affrontare la Terra che scotta. Il morso della vipera, allora, non si rimarginerà più, e sarete spinti inesorabilmente verso le strade alte.

Allora Paolo di Tarso, accecato dalla lama di Luce per tre giorni; allora Hiram Abiff vacillante sotto il colpo; allora Arjuna sul campo di battaglia, allora Agostino d'Ippona annaspante dinnanzi alla Città di Dio; allora Tommaso Moro accanto alla forca, allora la follia di Swedenborg e il tradimento di Bacone; allora tutto avrà un significato. Per te, pellegrino, ci sarà la fine del tuo urlo “Non questo!” e con gioia riscenderai lungo i fianchi della montagna e assoggetterai al tuo giogo la tua essenza, ben sapendo perché la trascini, cosa trascini e dove la trascini.

Ciò succede a tutti. E quando meno lo si aspetta. Si verifica in una vita prescelta per tale avvenimento, dopodiché si ripete anche oltre il muro della morte come un diritto acquisito.

Ci coglie quando il peso di tutte le nostre esperienze ci ha ridotto in ginocchio. Rafforzati dalla fiducia in noi stessi e dall'integrazione della personalità, apportateci dalle nostre ampie, svariate, comprese ed intense esperienze, potremo sopravvivere alla Terra che brucia.

Non esiste altro criterio che lasciarsi coinvolgere nella totalità delle esperienze che il mondo ha da offrirci in una vita; nulla, neppure lo spirito, può liberarsi senza di esse. Vi domanderete che tipo di esperienze servono per liberarsi. Tutto quello che ci accade quando cerchiamo Dio, pure quando non lo riconosciamo. Nell'amore, nel dolore, nella gioia, così breve. Per giungere nell'ambito della Terra che brucia, bisogna essere innamorati, poeti, folli di Dio, ecco, tutti fervidi d'immaginazione, quella facoltà che rompe il velo di Maya. Qui entrano in gioco le crisi dell'uomo, il corto circuito, e non il suo senso sociale.

Siete timidi? Ricercate la fiducia in voi stessi nell'esperienza, come primo passo verso l'auto-affermazione. Sia lo scontento che l'insicurezza e la paura derivano tutti dalla mancanza d'esperienza e indicano l'estremo bisogno di fiducia in se stessi. Il mondo chiama colui che, dopo aver combattuto contro la natura, alla fine ha imparato a lavorare in armonia con le sue leggi.

Scrollatevi di dosso il timore di sbagliare, di non essere adeguati: vivete pienamente, buttatevi in un'avventura che tanto avete desiderato. Cadete? Vi rialzate e vivete più forte la vita. Il Cielo è di chi lo assalta.

Qualche furbo si propone di rinunciare a vizi e ad abbellirsi delle qualità di una vita virtuosa senza aver mai sperimentato, superandoli, le tentazioni dei vizi suddetti. Non si può rimanere tutta la vita in panchina, per evitare di giocar male.

Bisogna mettersi alla prova per conoscersi, per crescere, vivere è questo. Quando si evita di vivere per non fallire, il risultato è che, quando si è veramente messi a confronto con la realtà alla quale non si può sfuggire, si cade come birilli sotto il colpo dell'inatteso.

Meglio chi ha tentato di vivere cercando qualcosa o qualcuno che lo superi, libero da etichette e da moralismi, che il bisbigliante, tremebondo stupido imbevuto delle sue virtù, timoroso della verità, vacillante dinnanzi ad ogni tentazione, ossessionato dalla paura di essere gettato da parte, pavido della morte e della vita ad essa conseguente.

Datemi qualcuno che ha forgiato la vita a modo suo, controcorrente, senza badare al risultato, piuttosto che colui il quale si è semplicemente limitato ad accettare ciò che la società ha scelto per lui.

Chi è morso dalla vipera, deve mostrare il coraggio di manipolare il suo veleno e trasformarlo in medicamento.

Dobbiamo diventare tenaci cercatori della verità e della realizzazione più profonda, tesi al completamento, grani di senape pronti ad esplodere di vita, aspiranti dell'Infinito. Nella certezza di una redenzione metafisica.


Angelo Ciccarella

fonte: http://ilgrandeignoto.blogspot.it/2016/11/lirradiazione-dellinfinito.html

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